Lo studio GIM23, condotto nell’ambito del Gruppo Italiano Mammella, esplora le scelte di terapia endocrina adiuvante in pazienti premenopausali con carcinoma mammario precoce positivo ai recettori ormonali. Si tratta studio prospettico, multicentrico, osservazionale condotto in 26 istituzioni italiane, volto a valutare le opzioni terapeutiche in un contesto di pratica clinica reale.
Arecco L, et al. Adjuvant endocrine therapy choices in premenopausal patients with hormone receptor-positive early breast cancer: Insights from the prospective GIM23-POSTER study. Breast. 2024; Epub ahead of print.
La maggior parte delle pazienti premenopausali con carcinoma mammario precoce presenta una malattia positiva ai recettori ormonali, rendendole candidate alla terapia endocrina adiuvante. Il rischio di recidiva del carcinoma mammario varia in base alle caratteristiche biologiche e allo stadio della malattia. Negli ultimi anni, gli studi SOFT e TEXT hanno valutato il beneficio della soppressione della funzione ovarica (OFS) combinata con tamoxifene o inibitori dell'aromatasi (AI).
Lo studio GIM23 ha incluso pazienti premenopausali con carcinoma mammario positivo ai recettori ormonali, eleggibili per la terapia endocrina adiuvante, trattate con tamoxifene, tamoxifene con OFS, o AI con OFS. La scelta della terapia è stata determinata da ogni investigatore secondo le linee guida correnti. Sono stati, quindi, analizzati i determinanti della scelta terapeutica individuati fra le diverse caratteristiche cliniche e biologiche del tumore. Lo studio ha anche valutato la proporzione di pazienti ad alto rischio di recidiva secondo i criteri degli studi monarchE e NATALEE.
Le analisi statistiche hanno utilizzato test di Kruskal-Wallis o di Wilcoxon per le variabili continue e il test del chi-quadrato per le variabili categoriche. La regressione logistica è stata impiegata per esplorare i fattori associati alle scelte terapeutiche, considerando un p-value < 0.05 come significativo.
Tra ottobre 2019 e giugno 2022, sono state incluse 600 pazienti con un'età mediana di 46 anni. Di queste, il 45.2% aveva una malattia in stadio I, il 42.3% in stadio II e il 10.0% in stadio III. Il 25.1% ha ricevuto solo tamoxifene, il 14.0% tamoxifene con OFS, e il 60.9% AI con OFS. Le pazienti trattate con AI e OFS avevano un numero maggiore di linfonodi ascellari metastatici, un grado tumorale più elevato e più frequentemente avevano ricevuto chemioterapia (p < 0.001 per tutte le variabili). Secondo i criteri degli studi monarchE e NATALEE, il 15.6% delle pazienti è stato considerato ad alto rischio per monarchE e il 44.4% per NATALEE, ricevendo AI con OFS rispettivamente nell'88.9% e nel 74.5% dei casi. I valori di p sono stati tutti significativi (< 0.05), con un hazard ratio significativo e intervalli di confidenza al 95% che confermano i risultati.
Lo studio GIM23 fornisce una panoramica dettagliata delle scelte di terapia endocrina adiuvante per le pazienti premenopausali con carcinoma mammario positivo ai recettori ormonali, mettendo in luce l'importanza della personalizzazione del trattamento. Caratteristiche individuali delle pazienti, come l'età, lo stadio della malattia, il grado tumorale e altri fattori biologici, influenzano significativamente il rischio di recidiva e il beneficio terapeutico.
L'uso prevalente di inibitori dell'aromatasi (AI) con soppressione della funzione ovarica (OFS) per le pazienti ad alto rischio riflette le raccomandazioni delle linee guida attuali, supportate da evidenze robuste. Gli studi clinici, come SOFT e TEXT, hanno dimostrato che la combinazione di AI e OFS offre un miglioramento significativo nella sopravvivenza libera da malattia rispetto al tamoxifene da solo o combinato con OFS, specialmente nelle pazienti con caratteristiche di alto rischio, come un alto indice di proliferazione (Ki67), un numero elevato di linfonodi positivi e un grado istologico pari a 3. Queste evidenze supportano l'adozione di AI e OFS come trattamento standard per le pazienti premenopausali con carcinoma mammario ad alto rischio.
Tuttavia, la mancanza di dati sull'aderenza al trattamento e sugli effetti collaterali rappresenta una limitazione significativa. L'aderenza alla terapia endocrina è cruciale per garantirne l'efficacia; studi hanno dimostrato che l'interruzione precoce o l'aderenza subottimale possono ridurre significativamente i benefici della terapia. Gli effetti collaterali, come i sintomi menopausali indotti da OFS e gli effetti avversi specifici degli AI, possono influenzare negativamente la qualità della vita delle pazienti e portare a una scarsa aderenza. Pertanto, è essenziale monitorare attentamente le pazienti per identificare e gestire tempestivamente questi problemi.
È cruciale continuare a monitorare le pazienti dello studio GIM23 per valutare gli esiti a lungo termine e migliorare ulteriormente le strategie terapeutiche. Un follow-up prolungato consentirà di raccogliere dati più completi sull'aderenza al trattamento, sugli effetti collaterali e sugli esiti clinici, inclusi i tassi di recidiva e la sopravvivenza globale. Inoltre, studi futuri dovrebbero esplorare strategie per migliorare l'aderenza, come interventi educativi e supporto psicologico, e valutare nuovi approcci terapeutici che possano offrire un migliore profilo di tollerabilità.
Inoltre, nello studio GIM23, è stato possibile identificare una proporzione significativa di pazienti ad alto rischio di recidiva secondo i criteri standardizzati degli studi monarchE e NATALEE. Questa identificazione è cruciale perché permette di personalizzare ulteriormente le terapie adiuvanti per migliorare gli esiti clinici nelle pazienti con carcinoma mammario precoce positivo ai recettori ormonali. Gli studi monarchE e NATALEE hanno stabilito criteri rigorosi per identificare le pazienti ad alto rischio di recidiva. Questi criteri includono fattori clinici e patologici come: coinvolgimento linfonodale (≥4 linfonodi positivi), dimensione del tumore, grado istologico elevato (G3), alto indice di proliferazione (Ki67 ≥ 20%), età giovane (particolarmente sotto i 35 anni). Questi fattori sono indicatori di una maggiore probabilità di recidiva della malattia, giustificando così l'uso di terapie più aggressive come l'associazione di inibitori dell'aromatasi (AI) e la soppressione della funzione ovarica (OFS). Nel contesto dello studio GIM23, il 15.6% delle pazienti è stato identificato come ad alto rischio secondo i criteri dello studio monarchE, e il 44.4% secondo i criteri dello studio NATALEE. Questa identificazione ha permesso di indirizzare queste pazienti verso terapie più intensive. Le pazienti classificate ad alto rischio hanno ricevuto AI con OFS rispettivamente nell'88.9% e nel 74.5% dei casi, a testimonianza della fiducia dei clinici in queste combinazioni terapeutiche per le pazienti con un rischio elevato di recidiva.
In sintesi, lo studio GIM23 sottolinea l'importanza della personalizzazione del trattamento nella gestione del carcinoma mammario premenopausale positivo ai recettori ormonali e fornisce una solida base di evidenze per l'uso di AI e OFS nelle pazienti ad alto rischio. Continuare a monitorare e studiare queste pazienti è fondamentale per ottimizzare le strategie terapeutiche e migliorare i risultati a lungo termine, garantendo al contempo una buona qualità della vita.