L’analisi pubblicata da Lancet Oncology documenta che il numero di soggetti viventi con una pregressa diagnosi di cancro è grande, ed è in aumento. Molti si sono lasciati alle spalle il percorso di malattia e di terapia.
De Angelis R, Demuru E, Baili P, Troussard X, Katalinic A, Chirlaque Lopez MD, Innos K, Santaquilani M, Blum M, Ventura L, Paapsi K, Galasso R, Guevara M, Randi G, Bettio M, Botta L, Guzzinati S, Dal Maso L, Rossi S; EUROCARE-6 Working Group. Complete cancer prevalence in Europe in 2020 by disease duration and country (EUROCARE-6): a population-based study. Lancet Oncol. 2024 Jan 30:S1470-2045(23)00646-0. doi: 10.1016/S1470-2045(23)00646-0. Epub ahead of print. PMID: 38307102.
I soggetti viventi con una pregressa diagnosi di cancro (in inglese si usa il termine “survivors” ma in italiano la traduzione “sopravvissuti” non è certamente ottimale) sono una popolazione in crescita, con esigenze di salute diverse a seconda della prognosi e del tempo trascorso dalla diagnosi.
Le informazioni sulla prevalenza dei tumori sono fondamentali per organizzare al meglio le esigenze sanitarie e sociali di tali soggetti, ma nonostante questo non sono sistematicamente disponibili in tutti i paesi europei. Gli autori dell’articolo pubblicato su Lancet Oncology, basato su uno studio finanziato dalla European Commission, puntano a colmare questa lacuna, analizzando i dati del registro dei tumori basato sulla popolazione dello studio EUROCARE-6.
Nel dettaglio, si tratta di uno studio di popolazione, realizzato utilizzando dati di incidenza e follow-up fino al 1 gennaio 2013, provenienti da 61 registri tumori.
Gli autori hanno stimato la prevalenza completa (vale a dire contando tutti i soggetti con precedente diagnosi di tumore, indipendentemente dal tempo trascorso dalla diagnosi) e la prevalenza di durata limitata (limited duration prevalence, vale a dire contando i soli soggetti con diagnosi in un determinato intervallo di tempo precedente) per tipo di cancro, sesso ed età.
L’analisi è stata condotta per 29 paesi europei e per i 27 paesi nell’UE (UE27; questi ultimi rappresentati da 22 Stati membri che hanno fornito dati di registro).
Le misure di prevalenza sono state espresse in termini di numero assoluto di casi prevalenti, proporzione grezza di prevalenza (riportata come percentuale o casi per 100.000 persone residenti) e proporzione di prevalenza standardizzata per età basata sulla popolazione standard europea del 2013. Gli autori hanno inoltre effettuato proiezioni della prevalenza del cancro fino al 1° gennaio 2020, utilizzando il metodo della regressione lineare.
Nel 2020, gli autori hanno stimato che 23 711 000 (intervallo di confidenza al 95% 23 565 000 –23 857 000) persone (pari al 5.0% della popolazione) fossero vive dopo una diagnosi di cancro in Europa. Analogamente, il numero di soggetti vivi dopo una diagnosi di cancro nell’UE27 era pari a 22 347000 (intervallo di confidenza al 95% 22 210 000 –22 483 000).
I soggetti con una precedente diagnosi di cancro erano più frequentemente donne (12 818 000 che uomini (10 892 000).
I cinque tumori principali nelle donne sopravvissute erano il cancro al seno, il cancro del colon-retto, il cancro del corpo dell’utero, il melanoma e il cancro della tiroide (proporzione grezza di prevalenza da 2270 per 100.000 a 301 per 100 000).
Negli uomini, il cancro alla prostata, il cancro del colon-retto, il cancro della vescica, il melanoma della pelle e il cancro del rene erano i tumori più prevalenti (da 1714 per 100.000 a 255 per 100.000).
Le differenze nella prevalenza tra i paesi si sono rivelate ampie (da 2 a 10 volte a seconda del tipo di cancro). Tra il 2010 e il 2020, il numero dei casi prevalenti è aumentato del 3.5% all'anno (41% in totale), in parte a causa dell'invecchiamento della popolazione.
Nel 2020, si stima che 14 850 000 persone fossero vive a più di 5 anni dopo la diagnosi e 9099000 persone fossero vive a più di 10 anni dopo la diagnosi.
Gli autori, sulla base dei dati sopra sintetizzati, concludono che i loro risultati possono essere utili a livello nazionale in Europa per supportare politiche basate sull’evidenza per migliorare la qualità della vita, la cura e la riabilitazione dei pazienti affetti da cancro durante tutto il percorso della malattia.
I "Numeri del cancro 2022" ci hanno fornito i dati di prevalenza per i tumori, relativi all’Italia. A fronte dei 2 milioni e mezzo di cittadini italiani viventi nel 2006 con una pregressa diagnosi di tumore, si è passati a circa 3,6 milioni nel 2020, pari al 5,7% della popolazione italiana. L’aumento è stato particolarmente marcato per coloro che vivono da oltre 10 o 15 anni dalla diagnosi. Nel 2020, circa 2,4 milioni (pari al 3,8% della popolazione), hanno avuto una diagnosi da più di 5 anni, mentre 1,4 milioni di persone hanno ricevuto la diagnosi da oltre 10 anni. Tra le persone che vivono dopo una diagnosi di tumori, il 53% erano donne, cioè il 6,0% della intera popolazione femminile italiana e il 47% uomini (cioè il 5,6% della popolazione maschile). Negli uomini, la malattia oncologica a più alta prevalenza è risultata il tumore della prostata (563.960 casi), seguito dai tumori del colon-retto (280.277) e della vescica (255.015). Il tumore della mammella era, invece, la patologia neoplastica a più alta prevalenza tra le donne (834.154 casi, il 43% del totale). Le altre sedi ad alta prevalenza erano il colon retto (233.245), la tiroide (166.914) e l’endometrio (corpo dell’utero, 122.553 casi).
L'informazione relativa alla prevalenza dei tumori nella popolazione ha un'enorme valenza sociale. Il numero di persone vive a oltre 5 anni e ad oltre 10 anni dalla diagnosi è elevato, in Italia come in Europa. Da una parte, va detto che molte di queste persone sono candidate a beneficiare della recente legge sul diritto all'oblio oncologico. Dall'altra, va ricordato che molte persone devono comunque essere adeguatamente supportate in termini di eventuali disabilità e sequele di malattia, in termini di ritorno al lavoro e alla vita sociale, in termini di implicazioni psicologiche. Il termine "survivors" è particolarmente infelice da tradurre in italiano, perché dopo una diagnosi di tumore auspicabilmente non serve solo sopravvivere, ma vivere in maniera piena e completa.