Lo studio RIGHT Choice ha confrontato l'efficacia di ribociclib in combinazione con la terapia endocrina (ET) rispetto alla polichemioterapia (CT) in donne premenopausali con carcinoma mammario avanzato (ABC) HR+/HER2- clinicamente aggressivo. Abbiamo adesso più evidenza per fare la scelta giusta.
Lu YS, et al. Final results of RIGHT Choice: Ribociclib plus endocrine therapy vs combination chemotherapy in premenopausal women with clinically aggressive HR+/HER2- advanced breast cancer. J Clin Oncol 202 (Epub ahead of print).
Lo studio RIGHT Choice si è concentrato su pazienti premenopausali con ABC HR+/HER2-, caratterizzato da malattia sintomatica viscerale, rapida progressione o crisi viscerale.
Disegno: studio di fase 2, multicentrico, in aperto, condotto su 222 donne assegnate dopo randomizzazione 1:1 a ricevere ribociclib (600 mg al giorno, 3 settimane di trattamento e 1 settimana di pausa) con letrozolo/anastrozolo e goserelin verso una CT di combinazione (docetaxel più capecitabina, paclitaxel più gemcitabina, o capecitabina più vinorelbina). È stata prevista una stratificazione per presenza di metastasi epatiche e intervallo libero da malattia.
Endpoint primario: sopravvivenza libera da progressione (PFS).
Endpoint secondari: tempo alla progressione (TTF), tasso di fallimento del trattamento a 3 mesi (TFR), tasso di risposta globale (ORR), tasso di beneficio clinico (CBR), tempo alla risposta (TTR), sopravvivenza globale (OS) e qualità della vita.
Analisi statistica: test del log-rank, modello di Cox per stimare l'hazard ratio (HR) e i relativi intervalli di confidenza al 95% (IC).
Popolazione in Studio: Lo studio RIGHT Choice ha coinvolto 222 donne premenopausali con carcinoma mammario avanzato HR+/HER2- clinicamente aggressivo. La popolazione era ben bilanciata tra i due gruppi di trattamento:
Crisi Viscerale: La crisi viscerale è stata valutata secondo il giudizio dell'investigatore, principalmente basato sulle linee guida ABC 3 disponibili al momento del disegno dello studio. La definizione di crisi viscerale, pur essendo imprecisa, si basa su criteri clinici di urgenza per il controllo rapido della malattia. È importante sottolineare che la percentuale di pazienti con crisi viscerale all'inizio dello studio non era particolarmente elevata: 50.9% delle pazienti nel gruppo ribociclib e 44.5% nel gruppo CT sono state classificate come in crisi viscerale all'inizio dello studio. Questo rappresenta una porzione significativa ma non predominante della popolazione studiata.
Efficacia: Il gruppo trattato con ribociclib più ET ha mostrato una PFS mediana di 21.8 mesi (95% CI, 17.4-26.7 mesi) rispetto ai 12.8 mesi (95% CI, 10.1-18.4 mesi) del gruppo CT, con un HR di 0.61 (95% CI, 0.43-0.87; P = 0.003). La durata mediana della PFS per le pazienti con crisi viscerale è stata generalmente simile tra i due gruppi, ma con un vantaggio in termini di minor tasso di eventi avversi sintomatici nel gruppo ribociclib.
Tassi di risposta globale, simili tra i due gruppi: 66.1% per ribociclib e 61.8% per CT.
Tempo mediano alla risposta: 4.9 mesi per ribociclib rispetto ai 3.2 mesi per CT (HR, 0.76; 95% CI, 0.55-1.06).
Eventi avversi: Gli eventi avversi di grado 3/4 più comuni nel gruppo ribociclib sono stati la neutropenia (59.8%) e la leucopenia (25.0%), mentre nel gruppo CT la neutropenia (36.0%) e l’aumento delle transaminasi (12.0%). Il 79.5% delle pazienti nel gruppo ribociclib ha sperimentato almeno un evento avverso di qualsiasi grado, rispetto al 73.0% del gruppo CT.
Ribociclib più ET può essere considerato un'opzione di trattamento di prima linea in donne premenopausali con ABC HR+/HER2- clinicamente aggressivo, offrendo una PFS superiore e una migliore tollerabilità rispetto alla CT di combinazione.
Lo studio ha coinvolto una popolazione di pazienti con una significativa percentuale di malattia de novo e un'alta prevalenza di metastasi viscerali sintomatiche, comprese alcune in crisi viscerale. Tuttavia, è importante notare che la percentuale di pazienti in crisi viscerale non era predominante.
Fra i limiti dello studio, vanno citati la dimensione del campione relativamente piccola e il fatto che lo stesso era principalmente rappresentato da pazienti con malattia de novo, limitando la generalizzabilità dei risultati a pazienti con malattia recidivata, specie se dovessero essere già pre-trattate con inibitori di CDK 4/6.