Lunedì, 04 Aprile 2016
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Effetti collaterali... positivi!

A cura di Massimo Di Maio

Una recente pubblicazione su JAMA Oncology rafforza le evidenze sull'effetto protettivo dell'aspirina in termini di rischio di tumori, in particolare tumori del colon. Insomma, in qualche caso, gli effetti collaterali sono... positivi!

Cao Y, Nishihara R, Wu K, Wang M, Ogino S, Willett WC, Spiegelman D, Fuchs CS, Giovannucci EL, Chan AT. Population-wide Impact of Long-term Use of Aspirin and the Risk for Cancer. JAMA Oncol. 2016 Mar 3. doi: 10.1001/jamaoncol.2015.6396. [Epub ahead of print]

Gli effetti protettivi dell'aspirina sull'incidenza di tumori del colon sono ormai ben noti, essendo robusta la letteratura che ha dimostrato una riduzione dell'incidenza di tale neoplasia nei soggetti che, ad esempio per prevenzione cardio-vascolare o per il trattamento di altre patologie, assumono regolarmente il farmaco.

Un lavoro recentemente pubblicato su JAMA Oncology aumenta le evidenze in tale contesto, andando ad esplorare anche l'impatto dell'assunzione di aspirina sull'incidenza di altre neoplasie, e a descrivere il beneficio nel contesto di una popolazione sottoposta a screening per il tumore del colon-retto.

L'analisi pubblicata si basa sui dati di due grandi studi di coorte prospettici, condotti negli Stati Uniti:

  • Nurses' Health Study (condotto tra il 1980 e il 2010);
  • Health Professionals Follow-up Study (condotto tra il 1986 e il 2012).

Nel complesso, i suddetti 2 studi hanno valutato 135965 soggetti (operatori sanitari): 88084 donne e 47881 uomini. Al momento dell'arruolamento, nel 1976, le donne avevano un'età compresa tra 30 e 55 anni, mentre gli uomini, al momento dell'arruolamento, nel 1986, avevano un'età compresa tra 40 e 75 anni.

I partecipanti agli studi riportavano periodicamente l'informazione sull'assunzione di aspirina.

Il follow-up è stato condotto fino al giugno 2012 per lo studio Nurses'Health e fino al 2010 per lo studio Health Professionals Follow-up.

Obiettivi dell'analisi pubblicata su JAMA Oncology erano:

  • la descrizione del rischio relativo di vari tipi di tumore per coloro che assumevano regolarmente aspirina rispetto ai soggetti che non la assumevano;
  • il calcolo del rischio attribuibile di popolazione.

Gli autori hanno anche esplorato l'impatto della durata dell'assunzione di aspirina, e hanno analizzato l'associazione tra consumo di aspirina e incidenza di tumori sia nel gruppo di soggetti che si erano sottoposti a screening per il tumore del colon-retto, sia nel gruppo di soggetti che non si erano sottoposti a screening.

Nel follow-up complessivo, durato 32 anni, sul totale di 88084 donne e 47881 uomini sono stati registrati 20414 tumori tra le donne, e 7571 tumori tra gli uomini.

L'uso regolare di aspirina è risultato associato a un rischio significativamente ridotto di sviluppare un qualsiasi tipo di tumore (Rischio relativo 0.97, intervallo di confidenza al 95% 0.94-0.99).

Andando ad analizzare nel dettaglio l'associazione tra consumo di aspirina e specifici tipi di tumore, come atteso, risulta che l'impatto maggiore è evidente in termini di riduzione del rischio di tumori gastrointestinali (Rischio relativo 0.85, intervallo di confidenza al 95% 0.80-0.91), e in particolare di tumore del colon-retto (Rischio relativo 0.81, intervallo di confidenza al 95% 0.75-0.88).

L'analisi esplorativa dell'impatto delle dosi e della durata del consumo di aspirina evidenzia che:

  • il beneficio risulta particolarmente evidente con l'impiego di almeno 0.5-1.5 compresse per settimana;
  • la durata minima di assunzione associata a un beneficio significativo è risultata pari a 6 anni.

Tra i soggetti con età superiore a 50 anni, l'uso regolare di aspirina può prevenire:

  • 33 casi di tumore del colon-retto per 100000 persone-anno (rischio attribuibile di popolazione pari al 17%) tra i soggetti che non si sono sottoposti ad un esame endoscopico di screening;
  • 18 casi di tumore del colon-retto per 100000 persone-anno (rischio attribuibile di popolazione pari al 8.5%) tra i soggetti che si sono sottoposti a endoscopia di screening.

Per quanto riguarda invece l'associazione tra consumo regolare di aspirina e altri tipi di neoplasia, lo studio non ha evidenziato riduzioni significative del rischio di tumore della mammella, tumore della prostata, tumore del polmone.

Lo studio statunitense va a rafforzare l'evidenza a sostegno del ruolo protettivo dell'aspirina, ormai evidenziato da numerosi studi sia retrospettivi che prospettici.

In termini di riduzione del rischio, e di rischio attribuibile di popolazione, i numeri sono molto interessanti, perché sottolineano la possibilità di prevenire una percentuale non trascurabile di tumori (in particolare di tumori del colon-retto), sia in chi si sottopone a screening che in chi non si sottopone a screening. Da questo punto di vista, gli autori concludono che il beneficio dell'aspirina "integra" quello dello screening di popolazione.

La  US Preventive Services Task Force raccomanda l'assunzione di aspirina a basse dosi per la prevenzione primaria della patologia cardiovascolare e del tumore del colon-retto, nei soggetti adulti di età compresa tra 50 e 59 anni, che presentino un rischio pari almeno al 10% di patologia cardiovascolare a 10 anni, che non siano a rischio aumentato di sanguinamenti, che abbiano una aspettativa di vita di 10 anni e che siano motivati ad assumere il farmaco per almeno 10 anni. In merito a quest'ultima raccomandazione, i dati pubblicati su JAMA Oncology suggeriscono che anche una durata inferiore (6 anni almeno) possa ridurre significativamente il rischio di tumore. Nei soggetti tra 60 e 69 anni, la raccomandazione è più incerta ed è lasciata alla decisione individuale.