Miscellanea
Sabato, 30 Aprile 2016

30 anni fa il disastro di Chernobyl.. quanto a lungo dureranno i danni?

A cura di Massimo Di Maio

L’ipermetilazione del “promotore” di alcuni geni è un’alterazione “epigenetica” comune in molti tumori. Anche molti anni dopo l’esposizione alle radiazioni di Chernobyl, nei globuli bianchi dei soggetti esposti tali alterazioni sono molto più frequenti rispetto ai soggetti non esposti.

Kuzmina NS, Lapteva NSh, Rubanovich AV. Hypermethylation of gene promoters in peripheral blood leukocytes in humans long term after radiation exposure. Environ Res. 2016 Apr;146:10-7.

Nell’aprile del 1986 a Chernobyl, in territorio ucraino, allora parte dell’Unione Sovietica, si verificava il più grave incidente della storia in una centrale nucleare.

L’aumento del rischio di neoplasie, in particolare di tumori della tiroide, nella popolazione esposta al “fallout” nucleare è stato ben documentato già negli scorsi decenni.

Autori russi, a trent’anni di distanza dal disastro, pubblicano su Environmental research un’interessante analisi dell’ipermetilazione del promotore di alcuni geni, in particolare le “isole” CpG nei promotori dei geni RASSF1A, CDKN2A (p16/INK4A and p14/ARF) e GSTP1, a livello dei globuli bianchi nel sangue periferico di soggetti esposti alle radiazioni ionizzanti.

In particolare, lo studio è stato condotto su:

  • 124 soggetti esposti alle radiazioni (di età compresa tra 24 e 77 anni al momento della raccolta del sangue): 83 addetti ai lavori di bonifica, 21 lavoratori della centrale e 20 soggetti residenti nella zona contaminata dalle radiazioni;
  • 208 controlli volontari non irradiati (di età compresa tra 19 e 77 anni al momento della raccolta dei campioni di sangue).
  • 74 figli non esposti di genitori irradiati.

Nel gruppo di soggetti esposti alle radiazioni, la frequenza di ipermetilazione in almeno uno dei geni analizzati è risultata significativamente più elevata rispetto al gruppo di controllo (Odds Ratio 5.44, intervallo di confidenza al 95% 2.62 - 11.76, p=3.9×10(-7)).

Nell’ambito dei soggetti non esposti, non è stata riscontrata una differenza significativa nella frequenza di ipermetilazione tra il gruppo di controllo e I figli non esposti dei soggetti irradiati.

Mentre l’ipermetilazione in alcuni geni (RASSF1A e p14/ARF) è risultata associata anche con l’aumentare dell’età dei soggetti, l’ipermetilazione di p16/INK4A e GSTP1 è risultata correlata con la sola esposizione alle radiazioni.

La metilazione del DNA è un importante fattore di regolazione della trascrizione genica. I geni con alti livelli di 5-metilcitosina nella regione del promotore sono trascrizionalmente silenziati: l’ipermetilazione di un gene oncosoppressore, responsabile del controllo della proliferazione cellulare può quindi rappresentare un meccanismo associato allo sviluppo e alla progressione neoplastica. Pattern anormali di metilazione del DNA sono stati associati a molte neoplasie umane.

I risultati pubblicati su Environmental research documentano, anche a molti anni di distanza dall’evento di Chernobyl, un’elevata incidenza di alterazioni epigenetiche nel sangue dei soggetti all’epoca esposti.

Ancora oggi, il livello di radiazioni nelle vicinanze dell’edificio della centrale è tanto alto che nessuno si può avvicinare e i lavori di costruzione del nuovo , enorme “sarcofago” che si sovrapporrà a quello inizialmente costruito, ormai deteriorato, prevedono la sua costruzione “a distanza” di sicurezza e il successivo scorrimento su binari che lo sovrapporranno al precedente.