Dal titolo di un romanzo poliziesco degli anni 60 alla realizzazione del basket trial oncologico. La scelta terapeutica basata sulla specifica alterazione molecolare del tumore, piuttosto che sulla sede anatomica della patologia o sull'istotipo, può portare a buoni risultati.
Hainsworth GD, et al. Targeted Therapy for Advanced Solid Tumors on the Basis of Molecular Profiles: Results From MyPathway, an Open-Label, Phase IIa Multiple Basket Study. J Clin Oncol 2018. Epub ahead of print Jan 11
Nell'era dell'oncologia di precisione, cosa si intende per basket trial?
Si intende uno studio clinico che testa l'effetto di un farmaco su una particolare alterazione (molecolare) della neoplasia se riscontrata una varietà di tipologie tumorali. Noto il meccanismo d'azione del prodotto in esame, questo tipo di studi hanno il vantaggio di poter aumentare il numero di pazienti eleggibili per quello specifico farmaco.
Su questo principio sono partiti alcuni studi con interessanti risultati ed il programma MyPathway, uno studio ulticentrico di fase IIa che combina una serie di trial basket in un master protocol adattativo.
Il principale obiettivo dello studio è quello di valutare l'efficacia di trattamenti che bloccano HER2 (trastuzumab 6 mg/kg ogni 3 settimane + pertuzumab 420 mg ogni 3 settimane, con opportuna dose da carico), mutazioni di BRAF (vemurafenib 960 mg x2/die), la pathway di Hedgedog (vismodegib 150 mg/die) o EGFR (con erlotinib 150 mg/die) in pazienti che abbiano tumori avanzati con una di queste specifiche alterazioni molecolari ma nei quali non sia canonico il trattamento indicato. Il report appena pubblicato offre i risultati dei primi 230 pazienti trattati all'interno del programma.
Per ognuna delle coorti di pazienti inclusi lo studio prevedeva utilizzo di Simon’s two-stage design per la valutazione preliminare di attività.
In circa 2 anni sono stati arruolati 251 pazienti (tutti pretrattati e con malattia refrattaria) con 38 differenti neoplasia e con una delle alterazioni molecolari ricercate. Di questi, 230 sono stati valutati per attività del trattamento.
Nel complesso, è stata riportata una risposta in un paziente ogni quattro (RR 23%) in 14 differenti neoplasie.
Da notare un interessante tasso di risposta in pazienti con neoplasia colorettale metastatica HER2 positivi (RR 38%, 95%CI 23%-55%; vedi anche studio Heracles, Sartore-Bianchi A, et al. Lancet Oncol 2016) e in pazienti con neopalsia polmonare BRAF mutata su V600E (RR 43%, 95%CI 18%-71%; vedi anche Planchard D, et al Lancet Oncol 2016 e Lancet Oncol 2017).
Anche utile sottolineare il buon controllo di malattia ottenuto in quasi la metà dei pazienti con neoplasia avanzata delle vie biliari e overespressione o amplificazione di HER2 che hanno ricevuta la combinazione di HER-2 inibitori.
Trattare la specifica alterazione molecolare in pazienti con neoplasie per le quali la terapia target non è approvata ha dato risultati per il momento incoraggianti, ma non ancora definitivi.
La moderna concezione del trattamento istologia-agnostico nell'epoca della cura oncologica genome-driven rappresenta certamente una strada aperta verso il futuro. Tuttavia, questa linea dovrà essere confermata da altre esperienze e passare il fine-tuning di un opportuno disegno statistico che massimizzi gli sforzi della ricerca (Tao J, et al. Annu Rev Med 2018). Ce ne ricorderemo di questo pianeta?