Miscellanea
Sabato, 02 Marzo 2019

Assumere supplementi di vitamina D combatte il rischio di tumori o no?

A cura di Massimo Di Maio

Una metanalisi ha analizzato tutti gli studi che hanno valutato l’efficacia della supplementazione con vitamina D: nessuna riduzione di incidenza dei tumori, ma qualche segnale di ridotta mortalità.

N Keum, D H Lee, D C Greenwood, J E Manson, E Giovannucci; Vitamin D Supplements and Total Cancer Incidence and Mortality: a Meta-analysis of randomized controlled trials, Annals of Oncology, , mdz059, https://doi.org/10.1093/annonc/mdz059

Studi epidemiologici hanno in passato suggerito che l’incidenza e la mortalità da cancro possano essere inferiori tra le persone che vivono a latitudini associate a maggiore esposizione al sole e a livelli più elevati di vitamina D.

Naturalmente, ci si è subito posti il problema di dimostrare l’eventuale impatto positivo della supplementazione di vitamina D sull’incidenza di tumori e sulla mortalità ad essi associata. E’ evidente che gli studi randomizzati rappresentano lo strumento più adatto a documentare un’eventuale efficacia di una strategia interventistica.

Qualche mese fa, uno studio randomizzato pubblicato sulle autorevoli pagine del New England Journal of Medicine, che testava l’efficacia della supplementazione con vitamina D3 alla dose di 2000 unità internazionali al giorno, non ha evidenziato alcuna riduzione della mortalità.

Peraltro, vari studi randomizzati hanno valutato l’efficacia della supplementazione di vitamina D nel ridurre l’incidenza di tumori e la mortalità cancro-correlata. Nel complesso, i risultati di tali studi e delle metanalisi che li hanno analizzati sono stati abbastanza inconcludenti. La maggior parte degli studi prendeva in considerazione la somministrazione di dosi basse di vitamina D (<=1100 unità internazionali al giorno). Sono stati condotti, negli ultimi anni, anche studi che hanno valutato l’impiego di dosi maggiori di vitamina D.

Gli autori della metanalisi pubblicata recentemente da Annals of Oncology hanno eseguito ricerca su PubMed e Embase aggiornata al novembre 2018.

Sono stati esclusi gli studi in cui il numero di eventi per l'analisi fosse complessivamente inferiore a 10 (che avrebbe comportato eccessiva imprecisione nella stima dell'effetto relativo) e sono stati esclusi gli studi con un follow-up inferiore a 1 anno (perché troppo piccolo è stato giudicato tale follow-up per consentire di evidenziare l'effetto eventuale della supplementazione, e l'analisi sarebbe stata confusa dai tumori diagnosticati durante l'anno ma in realtà già presenti al momento dell'inizio dello studio).

Endpoints di efficacia sono stati la incidenza di tumore e la mortalità cancro-correlata, misurati mediante rischio relativo (RR, relative risk), con il relativo intervallo di confidenza al 95%.

Per l’analisi relativa all’incidenza di tumori, sono stati inclusi 10 studi, nei quali era stato registrato un totale di 6547 casi di tumore. Tali studi avevano un follow-up compreso tra 3 e 10 anni, e il gruppo sperimentale raggiungeva livelli di 25(OH)vitamina D circolante compresi tra 54 e 135 nmol/L.

Il rischio relativo è risultato pari a 0.98 (intervallo di confidenza al 95% compreso tra 0.93 e 1.03, p=0.42), senza alcuna evidenza di eterogeneità tra gli studi.

Il risultato è completamente negativo anche nei sottogruppi esaminati, anche nel sottogruppo di pazienti che avessero raggiunto livelli di 25(OH)vitamina D circolante superiori a 100 nmol/L (rischio relativo 0.95, intervallo di confidenza al 95% 0.83 – 1.09, p=0.48, con modesta eterogeneità tra gli studi).

Per l’analisi relativa alla mortalità associata a tumori, sono stati inclusi 5 studi, nei quali era stato registrato un totale di 1591 decessi..

Il rischio relativo è risultato pari a 0.87 (intervallo di confidenza al 95% compreso tra 0.79 e 0.96, p=0.005). Tale risultato è in larga parte attribuibile agli studi che prevedevano somministrazioni quotidiane (rispetto ai boli intermittenti).

Non è stata osservata alcuna eterogeneità significativa sulla base dei livelli raggiunti di 25(OH)vitamina D circolante: il rischio relativo è risultato pari a 0.88 (intervallo di confidenza al 95% 0.78 - 0.98; p=0.02) nei pazienti con livelli circolanti ≤ 100 nmol/L e pari a 0.85 (intervallo di confidenza al 95% 0.70 - 1.03; p=0.11) nei pazienti con livelli circolanti > 100 nmol/L.

Simile al risultato osservato in termini di mortalità associata a tumori è stato il  il risultato osservato in termini di mortalità totale.

La metanalisi, aggiornata con i più recenti studi condotti per rispondere al quesito, evidenzia che la supplementazione con vitamina D è associata ad una riduzione statisticamente significativa della mortalità associata al cancro, ma non riduce in maniera significativa l’incidenza di tumori.

L’analisi della mortalità è stata basata su un numero di studi più piccolo rispetto al numero di studi presi in considerazione per l’incidenza. Come si spiega il differente risultato per i due endpoint considerati, l'incidenza e la mortalità? Innanzitutto bisogna sottolineare che molti degli studi considerati nella metanalisi nascevano con un altro obiettivo primario, e la descrizione dell'incidenza e della mortalità oncologiche non erano obiettivo primario. Gli autori provano anche a spiegare la differenza ipotizzando che la supplementazione di vitamina D possa influenzare, più che le fasi iniziali dello sviluppo di un tumore, la sua aggressività, condizionandone quindi la prognosi a parità di incidenza. Si tratta, naturalmente, di speculazioni non provate.

La maggior parte degli studi inclusi nella metanalisi, inoltre, non fornisce dettagli sulle sedi specifiche di neoplasia, impedendo di analizzare maggiormente nel dettaglio l'eventuale associazione tra la supplementazione di vitamina D e la riduzione di mortalità legata a specifiche sedi tumorali. 

In definitiva, va sottolineato che, ad oggi, l’unica efficacia provata della vitamina D è il suo effetto positivo sulla salute dell’osso, mentre la reale efficacia anti-tumorale rimane non provata. Come ribadiscono gli autori della metanalisi, tra l'altro, le dosi attualmente raccomandate per la supplementazione sono quelle che garantiscono efficacia sull'osso, e probabilmente sono inferiori a quelle necessarie per ottenere livelli circolanti nel range potenzialmente associato a efficacia anti-tumorale.

In attesa di studi prospettici dedicati che risolvano i dubbi che la metanalisi di Annals non elimina, prima di assumere supplementazioni vitaminiche, quindi, è opportuno che tale indicazione venga discussa con il proprio medico curante.