Miscellanea
Giovedì, 04 Dicembre 2014

Disturbi del sonno nel paziente oncologico: qualche consiglio?

A cura di Giuseppe Aprile

Insonnia: un problema clinico che attanaglia quasi la metà dei pazienti oncologici, impattando negativamente sulla loro qualità di vita. Un piccolo ma importante studio randomizzato nordamericano indaga se la terapia cognitivo-comportamentale (+/- armodafinil) sia utile nel combattere il disturbo.

Roscoe JA, et al. Randomized Placebo-Controlled Trial of Cognitive Behavioral Therapy and Armodafinil for Insomnia After Cancer Treatment. J Clin Oncol 2014, Dec 1. Epub ahead of print

I disturbi del sonno costituiscono un serio problema per quasi la metà dei pazienti oncologici, sia durante le cure che al termine del tratttamento. Se non adeguatamente trattata, l'insonnia tende a diventare un disturbo cronico, che si associa al peggioramento della qualità di vita ed all'aumento di rischio di patologie fisiche e mentali. Tra i rimedi non farmacologici, la terapia cognitivo comportamentale (cognitive behavioral therapy, CBT) si è distinta come un trattamento potenzialmente efficace, ma reso poco utile da un basso tasso di compliance accurata. Tale intervento comprende tre moduli, uno psico-educazionale, uno cognitivo ed un terzo comportamentale, ciscuno composto da un protocollo strutturato ed una serie di procedure standardizzate.

Per una trattazione estesa dell'argomento si rimanda a: Grigoletti L. Il trattamento cognitivo-comportamentale dell'insonnia (http://www.psicoterapeutiinformazione.it/area-download/rivista-nd-1-giugno-2008/64-n1-giugno-2008-grigoletti/download.html)

Lo studio presentato ha due obiettivi principali:

1) verificare se il miglioramento della compliance alla CBT ne possa massimizzare l'effetto

2) indagare se la terapia farmacologica con armodafinil (un isomero farmacologicamente più attivo del modafinil somministrato a 50-100 mg/die) possa essere più utile del placebo in questa categoria di pazienti

Tutti i pazienti arruolati nello studio hanno ricevuto istruzioni su come ottenere un sonno ristoratore e sono stati randomizzati a 4 tipi di intervento: CBT e placebo; CBT e armodafinil; solo placebo; solo armodafinil.

Endpoint primario dello studio era un miglior punteggio post-trattamento in Insomnia Severity Index (ISI), una scala psicometrica prospetticamente validata che categorizza la gravità del disturbo del sonno i in 4 gruppi: 0-7 nessun problema di insonnia; 8-14 insonnia lieve; 15-21 insonnia moderata; 22-28 insonnia severa.

 

96 pazienti sono stati randomizzati nello studio.

I punteggi medi ISI post-trattamento sono stati:

CBT e placebo: 5.61

CBT e armodafinil: 3.55

placebo: 10.47

armodafinil: 12.17

L'analisi ANCOVA degli score ha dimostrato che i pazienti randomizzati a CBT hanno avuto signicativamente meno insonnia rispetto a quelli randomizzati ad un braccio senza terapia cognitivo-comportamentale (p<0.01), mentre non vi era differenza significativa tra placebo e armodafinil, indipendentemente dall'associazione o meno con CBT.

La terapia cognitivo-comportamentale si conferma un importante intervento correttivo anche nei pazienti oncologici, ma richiede un alto livello di compliance. Non sembra invece il trattamento farmacologico con armodafinil sia di beneficio.

Da ricordare però che il sample-size target, secondo il disegno statistico originale, avrebbe richiesto 230 pazienti, mentre nel trial ne sono stati inclusi meno della metà, confermando la difficoltà di condurre studi sul trattamento cognitivo-comportamentale.