La profilassi dell’emesi indotta da chemioterapia si basa sul potenziale emetogeno dei farmaci… ma ci sono altri fattori che aumentano o riducono il rischio. Un gruppo di ricercatori propone un punteggio per stimare il rischio
CV. Dranitsaris, A. Molassiotis, M. Clemons, E. Roeland, L. Schwartzberg, P. Dielenseger, K. Jordan, A. Young, M. Aapro; The development of a prediction tool to identify cancer patients at high risk for chemotherapy-induced nausea and vomiting. Ann Oncol 2017 mdx100. doi: 10.1093/annonc/mdx100
Nausea e vomito sono tra gli effetti collaterali più temuti della chemioterapia, non solo per le possibili conseguenze metaboliche del vomito, ma anche e soprattutto per la compromissione dell’appetito e per l’inevitabile impatto negativo sulla qualità di vita dei pazienti oncologici.
Negli anni, la profilassi farmacologica contro la CINV (chemotherapy-induced nausea and vomiting, nausea e vomito indotti da chemioterapia) è molto migliorata, grazie all’aumento delle categorie di farmaci antiemetici a disposizione. D’altra parte, anche nei pazienti in cui la profilassi viene applicata nel rispetto delle attuali linee guida, esiste un concreto rischio di insuccesso.
Le attuali linee guida nazionali (AIOM) e internazionali (es. MASCC ESMO) sono basate sulla nota classificazione dei farmaci antitumorali divisi in base al potenziale emetogeno (alto, moderato, basso, minimo) e la profilassi è proporzionata a tale potenziale. E’ peraltro evidente che, a parità di potenziale emetogeno della chemioterapia e di profilassi somministrata, alcuni pazienti ottengono un controllo ottimale dell’emesi e altri no. Appare quindi interessante il tentativo di quantificare meglio il rischio di CINV.
Nello studio recentemente pubblicato su Annals of Oncology, Dranitsaris e colleghi hanno condotto un’interessante analisi basata sui dati di 1198 pazienti inseriti in studi osservazionali sull’emesi indotta da chemioterapia, allo scopo di valutare la rilevanza di vari fattori di rischio.
I 1198 pazienti considerati nell'analisi erano inseriti in 5 studi osservazionali dedicati alla CINV.
In totale, tali pazienti avevano ricevuto 4197 cicli di trattamento, e il 42.2% dei soggetti aveva sofferto di CINV di grado maggiore o uguale a 2.
Gli autori hanno elaborato un punteggio di rischio (con valori compresi tra 0 e 32), basato su una lista di caratteristiche:
1) Età del paziente (rischio incrementato per età inferiore a 60 anni);
2) Ciclo di chemioterapia (rischio incrementato nei primi 2 cicli di chemioterapia);
3) Eventuale occorrenza di emesi anticipatoria;
4) Storia di nausea in gravidanza;
5) Ore di sonno nella notte precedente la chemioterapia (rischio incrementato per numero di ore di sonno inferiore a 7);
6) CINV nel ciclo precedente di chemioterapia;
7) Impiego di farmaci auto-somministrati senza prescrizione;
8) Tipo di chemioterapia (rischio aumentato per platino e antracicline).
La curva ROC ha evidenziato una discreta capacità predittiva del modello, con un’area sotto la curva pari a 0.69 (intervallo di confidenza al 95% 0.67–0.70).
Prima di ciascun ciclo di chemioterapia, I pazienti con un punteggio di rischio superiore a 16 sono da considerare a rischio elevato di sviluppare CINV di grado maggiore o uguale a 2.
Un limite intrinseco delle attuali linee guida di profilassi antiemetica è che la profilassi raccomandata è basata esclusivamente sulla tipologia di farmaco chemioterapico impiegato, mentre è osservazione comune che ci sono fattori clinici legati al paziente e non al farmaco (come l’emesi gravidica, l’età etc.) che spesso condizionano il rischio, a parità di potenziale emetogeno della chemioterapia e di profilassi impiegata.
Il lavoro pubblicato su Annals of Oncology ha il pregio di sottolineare la complessità dei fattori che possono impattare significativamente sul rischio di CINV, inclusa ad esempio la qualità del sonno nella notte precedente la chemioterapia. Tra I fattori significativi, ciclo dopo ciclo, c’è anche il controllo ottimale della CINV al ciclo precedente, il che sottolinea, se ce ne fosse bisogno, che è importante somministrare la miglior profilassi antiemetica (in accordo alle linee guida) dall’inizio del trattamento chemioterapico.