Miscellanea
Domenica, 19 Gennaio 2025

Come utilizzano i social media gli oncologi italiani? 

A cura di Fabio Puglisi

In un'epoca in cui i social media stanno rapidamente trasformando il panorama della comunicazione, la medicina oncologica non fa eccezione. Uno studio italiano si concentra su come gli oncologi medici e i medici in formazione utilizzano i social media, esplorando le loro preferenze, esperienze e opinioni. Sebbene questi strumenti digitali possano aprire nuove opportunità per la diffusione di informazioni scientifiche, il coinvolgimento dei pazienti e la collaborazione tra professionisti, c'è ancora un margine di incertezza riguardo i rischi e le opportunità che comportano. Come utilizzano i social media gli oncologi italiani? Sono pronti a sfruttarli come strumenti professionali, o li vedono principalmente come un passatempo personale? Le risposte a queste domande possono rivelare molto sul futuro della comunicazione nella medicina oncologica. Eppure, i risultati non sono così scontati...

Battaiotto E, et al. Role of Social Media for Medical Oncologists and Medical Oncology Fellows (SMARTY): An Italian Cross-Sectional Study. JCO Glob Oncol 2025;11:e2400445. 

Lo studio, condotto tra luglio e dicembre 2023, ha coinvolto oncologi medici e oncologi specializzandi italiani. È stato progettato come uno studio trasversale multicentrico, osservazionale, con l'obiettivo di esplorare il ruolo dei social media nella pratica oncologica attraverso un sondaggio strutturato. Il campione è stato reclutato utilizzando un link protetto, distribuito tramite la mailing list della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, garantendo la partecipazione di professionisti certificati. In totale, 245 oncologi hanno avviato il sondaggio, ma solo 116 lo hanno completato.

Il questionario includeva 28 domande chiuse, suddivise in tre sezioni principali: informazioni demografiche (età, sesso, ruolo professionale, area geografica, ospedale di appartenenza, specializzazione), abitudini nell'uso dei social media (tipo di profilo, piattaforme utilizzate, tempo trascorso online, interazioni professionali e personali) e opinioni sull'uso professionale di queste piattaforme. Le domande prevedevano anche scale di valutazione Likert (da 1 a 7) per misurare l'importanza attribuita a vari aspetti della comunicazione e dell'interazione online.

 

L'analisi ha identificato tre profili principali tra i partecipanti:

Highly Social (31%): Questi partecipanti mostrano una presenza significativa sui social media, con una media di 4.94 (SD 1.55) su una scala da 1 a 7. Hanno una maggiore propensione a usare i social per interagire con i pazienti e i colleghi (media di 5.36 per la comunità scientifica). La maggior parte di loro è specialista (81%) e tende a concentrarsi sull'accuratezza e la chiarezza della comunicazione (media di 5.83 per l'accuratezza). Sono aperti a trattare argomenti controversi e si preoccupano dei rischi legati alla privacy. Il profilo "Highly Social" attribuisce un'importanza significativa alla promozione di uno stile di vita sano (media di 6.93) e alla ricerca scientifica (media di 5.78).

Social Skeptic (31%): Questo gruppo ha una presenza sui social media più limitata, con una media di 2.31 (SD 1.06). La loro partecipazione è prevalentemente personale, con solo l'8% che possiede un profilo professionale. Sono molto scettici riguardo all'uso dei social per la comunicazione professionale, in particolare con i pazienti (media di 1.08 per l'interazione). Valutano positivamente l'uso dei social per combattere le fake news (media di 6.25) e per promuovere la salute, ma sono molto più critici riguardo all'educazione dei pazienti (media di 2.69 per l'insegnamento).

Moderately Social (38%): Questo gruppo mostra un equilibrio tra l'uso personale e professionale dei social media, con una presenza media di 4.11 (SD 1.63). Pur riconoscendo il valore dei social per la comunicazione con i pazienti (media di 3.14), tendono a preferire una comunicazione più professionale e chiara. Hanno una visione più aperta rispetto ai "Social Skeptic", ma sono comunque cauti riguardo l'interazione con i pazienti (media di 1.89 per la discussione di questioni cliniche). Anche in questo gruppo emerge un forte interesse per la promozione di stili di vita sani e la lotta contro le fake news.

In generale, le variabili demografiche più influenti sono l'età, il livello di specializzazione (specialista vs. specializzando) e il tempo dedicato ai social media, con gli oncologi più anziani e quelli con maggiore esperienza professionale che tendono ad avere una visione più positiva dell'uso dei social per scopi professionali.

Lo studio SMARTY evidenzia una grande varietà di atteggiamenti e comportamenti riguardo all'uso dei social media tra gli oncologi italiani. Se da un lato il 62% degli oncologi si dichiara favorevole all'uso dei social per la comunicazione professionale, con un notevole impegno nella diffusione di informazioni scientifiche e la promozione di comportamenti salutari, dall’altro il 38% degli oncologi è ancora scettico, vedendo i social come un rischio per la privacy e per l'integrità della comunicazione medica. Gli "Highly Social" utilizzano i social per interagire attivamente con pazienti e colleghi, mentre i "Social Skeptic" evitano l'interazione online, concentrandosi principalmente su un uso per il tempo libero e per questioni non cliniche. Gli oncologi più esperti tendono a valorizzare l'uso professionale dei social, mentre i più giovani sono più inclini a utilizzarli per scopi personali. Questo studio mette in luce l'importanza di una maggiore educazione e regolamentazione nell'uso dei social media nella pratica oncologica, al fine di ottimizzare i benefici e minimizzare i rischi legati a una comunicazione non sempre controllata.