Grande merito ad un gruppo di giovani oncologi italiani che ha saputo sintetizzare e descrivere le misure per la gestione dell'emergenza Covid-19 nel contesto oncologico.
Obiettivi dichiarati: il bene del paziente e della comunità.
Lambertini M, Toss A, Passaro A, et al. Cancer care during the spread of coronavirus disease 2019 (COVID-19) in Italy: young oncologists’ perspective. ESMO Open 2020;5:e000759. doi:10.1136/ esmoopen-2020-000759
L’emergenza Covid-19 ha richiesto una serie di restrizioni con l’obiettivo principale di limitare la diffusione del virus. In breve tempo, è apparsa chiara l’importanza del rispetto delle misure di distanziamento sociale e del lockdown nelle diverse aree interessate. L’Italia, dove la diffusione dell’infezione ha assunto presto dimensioni drammatiche, ha messo in atto una serie crescente di limitazioni, inizialmente circoscritte ad alcune aree quindi estese a tutto il territorio nazionale.
In ambito oncologico, l’attenzione è stata immediatamente rivolta ai pazienti, considerati categoria maggiormente esposta per la loro verosimile immunodepressione legata alla stessa malattia o indotta dalla terapia. Per questo motivo, ma anche con l’intento di contribuire al contenimento dei contagi nella popolazione generale e nei luoghi di cura (mantenimento di "santuari" Covid-free), sono state presto adottate strategie per limitare all’essenziale gli accessi dei pazienti in ospedale. La comunità clinico-scientifica oncologica è stata quindi chiamata a rimodulare le singole attività assistenziali, i percorsi, le procedure. Il tutto privilegiando l’interesse del paziente e analizzando caso per caso il bilancio rischio/beneficio di analisi diagnostiche, valutazioni cliniche, terapie. È vero che inizialmente erano state fatte considerazioni meno stringenti e decisamente intempestive (si veda il riferimento al mantenimento delle indagini di screening), subito consapevolmente riviste e abbandonate in linea con il travolgente pressing dell’emergenza. Fin da principio è stato chiaro che nessuna distrazione era concessa (Cortiula F et al. Ann Oncol 2020). Triage attenti, dispositivi di protezione individuale, limitazioni degli accessi agli accompagnatori con l’obiettivo di garantire lo stato Covid-free ai Centri oncologici. E successivamente, laddove realizzabile, tamponi per la ricerca del virus a operatori sanitari e a pazienti. Quindi le decisioni sulle terapie procrastinabili, anche queste meritevoli di un’attenta valutazione del rapporto rischi/benefici.
Grande merito va ad un gruppo di giovani oncologi italiani che ha saputo sintetizzare e descrivere le misure che, oggi, sono considerate di riferimento per il contesto oncologico. Gli obiettivi sono chiari: il bene del paziente e della comunità.
Pazienti che stanno ricevendo o che devono iniziare trattamenti attivi
Pazienti in follow-up (fuori dal trattamento attivo)
Accesso di pazienti e caregiver in ospedale
Altre occasioni di interazione faccia a faccia
Considerazioni relative all’attività di ricerca
YOP (Young Oncologists’ Perspective) è l’acronimo ideato da un gruppo di talentuosi giovani oncologi italiani che sintetizza gli obiettivi della gestione dell’emergenza Covid-19 nel contesto oncologico.
Il messaggio è proteggi:
Yourself, te stesso e la tua famiglia: al lavoro, con costante attenzione all’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, e nella vita personale, rispettando le istruzioni ufficiali e le restrizioni nei comportamenti della vita quotidiana;
Oncological care, l’assistenza dei pazienti, rimandando ciò che si può rimandare ma cercando di minimizzare il più possibile l’impatto dell’emergenza sullo standard di cura;
Patients, i pazienti stessi, mettendo in atto tutte le misure possibili per minimizzare i rischi e fornendo continue informazioni riguardo alle indicazioni da seguire, utilizzano i canali ufficiali.