Miscellanea
Martedì, 05 Luglio 2016

DNA tumorale nel liquor cefalorachidiano: Stele di Rosetta?

A cura di Fabio Puglisi

La diffusione tumorale al sistema nervoso centrale (SNC) è spesso diagnosticata tardivamente e preclude una risposta ottimale ai trattamenti. La comprensione dei meccanismi che portano al coinvolgimento del SNC è ancora limitata, per lo più a causa delle difficoltà di accesso al tessuto tumorale. Pertanto, la potenzialità di analizzare alterazioni genetiche attraverso lo studio del DNA libero nel liquor cefalorachidiano apre prospettive molto interessanti.

Pentsova EI, et al. Evaluating Cancer of the Central Nervous System Through Next-Generation Sequencing of Cerebrospinal Fluid. J Clin Oncol 2016;34:2404-15. 

Può l'analisi del DNA libero nel liquor cerebrospinale proporsi come strumento di biopsia liquida per analizzare le alterazioni genetiche che contraddistinguono le localizzazioni al sistema nervoso centrale?

Lo studio ha raccolto il liquor cerebrospinale da 53 pazienti arruolati tra agosto 2014 e febbraio 2015. In 52 casi (98%) il liquor è stato ottenuto mediante puntura lombare e in un caso dal reservoir Ommaya. Entro 2-3 ore dalla raccolta del liquor, 5 mL del campione ottenuto sono stati messi in ghiaccio e centrifugati a 1000x a 4°C per 5 minuti. Il supernatante è stato trasferito asetticamente su dei criotubi premarcati e il pellet cellulare è stato risospeso in 1 mL di RPMI + 20% di siero fetale bovino + 20% di dimetil sulfossido. Tutti i campioni sono stati conservati a -70°C e, successivamente, sottoposti ad analisi molecolare mediante il test MSK-Integrated Molecular Profiling of Actionable Cancer Targets (IMPACT) che cattura gli esoni codificanti per proteine di 341 associati al cancro, nonchè 33 introni in 14 geni con riarrangiamenti frequenti. 

Dei 53 campioni analizzati, 41 provenivano da pazienti con tumori solidi e 12 da pazienti con tumori cerebrali. Dei 41 pazienti con tumori solidi, 32 avevano metastasi al SNC documentate. I restanti 9 avevano una RM encefalo e una citologia del liquor negative e presentavano una malattia confinata alla sede di origine (n = 6) o metastatica in sedi diverse dal SNC (n = 3).

 

Alterazioni somatiche sono state riscontrate nel 63% (20 su 32) dei pazienti con tumori solidi e metastasi al SNC, nel 50% (6 su 12) dei pazienti con tumori cerebrali e nello 0% (0 su 9) dei pazienti senza coinvolgimento encefalico.

Diversi pazienti con progressione encefalica in corso di terapia con inibitori di chinasi implicate nei processi oncogenici possedevano mutazioni nella chinasi bersaglio o nel pathway alternativo.

In un gruppo di 4 pazienti su 12 (un terzo) con progressione al SNC durante terapia con inibitori di chinasi coinvolte nei processi oncogenici (EGFR, ALK, HER2, BRAF), sono state identificate mutazioni correlate alla resistenza farmacologica.

L'analisi del DNA del liquor cefalorachidiano di 6 su 12 (50%) pazienti con tumore cerebrale primitivo, malgrado il mancato riscontro di cellule tumorali nel liquor, ha evidenziato la presenza di alterazioni genetiche.  Nei pazienti con glioma, il tumore cerebrale più comune nell'adulto, sono state riscontrati cambiamenti nucleotidici (C>T/G>A) associati all'uso della temozolomide.

Il DNA tumorale può essere evidenziato nel liquor cefalorachidiano in un numero sostanziale di pazienti con tumori cerebrali primitivi e con metastasi al SNC da tumori solidi. L'identificazione di alterazioni genetiche è stata in grado di fornire una possibile spiegazione della resistenza alla terapia in almeno 4 pazienti su 12 (33%).

L'analisi del liquor cefalorachidiano si propone quale alternativa "liquida" alla biopsia del tessuto tumorale che, nel caso delle localizzazioni encefaliche, è spesso preclusa per la complessità associata al prelievo del campione. 

Come una Stele di Rosetta, la genotipizzazione dei tumori cerebrali primitivi e delle localizzazioni al SNC da tumori solidi offre importanti opportunità di studio con presumibile trasferibilità nella pratica clinica.