Uno studio di coorte ha analizzato la capacità dei pazienti oncologici in trattamento attivo nel produrre un'adeguata risposta anticorpale ai vaccini anti-SARS-CoV-2 a RNA messaggero.
Massarweh A, et al. Evaluation of Seropositivity Following BNT162b2 Messenger RNA Vaccination for SARS-CoV-2 in Patients Undergoing Treatment for Cancer. JAMA Oncol 2021 (Epub ahead of print)
Disegno: studio di coorte prospettico, condotto su 102 pazienti adulti con tumori solidi sottoposti a trattamento antitumorale attivo e su 78 controlli che avevano ricevuto la seconda dose del vaccino BNT162b2 almeno 12 giorni prima dell'arruolamento. I controlli sono stati reclutati tra familiari/caregiver dei pazienti. Lo studio è stato condotto tra il 22 febbraio 2021 e il 15 marzo 2021 presso il Davidoff Cancer Center del Beilinson Hospital (Petah Tikva, Israele).
Metodi: Sono stati analizzati campioni di siero su cui sono stati determinati i titoli degli anticorpi IgG contro il dominio di legame del recettore spike SARS-CoV-2 utilizzando un test immunologico disponibile in commercio. La sieropositività è stata definita come ≥50 AU/mL.
Outcome primario: tasso di sieropositività.
Analisi secondarie: confronto dei titoli di IgG e identificazione di fattori associati alla sieropositività mediante analisi univariata e multivariata.
L'analisi ha incluso 180 partecipanti, fra cui 102 pazienti oncologici (età mediana [intervallo interquartile (IQR)], 66 [56-72] anni; 58 uomini [57%]) e 78 controlli sani (età mediana [IQR], 62 [49-70] anni; 25 uomini [32%]). Patologia tumorale più rappresentata: gastrointestinale (29 pazienti [28%]).
Dopo la seconda dose di vaccino, il 90% dei pazienti (N=92) e il 100% dei controlli sono risultati sieropositivi per gli anticorpi IgG antispike SARS-CoV 2.
Il titolo mediano di IgG nei pazienti è risultato significativamente inferiore a quello nei controlli (1931 [IQR, 509-4386] AU/mL vs 7160 [IQR, 3129-11241] AU/mL; P < .001).
In un'analisi multivariata, l'unica variabile significativamente associata a titoli di IgG inferiori è risultata il trattamento combinato di chemioterapia e immunoterapia.
I pazienti oncologici sono potenzialmente a rischio di disregolazione immunitaria correlata alla malattia e/o conseguente alla terapia antitumorale. Pertanto, vi è il timore che, in seguito all'infezione o alla vaccinazione per SARS-CoV-2, possano non sviluppare una risposta immunitaria sufficientemente protettiva.
Uno studio di coorte che ha incluso 102 pazienti oncologici in trattamento attivo e 78 controlli sani ha evidenziato una sieropositività nel 90% dei pazienti e nel 100% dei controlli dopo la seconda dose di vaccino ad RNA messaggero BNT162b2.
Punti di forza dello studio: sample size, gruppo di controllo valido (famiglia/caregiver), analisi mediante regressione logistica multivariata.
Spunti di discussione:
Per lo studio è stato utilizzato un dosaggio immunologico in chemiluminescenza con soglie prestabilite per definire la sieropositività. Nonostante le eccellenti caratteristiche prestazionali del test, tra cui sensibilità e specificità superiori al 98%, è importante notare che la sieropositività è un correlato chiave ma imperfetto nel definire la protezione contro l'infezione da SARS-CoV-2.
Inoltre, i titoli anticorpali non descrivono pienamente la protezione contro SARS-CoV-2, poiché altre forme di immunità, come quella che coinvolge le cellule T di memoria specifiche per SARS-CoV-2, possono essere protettive anche in pazienti sieronegativi. Va poi ricordato come la durata dell'immunità protettiva, specialmente nei pazienti che continuano a ricevere una terapia antitumorale, rimanga una domanda aperta con necessità di studi longitudinali. Pertanto, anche con dosaggi anticorpali altamente affidabili, la sieropositività rimane un proxy imperfetto per l'immunità clinicamente protettiva contro SARS-CoV-2.
L'influenza del tipo di trattamento sulla risposta immunitaria a SARS-CoV-2 è un argomento di particolare interesse clinico. Nello studio israeliano sulla vaccinazione, l'unico regime di trattamento associato a livelli di IgG significativamente più bassi all'analisi multivariata è risultato la combinazione di chemioterapia con immunoterapia; tuttavia, solo 14 pazienti hanno ricevuto la terapia combinata, e non è stata osservata alcuna associazione con la sola chemioterapia o immunoterapia.
Nel complesso, lo studio rafforza il concetto sull'importanza di garantire un ciclo completo di vaccinazione per i pazienti oncologici, considerati ad alto rischio di morbilità e mortalità da COVID-19. Un'analisi ad interim di uno studio osservazionale prospettico del vaccino mRNA BNT162b2 in pazienti oncologici ha mostrato limitata efficacia (misurata da sieroconversione, neutralizzazione virale e risposte delle cellule T) dopo una singola dose, ma un sostanziale miglioramento della immunogenicità in coloro che hanno ricevuto un potenziamento del vaccino al giorno 21 (Monin L, et al. Lancet Oncol; published online April 27, 2021). Questi dati suggeriscono come la somministrazione tempestiva della seconda dose di vaccino sia cruciale tra i pazienti oncologici, in particolare tra coloro che stanno ricevendo attivamente una terapia sistemica.