Miscellanea
Sabato, 23 Febbraio 2019

Guarire dopo un tumore in giovane età: quali rischi di secondi tumori?

A cura di Massimo Di Maio

Un grande studio di coorte condotto in Inghilterra e Galles descrive l’incidenza nel tempo di secondi tumori in chi si è ammalato di un primo tumore in giovane età: l’analisi consente di stimare i rischi in eccesso rispetto alla popolazione generale, e descrive le differenze a seconda dei tipi specifici di tumore.

Bright C J, Reulen R C, Winter D L, et al. Risk of subsequent primary neoplasms in survivors of adolescent and young adult cancer (Teenage and Young Adult Cancer Survivor Study): a population-based, cohort study. Lancet Oncol 2019; published online Feb 20. 

Le implicazioni personali, familiari e sociali di una diagnosi di tumore in un adolescente o giovane adulto (adolescent and young adult, AYA) sono notevoli.
 
Oltre alle problematiche relative al trattamento e al successivo follow-up del tumore già diagnosticato, nei pazienti guariti bisogna discutere anche l’aspetto del rischio di secondi tumori che potrebbero essere diagnosticati nel tempo. Gli autori dello studio recentemente pubblicato da Lancet Oncology hanno analizzato l’incidenza di altri tumori in pazienti nei quali era stato diagnosticato un tumore in giovane età.
 
La pubblicazione presenta i risultati del Teenage and Young Adult Cancer Survivor Study, uno studio di coorte, di popolazione, basato sui dati di 200945 pazienti che avessero precedentemente ricevuto una diagnosi di cancro in un’età compresa tra 15 e 39 anni, in Inghilterra o in Galles, nel periodo compreso tra il 1971 e il 2006, e fossero vivi a 5 anni dalla diagnosi.

La casistica della coorte è stata selezionata sulla base dei dati delle diagnosi di tumore registrati dall’Office for National Statistics e dal Welsh Cancer registry.
 
Il follow-up dei pazienti partiva 5 anni dopo la diagnosi del primo tumore, fino alla morte, all’eventuale emigrazione o alla data di conclusion dello studio (fine 2012).
 
Gli autori, nell’analisi pubblicata da Lancet Oncology, si sono concentrati sulla descrizione del rischio di successivi tumori dopo la diagnosi di 16 tipi di tumore in giovane età:
 
• tumore della mammella;
• tumore della cervice;
• tumore del testicolo;
• linfoma di Hodgkin (nelle donne);
• linfoma di Hodgkin (negli uomini);
• melanoma;
• tumore intracranico del sistema nervoso centrale;
• tumore del colon-retto;
• linfoma non Hodgkin;
• tumore della tiroide;
• sarcoma dei tessuti molli;
• tumore dell’ovaio;
• tumore della vescica;
• altri tumori del tratto genitale femminile;
• leucemia;
• tumori del distretto cervico-facciale.
 
L’analisi riporta:
 
  • il rischio assoluto in eccesso (Absolute Excess Risk, espresso per 10000 persone-anno): tale rischio esprime il numero assoluto di casi in eccesso rispetto a quelli attesi nella popolazione generale, ed è quindi direttamente interpretabile come misura dell’impatto del problema specifico nei soggetti sopravviventi dopo una diagnosi ricevuta in giovane età;
     
  • l’incidenza cumulativa di specifici tipi di tumori dopo ciascun tipo di tumore in giovane età preso in esame.

L’analisi si basa su un follow-up complessivo di 2631326 persone-anno, con un follow-up mediano di 16.8 anni.

In tale periodo di osservazione, in 11565 soggetti sono stati diagnosticati 12321 tumori successivi.
I gruppi nei quali si è registrata una più elevata incidenza di secondi tumori sono stati i soggetti con prima diagnosi di tumore della mammella, di tumore della cervice, di tumore del testicolo e di linfoma di Hodgkin.

Il rischio assoluto in eccesso di qualsiasi tipo di tumore successivo è risultato pari a:

• 19.5 per 10000 persone-anno (intervallo di confidenza al 95% 17.4 – 21.5) nelle pazienti che avevano ricevuto precedente diagnosi di tumore della mammella;
• 10.2 per 10000 persone-anno (intervallo di confidenza al 95% 8.0 – 12.4) nelle pazienti che avevano ricevuto precedente diagnosi di tumore della cervice;
• 18.9 per 10000 persone-anno (intervallo di confidenza al 95% 16.6 – 21.1) nei pazienti che avevano ricevuto precedente diagnosi di tumore del testicolo;
• 55.7 per 10000 persone-anno (intervallo di confidenza al 95% 50.4 – 61.1) nelle pazienti di sesso femminile che avevano ricevuto precedente diagnosi di linfoma di Hodgkin;
• 29.9 per 10000 persone-anno (intervallo di confidenza al 95% 26.3 – 33.6) nei pazienti di sesso maschile che avevano ricevuto precedente diagnosi di linfoma di Hodgkin;

L’incidenza cumulativa di qualsiasi tipo di altro tumore, 35 anni dopo la diagnosi del primo, è risultata pari a:

• 11.9% (intervallo di confidenza al 95% 11.3 – 12.6) nelle pazienti con precedente diagnosi di tumore della mammella;
• 15.8% (intervallo di confidenza al 95% 14.8 – 16.7) nelle pazienti con precedente diagnosi di tumore della cervice;
• 20.2% (intervallo di confidenza al 95% 18.9 – 21.5) nei pazienti con precedente diagnosi di tumore del testicolo;
• 26.6% (intervallo di confidenza al 95% 24.7 – 28.6) nelle pazienti di sesso femminile con precedente diagnosi di linfoma di Hodgkin;
• 16.5% (intervallo di confidenza al 95% 15.2 – 18.0) nei pazienti di sesso maschile con precedente diagnosi di linfoma di Hodgkin.

La diagnosi di un successivo tumore del polmone rende conto di una proporzione elevata dei tumori in eccesso, in tutti i tipi di primi tumori presi in considerazione.

Un’elevata proporzione dei successivi tumori diagnosticati in eccesso è rappresentata, per molti tipi di primi tumori, da “cluster” costituiti da pochi tipi di secondi tumori.

L’identificazione di “cluster” di tipi di secondi tumori, che rendono conto di un’elevata proporzione dei successivi tumori diagnosticati in eccesso nei soggetti che avevano ricevuto una prima diagnosi di tumore in giovane età, ha delle ovvie implicazioni nel consentire di identificare le priorità del follow-up a lungo termine.

In termini assoluti, l’eccesso di secondi tumori appare particolarmente evidente in alcuni specifici tipi di pazienti sopravvissuti: in particolare, nei soggetti sopravvissuti a un tumore della cervice, della mammella, del testicolo e a un linfoma di Hodgkin.

Inquietante il dato relativo all’eccesso di successivi tumori del polmone in chi da giovane ha ricevuto una prima diagnosi di altra neoplasia: oltre a fattori di predisposizione genetica, probabilmente un ruolo importante in tale associazione è rappresentato dal rischio legato alla radioterapia ricevuta come parte del trattamento dei primi tumori, nonché all'aumento dell’abitudine al fumo di sigaretta in tali pazienti, con I rischi ad esso associati.

Lo studio si avvale della grande numerosità della casistica analizzata, proponendosi come il maggiore studio mai realizzato con l’obiettivo di descrivere I rischi di successivi tumori dopo diagnosi di specifici tipi di tumore in giovane età, ed è il primo studio a descrivere il rischio in eccesso di specifici tipi di tumori successivi.