Una metanalisi dei dati di letteratura, pubblicata da JAMA Oncology, riassume l’evidenza a supporto dell’impiego dell’agopuntura e dell’agopressione nei pazienti oncologici. Meglio mettere da parte lo scetticismo, e guardare con attenzione alle terapie complementari.
He Y, Guo X, May BH, et al. Clinical Evidence for Association of Acupuncture and Acupressure With Improved Cancer Pain: A Systematic Review and Meta-Analysis. JAMA Oncol. Published online December 19, 2019. doi:https://doi.org/10.1001/jamaoncol.2019.5233
Il dolore rappresenta un sintomo frequente nei pazienti oncologici, ed è ovviamente il sintomo associato per definizione ad una notevole compromissione della qualità di vita. Oggi, rispetto a qualche lustro fa, sono stati fatti notevoli progressi nell’adeguatezza del trattamento analgesico, specialmente in termini di ricorso a farmaci oppoidi un tempo largamente sotto-impiegati. Peraltro, in molti casi, il controllo del dolore rimane subottimale.
L’agopuntura è una terapia basata sui principi della medicina tradizionale cinese, che prevede l’inserimento di piccoli aghi attraverso la superficie del corpo umano. L'agopressione è una tecnica "gemella" dell’agopuntura che, anziché usare aghi per stimolare i punti energetici del corpo, usa le dita di un massaggiatore.
Nel tempo, vari studi hanno provato a documentare l’efficacia dell’agopuntura nel controllo di vari tipi di dolore, tra cui il dolore da cancro. La letteratura sull’argomento soffre della notevole eterogeneità degli studi clinici sull’argomento, caratterizzati, nella maggior parte dei casi, da una scarsa numerosità di pazienti.
Alcuni studi hanno usato, come controllo, la cosiddetta “sham acupuncture” (o “placebo acupuncture”), vale a dire la tecnica effettuata lontano dai punti dell’agopuntura identificati dalla medicina tradizionale cinese, oppure senza la penetrazione dell’ago. Altri studi sono stati condotti in aperto.
Obiettivo della revisione sistematica e metanalisi pubblicata da JAMA Oncology è quello di sintetizzare l’evidenza disponibile sull’argomento, valutando l’efficacia dimostrata dall’agopuntura, nell’ambito di studi randomizzati, nel ridurre l’intensità del dolore da cancro.
Outcome primario dell’analisi era l'intensità del dolore, misurata mediante Brief Pain Inventory, Numerical Rating Scale, Visual Analog Scale, o Verbal Rating Scale.
Complessivamente, sono stati inclusi nella revisione sistematica 17 studi randomizzati, per un totale di 1111 pazienti. Di questi, 14 studi (per un totale di 920 pazienti) erano eleggibili per la metanalisi.
In 7 studi, i pazienti assegnati al braccio di controllo erano trattati con “agopuntura placebo”. Questi studi sono quindi caratterizzati da un minor rischio di bias rispetto agli studi condotti in aperto.
Considerando questi studi, l’agopuntura si è dimostrata associata a una riduzione significativa dell’intensità del dolore (differenza media −1.38 punti; intervallo di confidenza al 95% da −2.13 a −0.64 punti; I2 = 81%).
In 6 studi, il disegno prevedeva la combinazione di agopuntura e agopressione con la terapia analgesica, allo scopo di ridurre l’intensità del dolore, e in ulteriori 2 studi l’obiettivo era la riduzione della dose di oppioidi. In entrambi i casi, l’impiego dell’agopuntura è risultato significativamente associato a un outcome positivo.
In particolare, nei 6 studi che testavano la combinazione con la terapia analgesica, si è osservata una riduzione del dolore (differenza media −1.44 punti; intervallo di confidenza al 95% da −1.98 a −0.89; I2 = 92%). Nei 2 studi che testavano l’efficacia in termini di riduzione della dose di oppioidi, la differenza media è risultata pari a −30.00 mg equivalenti di morfina nella dose quotidiana; intervallo di confidenza al 95% da −37.5 mg a −22.5 mg).
Gli autori hanno giudicato moderata la qualità dell’evidenza, a causa di notevole eterogeneità nel disegno, nella conduzione e nei risultati degli studi.
La scarsa qualità complessiva degli studi, e la loro notevole eterogeneità, impone cautela nell’interpretazione del risultato della metanalisi.
Peraltro, il dato è molto interessante e impone di guardare senza scetticismo e superficialità al possibile impiego, complementare piuttosto che alternativo, dell’agopuntura nel trattamento del dolore oncologico. Se il trattamento può aiutare a controllare meglio il dolore, riducendo la dose di oppioidi e quindi gli effetti collaterali ad essi associati, la qualità di vita dei pazienti può potenzialmente trarne un significativo beneficio. Come dicono gli autori, quindi, i risultati rappresentano sicuramente un buon background per testare in maniera metodologicamente più robusta l’efficacia dell’agopuntura.
Ad ottobre di quest’anno, ASCO ha dedicato una “Daily news” all’incorporazione dell’agopuntura nel trattamento del dolore oncologico, che vi invitiamo a leggere.
L’articolo sottolinea che è doveroso guardare a tecniche complementari per il trattamento dei sintomi dei pazienti oncologici. Naturalmente, la tecnica deve essere affidata a operatori esperti ed è opportuno enfatizzare con i pazienti che si tratta di una tecnica complementare, e non alternativa, rispetto ai trattamenti farmacologici.