Uno studio prospettico ha analizzato l’incidenza e i fattori predittivi della riattivazione del virus dell'epatite C (HCV) in pazienti sottoposti a terapia antitumorale.
Torres HA, et al. Hepatitis C virus reactivation in patients receiving cancer treatment: A prospective observational study. Hepatology 2018;67(1):36-47.
L'infezione da HCV è stata riportata in percentuali variabili tra l’1.5% e il 32% dei pazienti oncologici in tutto il mondo, a seconda dell'area geografica e del tipo di cancro studiato.
Tra i pazienti sottoposti a terapie antitumorali, una disfunzione epatica causata da epatite B
per riattivazione dell’HBV si verifica nel 14-72% dei pazienti non sottoposti a terapia antivirale profilattica e può avere ripercussioni gravi quali l’insufficienza epatica (circa nel 15% dei casi) e
la morte (circa nel 6% dei casi). Al contrario, l'incidenza e le conseguenze della riattivazione dell'HCV durante il trattamento antitumorale sono meno studiate. La riattivazione dell’HCV sembra essere meno comune e avere conseguenze meno gravi della riattivazione dell'HBV.
Tuttavia, la vera incidenza di riattivazione dell’HCV non è stata determinata attraverso studi prospettici nei quali è stato effettuato un monitoraggio sistematico dell’HCV-RNA.
D’altro canto, è comprensibile l’atteggiamento prudenziale degli oncologi che, estrapolando ciò che è noto sulla riattivazione dell'HBV, siano portati ad escludere pazienti con infezione da HCV
da trattamenti antitumorali, specie nell’ambito di trial clinici.
Al fine di colmare questo gap di informazione sulla gestione di pazienti con infezione da HCV che necessitano trattamenti antitumorali, è stato condotto uno studio prospettico osservazionale presso l'MD Anderson Cancer Center di Houston.
Popolazione
Pazienti oncologici, con neoplasie ematologiche o tumori solidi, afferenti all’MD Anderson Cancer Center da novembre 2012 a luglio 2016 e per i quali era in programma un trattamento antitumorale (chemioterapia [compresa eventuale target therapy] con o senza radioterapia). Per evitare fattori di confondimento sui valori ematochimici del fegato, sono stati esclusi pazienti con carcinoma epatocellulare o metastasi epatiche. Sono stati anche esclusi i pazienti con HCV-RNA non rilevabile al basale.
Analisi seriate
Misure di outcome e definizioni
In totale, sono stati studiati 100 pazienti, 50 con neoplasie ematologiche e 50 con tumori solidi.
La riattivazione dell’HCV è occorsa in 23 pazienti (23%), di cui 18 (36%) con neoplasie ematologiche e 5 (10%) con tumori solidi.
Fattori predittivi della riattivazione
In analisi univariata, i seguenti fattori sono risultati predittivi della riattivazione dell’HCV:
In analisi multivariata, l’associazione è stata mantenuta per i seguenti fattori:
Effetti della riattivazione
Fra i 23 pazienti con riattivazione, 10 (43%) hanno manifestato una forma di epatite. Nessun paziente con riattivazione ha sperimentato insufficienza epatica o morte correlata all’epatopatia entro 36 settimane dall’inizio della terapia antitumorale.
Fra i 14 pazienti con manifestazione di epatite, di cui 6 avevano riattivazione dell’HCV, la terapia antitumorale è stata interrotta o si è adottata una riduzione di dose.
Fra i pazienti con pregressa infezione da HCV sottoposti a trattamento antitumorale, circa uno su quattro può andare incontro a una riattivazione dell'infezione.
Nella maggioranza dei casi, la riattivazione ha un decorso clinico indolente ma può influenzare il piano di cura antitumorale (sospensione del trattamento o riduzione della dose).
L'infezione da HCV non dovrebbe controindicare la terapia antitumorale ma i pazienti con pregresse infezioni da virus C dovrebbero essere sottoposti a un attento monitoraggio, specie se trattati con regimi associati ad alto rischio di riattivazione (rituximab, steroidi ad alte dosi).
Data la disponibilità di agenti antivirali molto efficaci, ben tollerati e di breve durata (8-12 settimane), il trattamento dell’HCV può essere iniziato prima o contemporaneamente alla terapia antitumorale per ottimizzare i risultati evitando modifiche nel piano di trattamento antitumorale.
Da ricordare che l’infezione da virus B dell’epatite (HBV) espone a un rischio più alto di complicanze (insufficienza epatica, morte) in caso di riattivazione. Per tale motivo, i criteri di screening, monitoraggio e profilassi della riattivazione da HBV sono più stringenti.
Per approfondimenti sulle misure di adottare in caso di pregressa esposizione al virus B dell'epatite, si rimanda ai seguenti lavori: