Miscellanea
Venerdì, 07 Marzo 2025

Neuropatia sensoriale periferica: mani fredde, cuore caldo?

A cura di Giuseppe Aprile

Un piccolo trial randomizzato testa l'utilizzo di guanti raffreddati e compressivi da indossare nella mano dominante prima, durante e dopo la somministrazione di paclitaxel (Nab-P o standard) come prevenzione della neurotossicità chemio-indotta.

Michel LL, Schwarz D, Romar P, Feisst M, Hamberger D, Priester A, Kurre E, Klein E, Müller J, Schinköthe T, Weiler M, Smetanay K, Fremd C, Heublein S, Thewes V, Breckwoldt MO, Jäger D, Bendszus M, Marmé F, Schneeweiss A. Efficacy of Hand Cooling and Compression in Preventing Taxane-Induced Neuropathy: The POLAR Randomized Clinical Trial. JAMA Oncol. 2025 Mar 6

La neuropatia indotta da taxani - riportata in forme e intesità diverse in quasi la metà delle pazienti esposte alla chemioterapia e spesso gravata da interruzioni o ritardi nei trattamenti - non ha un efficace prevenzione né un trattamento universalmente riconosciuto. Sono riconosciuti fattori di rischio per lo sviluppo di questa tossicità il diabete, l'età avanzata e l'avere una polineuropatia subclinica precedente all'avvio del trattamento, menre rimane il dubbio per l'assuinzione di alcolici ed il fumo.

L'ipotermia e la pressoterapia sono state studiate, in questa condizione ma con risultati non soddisfacenti e non sempre concordi.

Gli autori testano in un trial randomizzato monocentrico l'efficacia del raffreddamento (guanti raffreddati a -20°C Elasto-Gel) o della compressione (guanti di una taglia minore a quella minima richiesta) applicata alla mano dominante da 30 minuti prima dell'avvio del trattamento antiblastico (con nab-paclitaxel o paclitaxel standard) a 30 minuti dopo la sua conclusione.

Era prevista randomizzazione 1:1 in aperto a cooling vs compressione; endpoint primario dello studio era la prevenzione della neurotossicità periferica indotta dalla chemioterapia (CINP) di grado 2 o maggiore valutata tramite CTCAE 5.0; erano anche previste assesment clinici con questionari validati (total neuropathy score, QLQ CIPN20).

Lo studio ha arruolato 122 pazienti con neoplasia mammaria che avviavano terapia con taxano in setting adiuvante (27%) o neoadiuvante (73%); il 75% delle pazienti ha ricevuto da 10 a 12 somministrazioni di taxano con una dose cumulativa e mediana pari a 1230/264 mg (nab-paclitaxel) ovvero 885/152 mg (paclitaxel).

Il 97% delle donne arruolate era destrimane.

Nel complesso, 21 pazienti hanno ritirato il consenso allo studio e l'analisi finale ha incluso 101 pazienti (52 nel braccio con intervento di raffreddamento, 49 in quello con intervento di compressione). Si noti che la probabilità di ritiro del consenso per intolleranza all'intervento era molto maggiore nel braccio con raffreddamento (6/9) rispetto a quella riportata nel braccio con compressione (1/12).

Sia il raffreddamento che la compressione hanno significativamente ridotto la chance di neurotossicità sensoriale di grado 2 o maggiore: nel caso del cooling la probabilità è scesa dal 50% al 29% (P=0.002); nel caso della compressione la probabilità si è ridotta dal 38% al 24% (p=0.008). Il beneficio per il cooling si manteneva anche a sei mesi dal termine della terapia, quello per la compressione invece tendeva a diluirsi nel tempo.

Con i limiti di una numerosità campionaria ridotta, dell'essere stato condotto in aperto in un unico centro, della difficoltà a valutare oggettivamente la CIPN e del non trascurabile tasso di withdrawal, il trial POLAR dimostra che sia la compressione che l'hand cooling riducono la probabilità di neurotossicità chemioindotta da taxani. In pazienti selezionate questi trattamenti possono essere proposti anche nella pratica clinica.