Tra le persone che riferiscono perdita di peso nei 2 anni precedenti, il tasso di diagnosi di cancro è significativamente aumentato nei 12 mesi successivi rispetto a quelli senza perdita di peso recente? A questo interessante quesito prova a rispondere uno studio prospettico pubblicato da JAMA.
Qiao-Li Wang, Ana Babic, Michael H. Rosenthal, Alice A. Lee, Yin Zhang, Xuehong Zhang, Mingyang Song, Leandro F. M. Rezende, Dong Hoon Lee, Leah Biller, Kimmie Ng, Marios Giannakis, Andrew T. Chan, Jeffrey A. Meyerhardt, Charles S. Fuchs, A. Heather Eliassen, Brenda M. Birmann, Meir J. Stampfer, Edward L. Giovannucci, Peter Kraft, Jonathan A. Nowak, Chen Yuan, Brian M. Wolpin. Cancer Diagnoses After Recent Weight Loss. JAMA, 2024; 331 (4): 318 DOI: 10.1001/jama.2023.25869
La perdita di peso (necessariamente divisa tra “intenzionale”, quando associata per esempio a un aumento dell’esercizio fisico o a una dieta volontaria, e “non intenzionale” negli altri casi) è un fenomeno comunemente riferito dai pazienti al proprio medico curante, e spesso riferito tra i segni e sintomi che precedono la diagnosi di una neoplasia. Peraltro, non c’è in letteratura una stima chiara e definitiva della sensibilità, specificità e valore predittivo della perdita di peso rispetto alla diagnosi di un tumore.
Obiettivo dell’analisi pubblicata su JAMA era quello di determinare il tasso di una diagnosi oncologica in un arco di tempo di 12 mesi, dividendo gli operatori sanitari inclusi nello studio tra quelli che avevano avuto perdita di peso nei 2 anni precedenti rispetto a quelli che non riferivano alcuna perdita di peso recente.
Nel dettaglio, si è trattato di un’analisi prospettica di coorte che includeva donne di età pari o superiore a 40 anni, che sono state seguite dal giugno 1978 al 30 giugno 2016 nell’ambito del Nurses' Health Study, e di uomini di età pari o superiore a 40 anni, che sono stati seguiti dal gennaio 1988 al 31 gennaio 2016 nell’ambito dell'Health Professionals Follow-Up Study. Ai soggetti veniva chiesto il peso ogni 2 anni, e sulla base dei valori riportati è stata calcolata l’eventuale perdita di peso, la cui intenzionalità è stata classificata come alta, se il soggetto riferiva un aumento sia dell’attività fisica che dell’attenzione alla dieta, media se riferiva un aumento di solo uno dei due suddetti fattori, e bassa se il partecipante non riferiva né aumento dell’attività fisica né aumento dell’attenzione alla dieta.
L’outcome era il tasso di diagnosi di cancro nei 12 mesi successivi alla perdita di peso, calcolata come descritto sopra.
Complessivamente, lo studio ha incluso 157474 partecipanti (età mediana, 62 anni; 111912 pari al 71% erano donne).
Durante il follow-up complessivamente corrispondente a 1,64 milioni di anni-persona, sono stati identificati 15809 casi incidenti di cancro (tasso di incidenza, 964 casi / 100000 anni-persona).
Nei 12 mesi successivi al calcolo dell’eventuale perdita di peso, si sono verificati 1.362 casi di cancro/100.000 anni-persona tra tutti i partecipanti con una recente perdita di peso superiore al 10,0% del peso corporeo, rispetto a 869 casi di cancro/100.000 anni-persona tra i partecipanti che non avevano riferito una perdita di peso recente. La differenza tra i gruppi è stata quindi pari a 493 casi/100.000 anni-persona (intervallo di confidenza al 95%, 391 - 594 casi/100.000 anni-persona; p< 0.001).
Tra i partecipanti classificati con bassa intenzionalità per la perdita di peso, ci sono stati 2.687 casi di cancro/100.000 anni-persona per quelli con una perdita di peso superiore al 10,0% del peso corporeo rispetto a 1.220 casi di cancro/100.000 anni-persona per quelli senza perdita recente di peso, per una differenza tra gruppi pari a 1.467 casi/100.000 anni-persona (intervallo di confidenza al 95%, 799 - 2.135 casi/100.000 anni-persona; p<0.001).
Tra i partecipanti con recente perdita di peso è stata registrata una particolare frequenza di tumori del tratto gastrointestinale superiore (tumore dell’esofago, dello stomaco, del fegato, delle vie biliari o del pancreas): si sono verificati 173 casi di cancro/100.000 anni-persona nei soggetti con perdita di peso superiore al 10,0% del peso corporeo rispetto a 36 casi di cancro/100.000 anni-persona nei soggetti senza perdita di peso recente, per una differenza tra gruppi pari a 137 casi/ 100.000 anni-persona (intervallo di confidenza al 95%, 101 - 172 casi/100.000 anni-persona; p<0.001).
Sulla base dei risultati sopra sintetizzati, gli autori concludono che gli operatori sanitari che avevano perso peso nei 2 anni precedenti avevano un rischio significativamente più elevato di cancro durante i successivi 12 mesi rispetto a quelli senza perdita di peso recente. In particolare, sono particolarmente comuni, tra i partecipanti con recente perdita di peso rispetto a quelli senza recente perdita di peso, i tumori del tratto gastrointestinale superiore.
Il ricercatore Brian Wolpin, Direttore del Gastrointestinal Cancer Center presso il Dana-Farber e direttore dell'Hale Family Center for Pancreatic Cancer Research, commentando i risultati ha affermato: "se un soggetto sta perdendo peso e non sta cercando di farlo volontariamente apportando cambiamenti alla propria routine di attività fisica o alla dieta, dovrebbe prontamente consultare il proprio medico per considerare le possibili cause".
Il primo autore del manoscritto, Qiaoli Wang, ricercatore presso il Dana-Farber ha sottolineato che l’analisi ha provato a differenziare, sulla base delle informazioni raccolte prospetticamente dai soggetti partecipanti, la perdita di peso volontaria dalla perdita di peso involontaria: "Una sana perdita di peso può derivare da cambiamenti nella dieta o da un aumento dell'esercizio fisico. Al contrario, una perdita di peso che si verifica inaspettatamente può essere dovuta a un cancro sottostante."
Interessante il fatto che l’analisi ha rilevato che livelli simili di perdita di peso si verificavano non solo prima della diagnosi della malattia in stadio avanzato, ma anche prima della diagnosi di un tumore in stadio iniziale. Questo risultato ha implicazioni particolarmente rilevanti, perché la perdita di peso involontaria potrebbe essere un segno di un tumore non necessariamente avanzato, ma anche possibilmente diagnosticabile in uno stadio più precoce e quindi suscettibile di trattamenti potenzialmente guaritivi.
Naturalmente, ci sono in letteratura molti studi relativi alla perdita di peso come fattore predittivo di una diagnosi oncologica, ma la gran parte degli studi prendevano in considerazione casistiche di pazienti in fase diagnostica, quindi già mossi da un sospetto clinico. In questo caso, invece, lo studio ha potuto correlare prospetticamente, in una casistica di soggetti potenzialmente sani, la perdita di peso con la diagnosi di tumore.