Le reazioni di ipersensibilità ai taxani possono essere prevenute grazie all’impiego profilattico di steroidi, in particolare desametasone. Tuttavia, esiste una significativa variabilità negli schemi di premedicazione adottati in clinica. Uno studio ha rivisto la casistica decennale (2010-2020) degli schemi di profilassi steroidea in pazienti trattati con paclitaxel o docetaxel allo Stanford Cancer Institute.
Lansinger OM, Biedermann S, He Z, Colevas AD. Do Steroids Matter? A Retrospective Review of Premedication for Taxane Chemotherapy and Hypersensitivity Reactions. J Clin Oncol 2021 (Epub ahead of print)
Le reazioni di ipersensibilità che possono verificarsi dopo somministrazione di taxani non sono prettamente di tipo allergico. Il meccanismo più probabile è la degranulazione di mast cellule non mediata da immunoglobuline E.
Dispnea, flushing, ipotenzione, broncospasmo, orticaria e rash sono tra le manifestazioni cliniche più frequenti. Per lo più, i sintomi gravi si manifestano entro 2-3 minuti dall’avvio dell’infusione e generalmente recedono se trattati. Anche se più rare, sono riportate anche reazioni tardive.
Al fine di prevenire le reazioni da taxani, secondo scheda tecnica, è previsto l’utilizzo di una profilassi con desametasone. In particolare, è raccomandata l’assunzione di 20 mg per os circa 12 e 6 ore prima della somministrazione di paclitaxel. Similmente, è raccomandata la premedicazione con desametasone 16 mg die (ad esempio 8 mg 2 volte die) per 3 giorni a cominciare dal giorno che precede la somministrazione di docetaxel.
Malgrado queste indicazioni, esiste una significativa variabilità in clinica riguardo agli schemi di profilassi.
Limitare la dose di desametasone impiegato in profilassi è importante per ridurre il rischio legato ai possibili effetti collaterali indotti dallo steroide che possono essere di entità lieve-moderata (dermatite, cataratta, sindrome di Cushing, alterazioni del metabolismo di glucosio, ulcere gastriche) ma anche gravi e a rischio per la vita (mascheramento di una setticemia, aritmie cardiache, osteonecrosi).
Lo studio, retrospettivo, basato sulla valutazione dei fascicoli elettronici seguita dalla revisione delle singole cartelle cliniche, ha analizzato l’associazione tra premedicazione steroidea (dosaggio) e incidenza o gravità delle reazioni di ipersensibilità dopo la prima somministrazione di taxano. Tra le potenziali variabili predittive del rischio di idiosincrasia, sono state analizzate le seguenti: dose e via di somministrazione dello steroide, dose e tipo di taxano, patologia tumorale, genere e razza del paziente.
Dei 5217 pazienti trattati con paclitaxel o docetaxel, 3181 hanno soddisfatto i criteri per l’analisi. Fra questi, sono state osservate 264 (8.3%) reazioni idiosincrasiche.
In termini di dose di desametasone ricevuta come premedicazione sono state definite tre categorie:
In analisi multivariata, aggiustata per le diverse variabili prese in esame, non è stata osservata alcuna associazione significativa ad eccezione della patologia ginecologica e del sesso femminile. In particolare, le pazienti con tumori ginecologici sono risultate a maggior rischio di reazioni di ipersensibilità di qualsiasi grado (HR 1.34 [1.01 to 1.79]; P=0.044) e di grado elevato (HR 2.34 [1.14 to 4.79]; P=0.020), mentre nel sesso femminile si è osservato un maggior rischio esclusivamente per gli eventi di qualsiasi grado (HR 1.26 [1.09 to 1.46]; P=0.0014).
Lo studio, pur con i limiti di un’analisi retrospettiva e monocentrica, non ha evidenziato alcuna relazione tra dose e via di somministrazione di desametasone e rischio di reazioni di ipersensibilità ai taxani.
In particolare, i dati rassicurano sul fatto che una dose più elevata di desametasone prima della somministrazione di taxani non protegge dalle reazioni di ipersensibilità più di quanto lo faccia una dose di 10 mg.
In considerazione dei potenziali effetti collaterali associati all’impiego di dosi ripetute di steroidi ad alte dosi, viene suggerito di limitare la premedicazione a una singola dose di 10 mg di desametasone.
I risultati dello studio hanno implicazioni pratiche di rilievo per specifiche categorie di pazienti (in trattamento con immunoterapia, diabetici).