Miscellanea
Lunedì, 04 Novembre 2024

Smettere di fumare dopo una diagnosi di tumore allunga la vita

A cura di Massimo Di Maio

Uno studio prospettico condotto negli Stati Uniti produce un’evidenza solida a sostegno dell’associazione tra la cessazione del fumo e una migliore aspettativa di vita per i fumatori che si ammalano di tumore. I migliori risultati si ottengono quando il programma di cessazione del fumo avviene tempestivamente dopo la diagnosi.

Cinciripini PM, Kypriotakis G, Blalock JA, et al. Survival Outcomes of an Early Intervention Smoking Cessation Treatment After a Cancer Diagnosis. JAMA Oncol. Published online October 31, 2024. doi:10.1001/jamaoncol.2024.4890

E’ noto che la relazione negativa tra fumo e tumori non si esaurisce al momento della diagnosi oncologica (nel senso che il fumo è un fattore di rischio noto per una maggiore incidenza di numerosi tipi di tumore), ma continua anche per chi abbia ricevuto una diagnosi di tumore. Non smettere di fumare al momento della diagnosi di tumore è associato a una prognosi peggiore e a un aumentato rischio di sviluppare secondi tumori.

Obiettivo dello studio di coorte pubblicato da JAMA Oncology era quello di determinare l’associazione tra la tempistica di partecipazione a un programma di cessazione del fumo per i pazienti che avessero ricevuto una diagnosi oncologica e la prognosi.

La pubblicazione riporta i risultati di uno studio prospettico di coorte. Lo studio includeva pazienti che avessero ricevuto una diagnosi oncologica, fumatori attivi al momento della diagnosi. I pazienti erano inclusi in un programma di cessazione del fumo (Tobacco Research and Treatment Program) presso l’MD Anderson Cancer Center.

Lo studio prevedeva la valutazione a 3 mesi, 6 mesi e 9 mesi dall’inclusione nel programma di cessazione del fumo. Erano considerati successi i pazienti che riferivano di non aver fumato nei precedenti 7 giorni.

Sono stati inclusi nello studio pazienti trattati nel programma di cessazione del fumo tra il gennaio 2006 e il marzo 2022.

L’analisi comprende 4526 pazienti che fumavano al momento della diagnosi oncologica e che sono stati inclusi nel programma di cessazione del fumo. La casistica comprendeva 2254 donne (pari al 49.8% del totale), con un’età mediana di 55 anni (range interquartile 47-62).

Dividendo i pazienti sulla base del successo a 3 mesi dall’inserimento nel programma di cessazione del fumo, chi aveva smesso aveva una prognosi migliore rispetto a chi continuava a fumare (hazard ratio 0.75, intervallo di confidenza al 95% 0.67 – 0.83).

Analogamente, dividendo i pazienti sulla base del successo a 6 mesi dall’inserimento nel programma di cessazione del fumo, chi aveva smesso aveva una prognosi migliore rispetto a chi continuava a fumare (hazard ratio 0.79, intervallo di confidenza al 95% 0.71-0.88).

Infine, anche dividendo i pazienti sulla base del successo a 9 mesi dall’inserimento nel programma, chi aveva smesso aveva una prognosi migliore rispetto a chi continuava a fumare (hazard ratio 0.85, intervallo di confidenza al 95% 0.76 - 0.95.

I pazienti sono stati divisi sulla base dell’intervallo trascorso tra la diagnosi oncologica e l’inserimento nel programma (meno di 6 mesi, tra 6 mesi e 5 anni, oltre 5 anni). I migliori risultati sono stati osservati per il gruppo inserito nel programma di cessazione del fumo entro 6 mesi dalla diagnosi oncologica: la sopravvivenza al 75% percentile è risultata pari a 2.1 anni per chi continuava a fumare rispetto a 3.9 anni per chi aveva smesso. Outcome simili, ma con differenze meno eclatanti, sono stati osservati nel gruppo di chi aveva iniziato il programma di cessazione del fumo tra 6 mesi e 5 anni dalla diagnosi oncologica.

Sulla base dei risultati sopra sintetizzati, gli autori concludono che proporre a chi abbia ricevuto una diagnosi oncologica un programma di cessazione del fumo è importante, in quanto chi smette di fumare ha un’aspettativa di vita migliore di chi non smette. Il beneficio è massimo quando la cessazione del fumo avviene entro 6 mesi dalla diagnosi oncologica.

Naturalmente, gli autori sottolineano che lo studio è stato condotto analizzando i pazienti che avevano accettato di partecipare al programma di cessazione del fumo, quindi una parte di tutti coloro che fumano al momento della diagnosi oncologica. Peraltro, si tratta di un’evidenza prospettica che rafforza quanto altre analisi retrospettive avevano già concluso.

La lotta al fumo deve essere parte integrante della cura ottimale di chi si ammala di tumore.