Recuperare risorse anche da un sistema efficiente è spesso possibile. Uno studio prospettico di coorte, condotto in 5 ospedale statunitensi su pazienti ricoverati per ricevere terapia di supporto, si propone di verificare se la tempistica dell’entrata in azione del team specializzato in cure palliative possa impattare sui costi diretti.
May P et al. Prospective Cohort Study of Hospital Palliative Care Teams for Inpatients With Advanced Cancer: Earlier Consultation Is Associated With Larger Cost-Saving Effect. J Clin Oncol 2015; epub 8 Jun 2015
Le società scientifiche internazionali (ASCO, ESMO) e nazionali (AIOM) raccomandano l’avvio precoce delle cure palliative al momento della presa in carico del paziente e della sua ospedalizzazione per ricevere terapia di supporto. Sebbene vari modelli siano stati proposti (Bruera E, J Clin Oncol 2010), quello della early palliative care ha dimostrato essere il più adatto a rispondere ai bisogni assistenziali del paziente in questa fase di malattia, al controllo dei sintomi ed al mantenimento di qualità e dignità di vita (Parikh RB, N Engl J Med 2013).
Questo problema si interseca con la necessità impellente, sentita nel difficile contesto internazionale, di recuperare e riallocare risorse economiche.
Con queste premesse va letto lo studio nordamericano, condotto tra il 2007 e il 2011 in 5 presidi ospedalieri ad alto volume, che si propone di verificare con un disegno non randomizzato (ritenuto non etico) ma prospettico se un precoce consulto con il team specializzato in cure palliative rispetto al modello di usual care potesse non solo essere di vantaggio per il paziente, ma anche per il sistema.
Il PCCT (palliative care consultation team) è inteso come una squadra ben formata dal punto di vista culturale e operativo che ha il compito di aiutare pazienti e familiari nell’identificare i problemi, prioritarizzarli, fornire rapide risposte per il controllo dei sintomi già evidenti (dolore in primis), chiarire le opzioni terapeutiche, il piano delle cure ed i loro obiettivi, seguendo un protocollo standardizzato ma adattabile al caso.
Criteri di eleggibilità nello studio erano la maggiore età, l’avere una neoplasia solida in fase avanzata, la assenza di ulteriore indicazione a trattamenti antiblastici specifici. I pazienti, inoltre, non potevano aver avuto un precedente contatto con un PCCT.
L’outcome di interesse erano i costi diretti totali (ricavati dai servizi dedicati dei presidi ospedalieri e misurati come incremento totale determinato dall’intervento), mentre non venivano considerati nella analisi i costi indiretti (overheads), e la lunghezza dell’ospedalizzazione. Era inoltre misurato l’impatto sui costi della temporalità dell’intervento: entro 20 giorni dall’accoglimento (97.5% dei casi), entro 10 giorni (95%), entro 6 giorni (90%) o, molto precoce, entro 2 giorni (75% dei casi). L’analisi statistica prevedeva dei modelli lineari e un modello di stima del costo incrementale.
I dati di 970 pazienti sono stati inclusi nella analisi economica finale.
L’intervento entro 6 giorni ha dimostrato di poter significativamente ridurre i costi diretti della degenza del 14% (-1.312 USD, p=0.04); quello precoce avviato entro 2 giorni dal momento del ricovero, addirittura del 24% (-2.300 USD, p<0.001).
Non vi era invece un impatto economico dell’intervento se era avviato oltre i 6 giorni dal momento dell’accettazione in ospedale.
In modo coerente, l'intervento precoce della PCCT riduceva anche in modo significativo la lunghezza della degenza: -13% nel caso di consulto precoce entro 2 giorni dall'inizio della degenza.
L'analisi presentata, pur con dei limiti metodologici e clinici, dimostra che il modello della early palliative care risponde non solo a fabbisogni clinico assistenziali del paziente, ma anche ad esigenze di cost-saving. Rimane da capire se questo modello possa essere esportato in altri contesti culturali e se il vantaggio economico sia ripetibile anche nella nel caso in cui i pazienti con neoplasia avanzata abbiano usufruito di un servizio simile in precedenza. In linea con questo lavoro, ricordiamo il grande impegno della Associazione Nazionale di Oncologia Medica in quest'area.