Nei pazienti giovani con tumore del testicolo trattati con schema PEB, l’elevata chance di guarigione impone un’attenta considerazione delle tossicità a lungo termine associate al trattamento. I dati scandinavi pubblicati su JCO rassicurano sul rischio di tossicità polmonare.
Lauritsen J, Kier MG, Bandak M, Mortensen MS, Thomsen FB, Mortensen J, Daugaard G. Pulmonary Function in Patients With Germ Cell Cancer Treated With Bleomycin, Etoposide, and Cisplatin. J Clin Oncol. 2016 Feb 22. pii: JCO648451. [Epub ahead of print] PubMed PMID: 26903578.
E’ noto da decenni che la chemioterapia può essere responsabile di tossicità polmonare, e tra i farmaci tipicamente associati a tale rischio c’è la bleomicina. Nei pazienti giovani con tumore del testicolo trattati con schema PEB è quindi importante descrivere con precisione l’incidenza e l’entità dell’eventuale danno polmonare, non solo durante la somministrazione del trattamento, ma anche a distanza di tempo, in considerazione dell’elevata probabilità di guarigione e della lunga aspettativa di vita.
Autori danesi hanno appena pubblicato sul Journal of Clinical Oncology la descrizione di una serie di pazienti, trattati in un lungo arco di tempo (dal 1984 al 2007) presso il Rigshospitalet di Copenhagen, sottoposti a chemioterapia con schema PEB.
I pazienti venivano sottoposti ai test di funzionalità respiratoria prima, durante e dopo la somministrazione della chemioterapia, con un follow-up di 5 anni successivo al completamento della stessa:
Durante il trattamento, in base al protocollo applicato presso il centro, in caso di diminuzione maggiore del 25% della capacità di diffusione del monossido di carbonio rispetto al valore di partenza, la somministrazione di bleomicina veniva interrotta.
Gli autori hanno analizzato possibili fattori di rischio associati all’incidenza di tossicità polmonare.
Complessivamente, sono stati inclusi nell’analisi 565 pazienti, per I quali erano disponibili test di funzionalità respiratoria prima e/o dopo il trattamento con PEB.
15 pazienti sono morti durante il trattamento (a causa di progressione di malattia o di tossicità, incluso un paziente morto di polmonite indotta da bleomicina).
Il confronto dei risultati dei test di funzionalità respiratoria ha evidenziato una significativa riduzione della capacità di diffusione del monossido di carbonio a seguito del trattamento, ma i valori durante il follow-up risalivano verso i valori pre-trattamento.
La capacità vitale forzata e il FEV1 rimanevano immodificati dopo il PEB e aumentavano significativamente a livelli superiori al livello pre-trattamento durante il follow-up.
Tra i fattori di rischio per la compromissione basale dei test di funzionalità respiratoria, l’appartenenza al gruppo prognostico sfavorevole secondo la classificazione dell’International Germ Cell Cancer Collaborative Group (IGCCCG), la primitività mediastinica, la presenza di metastasi polmonari e il fumo.
Durante il follow-up, l’aver ricevuto una chirurgia polmonare, l’eventuale verificarsi di embolia polmonare, la categoria prognostica sfavorevole second l’IGCCCG e il fumo risultavano associate a un rischio di compromissione dei test di funzionalità respiratoria. Al contrario, la presenza di metastasi polmonari, la primitività mediastinica, l’età e le dosi di cisplatino ed etoposide non dimostravano influenza significativa sui test di funzionalità respiratoria durante il follow-up. Nessuna associazione significativa, infine, è stata descritta tra la funzione renale e i test di funzionalità respiratoria.
Dopo un follow-up mediano di 16.1 anni, la probabilità cumulativa di tossicità polmonare nei pazienti trattati con PEB risultava comparabile a quella di un gruppo di pazienti in stadio I che erano stati sottoposti a sola osservazione (senza chemioterapia).
I risultati danesi sono interessanti, in quanto presentano un lungo follow-up relativo alla funzionalità respiratoria, su una grande casistica di pazienti trattati con PEB. Nel complesso, lo studio documenta che la tossicità si verifica ma è reversibile.
Si tratta di dati rassicuranti, in quanto la compromissione respiratoria è complessivamente modesta, e in larga parte limitata a pazienti caratterizzati da alcuni fattori di rischio (come la chirurgia polmonare, un’eventuale embolia polmonare, la categoria a cattiva prognosi secondo IGCCCG e il fumo).
Gli autori sottolineano che l’assenza di associazione significativa tra età e compromissione della funzionalità respiratoria mette in discussione l’omissione della bleomicina nei pazienti più anziani, procedura che potrebbe rappresentare un “eccesso di prudenza”.