I pazienti con diagnosi oncologica in giovane età, dopo il completamento dei trattamenti, hanno come obiettivo il pieno re-inserimento sociale e lavorativo… E’ sempre così? Uno studio norvegese ci ricorda che ci possono essere problemi…
Gunnes, M. W., Lie, R. T., Bjørge, T., Syse, A., Ruud, E., Wesenberg, F. and Moster, D. (2016), Economic independence in survivors of cancer diagnosed at a young age: A Norwegian national cohort study. Cancer. doi:10.1002/cncr.30253
L’obiettivo immediato per I soggetti giovani che ricevano una diagnosi oncologica è il completamento dell’iter terapeutico ottimale che, per molte neoplasie e in molti stadi, ha come obiettivo la guarigione. C’è però un altro obiettivo, altrettanto importante in considerazione dell’età e dell’aspettativa di vita dei pazienti: il pieno reinserimento sociale e lavorativo.
Uno studio scandinavo, appena pubblicato su Cancer, ha valutato il rischio di problemi economici e di disoccupazione per i soggetti che abbiano ricevuto una diagnosi oncologica in giovane età, confrontando la loro storia con quella di controlli di pari età.
Lo studio è stato condotto mettendo insieme i dati di alcuni registri tumori norvegesi, per un totale di 1212013 soggetti, nati in Norvegia tra il 1965 e il 1985. Di essi, 5440 avevano ricevuto una diagnosi oncologica prima dei 25 anni di età. Lo studio si basa sui dati del follow-up di tali pazienti a tutto il 2007.
Obiettivi principali dell’analisi erano:
I soggetti con diagnosi oncologica sono stati confrontati, per I suddetti outcome, con I controlli sani.
I soggetti con diagnosi oncologica, sia di sesso maschile che di sesso femminile, presentavano un maggiore rischio di necessitare assistenza finanziaria da parte del governo:
I soggetti con diagnosi oncologica, sia di sesso maschile che di sesso femminile, presentavano un maggiore rischio di disoccupazione:
Sulla base dei risultati descritti, gli autori sottolineano che i pazienti lungo-sopravviventi dopo una diagnosi oncologica ricevuta in giovane età hanno un maggior rischio di dipendenza economica e di disoccupazione.
Naturalmente, la casistica inserita nell’analisi era eterogenea per tipologia di tumore e, di conseguenza, per le eventuali sequele della malattia e dei trattamenti, ma il messaggio complessivo deve far riflettere sulla necessità di mantenere alta l’attenzione su questo aspetto “cruciale” di quello che viene “dopo” la diagnosi e i trattamenti.
I dati epidemiologici, ricordandoci i numeri assoluti di nuovi casi di tumori in età giovanile e la prevalenza di soggetti con precedente diagnosi oncologica, devono ricordarci l’importanza di questo problema: i dati pubblicati su Cancer, sebbene prodotti in una realtà profondamente diversa rispetto a quella italiana, sono utili a richiamare l’attenzione sull’argomento.