Due interessanti presentazioni orali, ma con risultati molto differenti.
Regorafenib, un multitarget con proprietà antiangiogeniche, prolunga la PFS mediana (2.6 mesi vs 0.9 mesi, HR 0.4, 95%CI 0.28-0.59) in pazienti con carcinoma esofageo o gastrico dopo il fallimento di 1 o 2 linee di chemioterapia e arruolati in uno studio di fase 2 randomizzato (2:1 vs placebo) con disegno di calibrazione 2-stage di Simon. Un segnale interessante, che dovrà essere confermato, ma che si allinea ai dati favorevoli di altri antiangiogenici (ramucirumab e apatinib). Buone notizie quindi per lo studio italiano MANTRA che testerà regorafenib nel setting di mantenimento della patologia gastrica.
Pavlakis N, et al. ASCO 2015, abstract 4003
Nello studio di fase 3 randomizzato RILOMET-1 che ha confrontato la tripletta ECX con o senza rilotumumab in 609 pazienti MET+, l'effetto della aggiunta dell'anticorpo non solo non porta alcun beneficio, ma causa un eccesso di decessi. Nel braccio sperimentale si registra una sopravvivenza mediana ridotta (9.6 mesi vs 11.5 mesi, HR 1.36), svantaggio in PFS e meno risposte (40% vs 30%). Con il simultaneo fallimento di rilotumumab, onartuzumab e AMG337, recuperare interesse e fiducia nei MET-inibitori nella patologia gastrointestinale sarà davvero una mission impossible.
Cunningham D, et al. ASCO 2015, abstract 4000.