Verso l'oncologia territoriale, riavvicinando i pazienti (guariti o cronici) al domicilio. Uno studio randomizzato nordeuropeo confronta la qualità di vita di pazienti operati per carcinoma colorettale guidati nel survivorship care plan dai chirurghi ospedalieri ovvero dai medici di medicina generale.
Vos JAM, Duineveld LAM, Wieldraaijer T, Wind J, Busschers WB, Sert E, Tanis PJ, Verdonck-de Leeuw IM, van Weert HCPM, van Asselt KM; I CARE study group. Effect of general practitioner-led versus surgeon-led colon cancer survivorship care, with or without eHealth support, on quality of life (I CARE): an interim analysis of 1-year results of a randomised, controlled trial. Lancet Oncol. 2021 Jul 2:S1470-2045(21)00273-4
Nell'epoca in cui la prevalenza di pazienti oncologici guariti continua ad aumentare ed è a la page discutere di modelli di cura territoriale, assume particolare importanza valutare con attenzione la gestione del follow-up e la regia del survivorship care plan.
Il sistema sanitario nordico - in particolare quello olandese - prevedono che il follow-up di pazienti operati per carcinoma colorettale sia affidato ai chirurghi ospedalieri, sebbene una Cochrane review del 2019 non abbia riscontrato sostanziali differenze nell'outcome di pazienti seguiti da un professionista sanitario non specialista.
Da queste premesse muove le fila il trial I CARE, uno studio randomizzato fattoriale 2x2 nel quale i pazienti erano assegnati al follow up condotto dallo specialista ospedaliero ovvero dal general practicioner in entrambi i casi con o senza un supporto informatico (applicazione eHalth OncoKompas, un programma web-based che implementa engagement ed empowerment del paziente nel percorso di cura).
Obiettivo primario dello studio era quello di stabilire se vi fossero differenze nella qualità di vita a 5 anni dei pazienti radicalmente operati per carcinoma colorettale in stadio I-III con indicazione a follow-up. La qualità della vita era misurata con questionari EORTC validati (QLQ-C30). Nella recente pubblicazione trova spazio la presentazione di dati preliminari, con una analisi non pianificata della QOL a 1 anno dalla chirurgia.
I risultati della analisi preliminare sono presentati dopo un follow-up mediano di 12 mesi.
Sono stati randomizzati (ITT) 353 pazienti, in 50 casi con withdrawal (per scelta del paziente stesso o del Medico di medicina generale). Tra i 303 partecipanti 79 sono stati assegnati al follow-up chirurgico, 83 al follow-up chirurgico con ausilio di Oncokompas, 73 al follow-up dal general Practitioner e 68 al follow-up dal MMG con Oncokompas.
La grande maggioranza dei pazienti era stata operata per un tumore colorettale in stadio I o II; poco meno del 25% dei pazienti aveva ricevuto anche chemioterapia postoperatoria.
Non si sono rilevate variazioni nella QOL tra i gruppi, la qualità della vita era generalmente buona indipendentemente dal professionista di riferimento [difference in summary score –2.3, 95% CI –5.0 to 0-4] e dall'ausilio della applicazione web-based Oncokompas [difference in summary score –0.1, 95%CI –2.8 to 2.6].
Nonostante la pubblicazione presenti i risultati di una analisi non pianificata di un trial randomizzato con campionamento limitato e con un tempo di osservazione ridotto, quale interessante informazione porta?
1. Conferma che il follow-up e la redazione di un buon survivorship care plan, efficace e condiviso, può essere fatto da differenti professionisti senza pregiudicare l'outcome né la qualità di vita dei pazienti. Nelle specifiche realtà il riferimento può quindi essere diverso, ma la tendenza globale è quella di fare uscire la gestione dei controlli dalle mura dell'ospedale,sempre più riservato alla gestione dell'acuto.
2. Riporta un tasso di "aficionados" ai controlli ospedalieri elevato: il 30% dei pazienti ha rifiutato la partecipazione allo studio, sentendosi maggiormente sicuro on la gestione più classica. nell'ottica dell'oncologia territoriale, si deve quindi lavorare ancora molto per creare fiducia nel trasferimento di informazione tra ospedale e territorio e insieme permettere un passaggio di consegne senza perdita di elementi chiave per la gestione clinica.
3. Comprova che il successo nell'utilizzo di applicativi web-based è variabile: dipende non solo dal grado di istruzione del soggetto e dalla sua confidenza allo strumento, ma anche dalla facilità di utilizzo dell'applicativo. Anche in questo caso, è ancora lunga la strada verso l'ottimizzazione degli strumenti digitali per il successo della telemedicina.
Molto interessante entrare l'obiettivo sulla qualità di vita del paziente radicalmente operato (e verosimilmente guarito), di cui attendiamo le analisi a lungo termine. Nel frattempo, non scordiamo di compilare la breve survey AIOM sull'impiego ottimale della parola "guarito" in oncologia...