BEBYP, il nuovo lavoro prospettico del gruppo toscano, studia la continuation del bevacizumab assieme alla chemioterapia in pazienti con carcinoma colorettale avanzato dopo la progressione ad un primo trattamento comprendente l'antiangiogenico. Inizieremo l'anno con l'augurio di un buon proseguimento?
Masi G, et al. Continuation or reintroduction of bevacizumab beyond progression to first-line therapy in metastatic colorectal cancer: final results of the randomized BEBYP trial. Ann Oncol 2015; epub ahead of print Jan 18
La strategia della prosecuzione dell'antiangiogenico oltre la progressione di malattia registrata durante il trattamento è stata inizialmente supportata da un forte razionale clinico e da evidenze di studi retroepsttivi.
Lo studio di fase 3 randomizzata ML18147, pubblicato nel 2013, ha dimostrato in prospettico un vantaggio in sopravvivenza overall di circa 1.5 mesi nel caso si proseguisse la terapia antiangiogenica dopo la progressione in associazione ad una differente chemioterapia (Benounna J, et al. Lancet Oncol 2013).
Lo studio italiano BEBYP prevedeva dopo la progressione una randomizzazione a chemioterapia di seconda linea con o senza bevacizumab, I 264 eventi previsti avrebbero consentito di identificare nel braccio sperimentale un vantaggio in PFS, endpoint primario dello studio, di poco inferiore ai 2 mesi (5.7 vs 2 mesi, HR 0.70). Endpoint secondari erano la OS, il tasso di risposte e la safety.
Fattori di stratificazione erano il centro di provenienza, il PS (0 vs 1-2) ed il tempo dalla interruzione dal precedente trattamento con bevacizumab (superiore o inferiore a 3 mesi) ed il tipo di chemioterapia ricevuta (FOLFIRI o FOLFOX).
Il trial è stato precocemente interrotto nel 2012, una volta presentati alla comunità scientifica internazionale i risultati dello studio ML18147.
Dopo un follow-up mediano di circa 45 mesi, i risultati relativi ai 185 pazienti randomizzati (92 in ciascun braccio di trattamento) sono stati riportati nela pubblicazione per esteso:
- la PFS mediana si è dimostrata significativamente più lunga nel braccio sperimentale (6.8 mesi vs 5 mesi, adjusted HR 0.70, 95%CI 0.52-0.95, stratified log-rank p=0.01).
- il tasso di risposte è stato sovrapponibile nei due bracci di trattamento (17% vs 21%, p non significativa)
- la OS mediana favoriva la strategia di prosecuzione dell'antiangiogenico (HR 0.77, 95%CI 0.56-1.06)
Il vantaggio si manteneva in tutte i sottogruppi analizzati.
Da notare che il beneficio in sopravvivenza mediana pari a circa 1.5 mesi è pressocchè identico qualunque sia la molecola scelta per la prosecuzione del trattamento antiangiogenico (bevacizumab nello studio ML18147 e nello studio BEBYP, aflibercept nello studio VELOUR, ramucirumab nello studio RAISE).
Lo studio BEBYP conferma la validità della strategia che mira alla prosecuzione del trattamento con bevacizumab dopo la prima progressione, anche nei pazienti con una pausa dalla terapia antiangiogenica superiore ai 3 mesi.
Rimane tuttavia un aspetto controverso il quantificare il reale valore di questo vantaggio, statisticamente significativo ma numericamente ristretto.