Si è molto discusso su quale beneficio aggiuntivo portasse l'utilizzo di oxaliplatino nel trattamento adiuvante di un paziente over 70enne operato radicalmente per adenocarcinoma del colon. In generale, il vantaggio è modesto, ma i nuovi dati della analisi ACCENT/IDEA fanno riflettere.
Gallois C, et al. Oxaliplatin-Based Adjuvant Chemotherapy in Older Patients With Stage III Colon Cancer: An ACCENT/IDEA Pooled Analysis of 12 Trials. J Clin Oncol. 2024 Mar 28
Sebbene l'età mediana alla diagnosi di adenocarcinoma del colon superi i 70 anni (circa 72 in Italia), solo il 20-25% dei pazienti sono arruolati nei trial clinici internazionali non dedicati alla patologia nell'anziano. Per anni si è dibattuto su quale fose il reale contributo dell'oxaliplatino combinato alla fluoropirimidina orale o ev - eventualmente dato per sei o per tre mesi - nel ridurre il rischio di ricaduta dopo resezione aradicale per adenocarcinoma del colon e nell'aumentare la sopravvivenza overall.
In generale, le analisi combinate di trial clinici sono state concordi nel definire "modesto" il contributo del derivato del platino nel paziente anziano per un criticabile rapporto tra beneficio e rischio di tossicità, suggerendo quindi di valutare con attenzione l'uso di questo farmaco nel trattamento di scletra per il singolo paziente.
Nell'analisi multivariata del trial TOSCA pubblicata da Rosati (Eur J Cancer 2021) che ha incluso quasi 700 pazienti si dimostrava che la time to recurrence (TTR) non differiva in modo significativo nei pazient con età superiore o inferiore ai 70 anni (HR 1.19, p=NS), mentre DFS, OS, e cancer-specific survival (CSS) erano significativamente ridotte nei pazienti con età maggiore ai 70 anni.
In questa ulteriore analisi si studia l'impatto prognostico dell'età assieme all'aderenza e alla tossicità dipendente dall'età in pazienti operati radicalmente per adenocarcinoma del colon N+ (stadio III/C) che hanno ricevuto combinazione di fluoropirimidina e oxaliplatino per 3/6 mesi dai database ACCENT e IDEA.
Sono state studiate le associazioni tra età, time to recurrence (TTR), disease-free survival (DFS), overall survival (OS), survival after recurrence (SAR), e cancer-specific survival (CSS) con un modello di Cox ovvero con un modello a rischi competitivi stratificato per studio e aggiustato per genere, PS, T/N stage e anno di arruolamento.
L'intera popolazione è costituita da quasi 18.000 pazienti, il 24% dei quali avevavno età superiore ai 70 anni al momento dell'inclusione (n=4,340).
I pazienti con età ≥70 years riportavano tassi più alti di treatment discontinuation, come atteso. Le frequenze e le profodità degli effetti collaterali riportati erano simili tra le popolazioni delle due classi di età, con l'eccezione di incidenza di diarrea e neutropenia apiù frequenti negli anziani tratttati con CAPOX (14.2% v 11.2%; P= .01 and 12.1% v 9.6%; P=.04, rispettivamente).
Nella analisi multivariata, TTR non era sostanzialmente differente rispetto alle classi di età, mentre DFS, OS, SAR, e CSS erano tutte sigificativamente risotte nei pazienti anziani.
Cosa ci dice di nuovo questa ulteriore analisi ACCENT/IDEA condotta su 4.300 pazienti over 70 inclusi da 12 trial clinici randomizzati?
Onestamente niente che non ci avesse già spiegato l'amico Gerardo Rosati: nel considerare l'età anagrafica rimane uno spazio da valutare per la biologia della malattia e per quella del paziente: probabilmente ci sono candidati fit ai quali può essere di vanataggio negli outcome a medio-lungo termine una terapia di combinazione piuttosto che la sola flouoropirimidina.
Probabilmente, i dati finali dello studio randomizzato francese ADAGE (Aparicio T, Francois E, Cristol-Dalstein L, Carola E, Maillard E, Paillaud E, Retornaz F, Faroux R, André T, Bedenne L, Seitz JF. PRODIGE 34-FFCD 1402-ADAGE: Adjuvant chemotherapy in elderly patients with resected stage III colon cancer: A randomized phase 3 trial. Dig Liver Dis 2016) risponderanno inmodo definitivo a questo importante quesito.