Uno studio randomizzato di fase 2 conferma il beneficio di un trattamento upfront con panitumumab combinato a FOLFOX in pazienti con carcinoma colorettale avanzato e stato mutazionale wild-type di RAS.
Schwartzberg LS, et al. PEAK: A Randomized, Multicenter Phase II Study of Panitumumab Plus Modified Fluorouracil, Leucovorin, and Oxaliplatin (mFOLFOX6) or Bevacizumab Plus mFOLFOX6 in Patients With Previously Untreated, Unresectable, Wild-Type KRAS Exon 2 Metastatic Colorectal Cancer. J Clin Oncol 2014; epub March 31.
Lo studio PRIME (Douillard et al, N Engl J Med 2013) ha avuto l'importante merito di evidenziare come il beneficio nell'utilizzo del panitumumab in prima linea fosse massimizzato con una piu' profonda selezione molecolare. Il limite dello studio PRIME (FOLFOX combinato a panitumumab vs FOLFOX) sta nel fatto che il braccio di controllo prevedesse la sola chemioterapia. Il trial PEAK e' un fase 2 randomizzato che ha arruolato oltre 280 pazienti. I bracci di trattamento erano mFOLFOX combinato a bevacizumab ovvero mFOLFOX combinato a panitumumab. Lo studio prevedeva come endpoint secondario la misura in PFS e OS del beneficio di ciascun trattamento in pazienti con analisi molecolare estesa (esoni 2, 3 e 4 di KRAS e NRAS).
Nell'analisi primaria condotta in pazienti KRAS WT (esone 2) non si sono registrate differenze in PFS tra i due bracci di trattamento (HR 0.87), ma la sopravvivenza e' stata superiore in pazienti esposti a panitumumab (HR 0.62). Il dato piu' interessante, pero', viene dall'analisi dei dati della coorte dei 170 pazienti RAS WT, nella quale il vantaggio e' stato documentato sia in PFS mediana (13 mesi vs 9.5 mesi, HR 0.65) che in OS mediana (41.3 mesi vs 28.9 mesi, HR 0.63). Purtroppo lo studio non ha fornito elementi per giudicare il risultato del trattamento con EGFR-inibitore nella coorte di pazienti con mutazione di BRAF.