Un interessante studio dimostra che il rischio di malattie cardiovascolari nei pazienti over 65enni operati per carcinoma del colon triplica rispetto a quello della popolazione generale: il cardiologo dovrà entrare nel core-team del follow-up oncologico?
Kenzik KM, et al. New-onset cardiovascular morbidity in older adults with stage I to III colorectal cancer. J Clin Oncol 2018 epub ahead of print Jan 16
Malattie oncologiche e patologie cardiovascolari sono le due principali cause di morte nei paesi occidentali. Ora, che succederebbe se tra i due capitoli si trovasse un link di associazione?
La ricerca nordamericana, basati su dati estratti dai registi SEER-Medicare, si propone l'obiettivo di verificare se sia confermato l'aumento di rischio a lungo termine per malattie cardiovascolari o per infarto miocardico acuto in pazienti operati per adenocarcinoma del colon e possibilmente chemiotrattati con finalità adiuvante dopo la chirurgia radicale. Inoltre, gli autori mirano a valutare se la presenza di comorbidità (in particolare ipertensione arteriosa e diabete) e l'esposizione a fluoropirimidine siano di impatto nell'aumento del rischio.
Va anche ricordato che non vi è una chiara raccomandazione al monitoraggio cradiologico nel follow up, nemmeno per pazienti con fattori di rischio (BMI elevato, ipertensione e/o diabete basale, familiarità) esposti a fluoropirimidine orali o endovenose. Questi chemioterapici - spesso intercambiabili nella pratica clinica - possono aumentare il rischio di disfunzione cardiaca con vari meccanismi di azione.
Lo studio recentemente pubblicato, utilizzando un modello di sopravvivenza a multiple variabili e un propensity score matching, ha analizzato il rischio di malattia cardiovascolare, incluso IMA e scompenso cardiaco, in oltre 72.000 pazienti over 65 anni alla diagnosi radicalmente operati per carcinoma del colon in stadio I-III, con quello di una simile popolazioni di individui non sottoposti a chirurgia colica.
L'età mediana alla diagnosi della neoplasia dei pazienti inclusi era 78 anni (range 66-106) e il follow-up mediano è stato di circa 8 anni.
Il rischio di sviluppare patologia cardiovascolare per pazienti operati per carcinoma del colon, dopo adjusting per età, sesso, razza e comorbidità, è tre volte maggiore rispetto a quello della popolazione generale.
Il rischio di sviluppare scompenso cardiaco, addirittura quadruplica.
In particolare, l'incidenza cumulativa a 10 anni di malattia cardiovascolare o scompenso cardiaco erano del 57.4% e del 54.5% nei pazienti in follow-up per neoplasia vs 22% e 18% in quelli mai operati (p<0.001), con una significativa interazione tra iperetnsione ed esposizione a chemioterapia (p<0.001) per la nuova diagnosi di malattia cardiovascolare e una significativa interazione tra chemioterapia e diabete (P<0.001) per la diagnosi di scompenso cardiaco.
Da notare, inoltre, che l'aumento del rischio avveniva soprattutto nei primi due anni dopo la chirurgia ed era più intenso se il paziente aveva ricevuto un trattamento adiuvante con fluoropirimidina orale, probabilmente per una più prolungata esposizione ai metaboliti attivi del 5-FU.
Sebbene i motivi non siano completamente chiariti e l'analisi non abbia tenuto conto della sedentarietà e dei dati di BMI, rimane il fatto che i pazienti resecati per un adenocarcinoma colico (soprattutto se esposti a chemioterapia con fluoropirimidine) hanno un consistente incremento di rischio rispetto alla popolazione generale di avere una patologia cardiovascolare nel decennio successivo all'intervento.
La ricaduta nella pratica clinica non è immediata ma è verosimile prevederla nel prossimo futuro; in ogni caso è bene sottolineare che il dato, ottenuto da registri, dovrà essere approfondito con analisi mirate ad hoc e, se possibile, replicato in altri contesti.