Immunoterapia combinata al blocco dell'angiogenesi. Sarà questo un possibile futuro nel trattamento del carcinoma gastrico?
Kawazoe A, et al. Lenvatinib Plus Pembrolizumab in Patients With Advanced Gastric Cancer in the First-Line or Second-Line Setting (EPOC1706): An Open-Label, Single-Arm, Phase 2 Trial. Lancet Oncol 2020, epub ahead of print
Negli ultimi due anni, la sequenza terapeutica del carcinoma gastrico sta subendo improvvise rivoluzioni.
Mentre nel caso della malattia HER2 positiva è entrato in gioco il trastuzumab deruxtecan dimostrando alta efficacia in pazienti pretrattati con trastuzumab (vedi tweet del 5 giugno 2020, https://www.oncotwitting.it/patologia-gastrointestinale/item/1118-carcinoma-gastrico-trastuzumab-deruxtecan-sfonda-la-barriera-della-resistenza), nella malattia HER2 negativa si sta affacciando il potenziale utilizzo dell’immunoterapia anche in pazienti non MSI-H e non EBV positivi. In particolare, risulta interessante la nuova strada della combinazione tra un immunoterapico e un antiangiogenico.
Il trial EPOC 1706 è stato disegnato per verificare l’attività in prima o seconda linea della combinazione di pembrolizumab (noto PD-L1 inibitore) e lenvatinib (molecola multitarget con effetto antiangiogenico) in pazienti con adenocarcinoma gastrico avanzato con PD-L1 CPS (combined positive score) di almeno 1.
Il trial è stato disegnato come un fase II open-label a singolo braccio e condotto interamente in un singolo centrogiapponese ad altissimo volume.
Il pembrolizumab è stato somministrato alla dose di 200 mg ev ogni 3 settimane; il lenvatinib alla dose di 20 mg/die per os.
Endpoint primario dello studio era il tasso di risposte secondo RECIST 1.1 nella popolazione inclusa che aveva ricevutoi almeno la prima dose di farmaci.
Il disegno secondo il 2-stage di Simon prevedeva di arruolare solo 29 pazienti, stimando un possibile incremento del 20% rispetto al tasso di risposta atteso (circa 5%, includendo pazienti con diversa chance di rispondere al trattamento immunoterapico) con la sola immunoterapia.
Da ricordare che al momento del disegno sdello studi erano già stati riportati i risultati dei trial KEYNOTE 059 e 062 che hanno testato il pembrolizumab come agente singolo nella patologia gastrica e quelli del trial di fase Ib che testava la combinazione in tumori solidi.
I pazienti inclusi erano per il 90% di genere maschile, avevano età mediana di 70 ani, quasi tutti con ECOG PS 0. Cinque pazienti avevano malattia HER2 positiva e la disposizione in accordo al PD-L1 CPS era: <1 34%, >1 66%, >10 17%. La metà dei pazienti non avevano ricevuto alcuna terapia per la malattia avanzata. 27 pazienti su 29 avevano neoplasia MSS.
Il follow-up mediano al momento del report è stato di 12.5 mesi.
Risposte obiettive sono state registrate in 20 su 29 pazienti (69%, 95%CI 49-85) inclusa una risposta completa, in assenza di effetti collaterali di grado 4 o morti correlate al trattamento.
Come eventi avversi di grado 3 si sono registrati 11 casi di ipertensione (38%), 5 di proteinuria (17%) e due casi di piastrinopenia (7%).
Seppur il valore del dato sia limitato per in questo tipo di studio, la durata mediana della PFS è stata di 7 mesi, mentre la mediana di sopravvivenza overall non è stata raggiunta.
Seppure i dati siano molto preliminari - oltre che derivati da una casistica piccola, completamente orientale e per giunta monocentrica -, la combinazione di pembrolizumab e lenvatinib appare essere interessante nella patologia gastrica, sia per l’elevato tasso di risposte obiettive che per la limitata tossicità. Giustamente cauto anche Stefano Cascinu, noto esperto italiano che firma su Lancet Oncology l’editoriale di accompagnamento.
Nascono però alcuni spunti di riflessione riguardo al trial EPOC1706:
1) notare che, in analogia ad altri studi, si vede una correlazione tra il PD-L1 CPS e la chance di risposta all'immunoterapia (RR 100% se superiore a 10, RR 84% se superiore a 1, RR 40% se inferiore a 1);
2) supporre una possibile sinergia tra due farmaci fondata sulla azione modulante di lenvatinib verso i TAM del microambiente tumorale; a questo proposito acquista particolare interesse la sequenza del trattamento
3) testimoniare che la combinazione di lenvatinib e pembrolizumab inizi a dare conferme in differenti patologie (carcinoma dell’endometrio; HCC e ora tumore gastrico);
4) capire che è possibile l'associazione di immunoterapia e antiangiogenico scardini nel prossimo futuro la sequenza di trattamento a cui oggi pensiamo per il paziente fit con carcinoma gastrico avanzato non MSI-H: prima linea con chemioterapia con platino e fluoro, seconda linea con paclitaxel e ramucirumab, terza linea con tipiracile/trifluridina [occidente] ovvero apatinib [oriente].