Nell'ultimo decennio, dopo il trattamento standard di prima linea con la combinazione di gemcitabina e cisplatino (ABC-02 trial; Valle J et al. N Engl J Med 2010) non è ben definito quale sia la migliore terapia di salvataggio per pazienti con neoplasia biliare avanzata, sebbene il successivo ABC-06 abbia dimostrato un modesto vantaggio per FOLFOX vs la sola terapia sintomatica.
Nonostante questa incertezza, vi è una certa concordanza internazionale nell'utilizzo di fluoropirimidina orale o endovenosa, talvolta combinata all'irinotecano, per meccanismi di non cross-resistenza con i chemioterapici utilizzati in prima battuta.
Mentre fino a poco tempo fa era interessante una descrizione del panorama prescrittivo scelto per pazienti pretrattati (Fornaro L, et al. Second-line chemotherapy in advanced biliary cancer progressed to first-lineplatinum-gemcitabine combination: amulticenter survey and pooled analysiswith published data, J Exp Clin Cancer Res 2005), la ricerca Europea e Nordamericana ha ora voltato pagina, almeno nei colangiocarcinomi localizzati anatomicamente in sede intraepatica. Infatti, si è recentemente osservato un crescente interesse per una approfondita caratterizzazione molecolare con test genetici o con whole genome sequencing, che ha portato a risultati di tutto rispetto quando viene intercettata una specifica alterazione del gene FGFR2 o del IDH2 e a spunti di ricerca sperimentali con immunoterapici o HER2 inibitori.
In altre aree geografiche - evidentemente meno all'avanguardia - rimane interessante capire quale sia il trattamento potenzialmente migliore da offrire come terapia di salvataggio.
La neoplasia colecistica, tuttavia, si differenzia dal resto dei tumori delle vie biliari per specifiche caratteristiche cliniche e aberrazioni molecolari.
Lo studio indiano GB-SELECT è un trial di fase II randomizzato open label che si è posto l'obiettivo di valutare se la combinazione di fluoropirimidina orale e irinotecan fosse superiore al solo irinotecan in pazienti con carcinoma della colecisti avanzato con età inferiore ai 70 anni, ECOG PS 0-1 e funzionalità d'organo mantenuta. Era prevista una randomizzazione 1:1 con endpoint primario dello studio la chance di sopravvivenza a sei mesi, con un sample-size calcolato di circa 100 pazienti per valutare un incremento di probabilità di OS a sei mesi da 55% a 70% con la combinazione (errore alfa 0.1, potenza 80%). Lo studio prevedeva anche la somministrazione di questionari di QOL (FACT-Hep) ogni 6-8 settimane.