Bevacizumab e carcinoma ovarico. Un aggiornamento dello studio ICON-7 riporta i dati relativi all'overall survival.
Oza AM, et al. Standard chemotherapy with or without bevacizumab for women with newly diagnosed ovarian cancer (ICON7): overall survival results of a phase 3 randomised trial. Lancet Oncol 2015 [Epub ahead of print]
In Europa, il bevacizumab ha ricevuto dall'EMA (European Medicines Agency) le seguenti approvazioni per il trattamento del carcinoma ovarico:
Negli Stati Uniti, l'approvazione dell'FDA (Food and Drug Administration) è stata ottenuta, in combinazione con la chemioterapia, per la terapia delle recidive platino-resistenti.
Tali approvazioni sono basate sui dati riguardanti la progression-free survival (PFS) mentre, ad oggi, non sono disponibili evidenze di beneficio in overall survival (OS).
Lo studio ICON7 è un trial open-label randomizzato di fase 3 che ha confrontato il bevacizumab più 6 cicli di carboplatino e paclitaxel q21 seguiti da bevacizumab di mantenimento verso il solo regime di chemioterapia con carboplatino e paclitaxel.
Allo studio partecipavano donne con nuova diagnosi di carcinoma ovarico trattato mediante chirurgia citoriduttiva o pazienti con patologia in stadio avanzato per le quali non era stato pianificato alcun intervento chirurgico.
Condotto in 263 Centri e in rispettivi 11 Paesi in Europa, Canada, Australia e New Zealand.
Popolazione dello studio:
Randomizzazione 1:1
Analisi: intention to treat
Endpoint primario: progression- free survival
Un'analisi aggiornata ha riportato i dati relativi all'overall survival (endpoint secondario).
Lo studio, condotto tra dicembre 2006 e febbraio 2009, ha arruolato 1528 donne, 764 per ciascun braccio di trattamento.
Ad un follow-up mediano 48.9 mesi, 714 pazienti erano morte (352 nel braccio di sola chemioterapia e 362 nel braccio con il bevacizumab).
Non sono state osservate differenze in overall survival tra i due gruppi di trattamento: 44.6 mesi [95% IC 43.2–45.9] verso 45.5 mesi [95% IC 44.2–46.7], log-rank p=0.85.
In un'analisi esploratoria predefinita, condotta su un sottogruppo di 502 pazienti a prognosi peggiore, sono stati osservati 332 (66%) eventi morte (174 nel braccio chemioterapia e 158 in braccio chemioterapia + bevacizumab). Tale analisi ha evidenziato un beneficio significativo in overall survival con l'aggiunta del bevacizumab alla chemioterapia: 34.5 mesi [95% IC 32.0–37.0] verso 39.3 mesi [95% IC 37.0–41.7], log-rank p=0.03.
Viceversa, il beneficio dal bevacizumab non è stato osservato nelle pazienti a rischio più basso, dove l'aggiornamento non ha evidenziato differenze nemmeno in termini di PFS.
Lo studio ICON7 dimostra un vantaggio dall'aggiunta del bevacizumab alla chemioterapia standard (carboplatino/paclitaxel) in donne con nuova diagnosi di carcinoma ovarico. Il beneficio è documentato da un incremento in PFS, in analogia ai risultati dello studio GOG-218.
In termini di OS, il beneficio si evidenzia unicamente nel sottogruppo a prognosi peggiore.
Rimane da chiarire il tema sul valore, con riferimento ai costi e al rapporto costi/benefici. Un'analisi di farmacoeconomia è in corso e sarà pubblicata a parte.