E’ stata pubblicata su Annals of Oncology l’analisi del ruolo predittivo del Gleason sull’efficacia dell’abiraterone, impiegato in pazienti con carcinoma della prostata resistente alla castrazione. Il Gleason non aiuta a predire l’efficacia del farmaco.
Fizazi K, Flaig TW, Stöckle M, Scher HI, de Bono JS, Rathkopf DE, Ryan CJ, Kheoh T, Li J, Todd MB, Griffin TW, Molina A, Ohlmann CH. Does Gleason score at initial diagnosis predict efficacy of abiraterone acetate therapy in patients with metastatic castration-resistant prostate cancer? An analysis of abiraterone acetate phase III trials. Ann Oncol. 2015 Nov 25.
L’abiraterone ha dimostrato efficacia (in termini di prolungamento della sopravvivenza) nei pazienti affetti da carcinoma della prostata resistente alla castrazione, sia quando impiegato dopo il fallimento della chemioterapia con docetaxel, sia quando impiegato prima del docetaxel.
Una minoranza di pazienti presenta resistenza intrinseca al trattamento ormonale con abiraterone, e tutti i pazienti, dopo una risposta di durata variabile, manifestano progressione di malattia. Sarebbe quindi particolarmente utile disporre di fattori predittivi dell’efficacia del farmaco, specialmente in considerazione dell’aumento del numero delle possibili opzioni terapeutiche in un setting che fino a qualche anno fa era invece relativamente orfano di trattamenti efficaci.
Nel lavoro recentemente pubblicato su Annals of Oncology, Fizazi e colleghi presentano un’analisi basata sui dati dei 2 studi randomizzati che hanno valutato l’efficacia della combinazione di abiraterone e prednisone, post-docetaxel e pre-docetaxel.
Per i pazienti di entrambi gli studi, l’analisi retrospettiva si è basata sull’analisi dell’informazione relativa al Gleason score alla diagnosi iniziale di carcinoma della prostata, e sull’analisi dell’interazione tra tale score e l’efficacia della terapia con abiraterone.
L’efficacia dell’abiraterone (e la sua interazione con il Gleason score) sono stati descritti sia in termini di sopravvivenza libera da progressione radiologica, sia in termini di sopravvivenza globale, che di altri endpoint secondari di efficacia.
L’informazione relativa al Gleason score era disponibile per la maggioranza dei pazienti inseriti in entrambi gli studi randomizzati: 1048 pazienti su 1195 inseriti nello studio COU-AA-301 (post-docetaxel) e 996 su 1088 pazienti inseriti nello studio COU-AA-302 (pre-docetaxel).
In entrambi gli studi, come noto, la somministrazione di abiraterone 1 g al giorno, per i pazienti assegnati al braccio sperimentale, era abbinata alla somministrazione di prednisone 5 mg 2 volte al giorno. I pazienti assegnati al braccio di controllo ricevevano invece placebo + prednisone.
L’analisi suggerisce che l’efficacia dell’abiraterone nei pazienti con carcinoma della prostata resistente alla castrazione sia indipendente dallo score di Gleason.
Nel setting post-docetaxel, la sopravvivenza libera da progressione radiologica risultava significativamente migliore con l’abiraterone sia nei pazienti con Gleason score <8 (mediana 6.4 vs. 5.5 mesi, Hazard Ratio 0.70; intervallo di confidenza al 95% 0.56-0.86, P=0.0009) che nei pazienti con Gleason score ≥8 (mediana 5.6 vs. 2.9 mesi, Hazard Ratio 0.58, intervallo di confidenza al 95% 0.48-0.72, p<0.0001).
Analogamente, nel setting di pazienti non pretrattati con docetaxel, l’abiraterone dimostrava un impatto significativo sulla sopravvivenza libera da progressione radiologica sia nei pazienti con Gleason score <8 (mediana 16.5 vs. 8.2 mesi, Hazard Ratio 0.50, intervallo di confidenza 95% 0.40-0.62, P<0.0001) che nei pazienti con Gleason score ≥8 (mediana, 13.8 vs. 8.2 mesi, Hazard Ratio 0.61; intervallo di confidenza al 95% 0.49-0.76, P<0.0001).
Anche l’analisi degli altri endpoint (sopravvivenza globale, risposta in termini di PSA, risposta obiettiva, e tempo alla progressione del PSA) non ha evidenziato una significativa interazione dell’efficacia di abiraterone con il Gleason score.
L’obiettivo dell’analisi era quello di valutare l’utilità del Gleason score come fattore predittivo dell’efficacia di abiraterone nel trattamento di pazienti con carcinoma della prostata resistente alla castrazione.
Purtroppo, lo studio non migliora la nostra abilità predittiva: l’efficacia dell’abiraterone è simile nei pazienti con Gleason alto e con Gleason basso. Gli autori concludono quindi che il Gleason non è un elemento utile nella decisione terapeutica relativa all’impiego di abiraterone, sia nel setting pre-docetaxel che nei pazienti pretrattati con chemioterapia.
Va sottolineato, come peraltro ammettono gli autori in discussione, che l’analisi non era pianificata per garantire potenza adeguata allo studio dell’interazione tra Gleason e efficacia dell’abiraterone, e quindi soffre di tutti i limiti ben noti delle analisi di sottogruppo.
La disponibilità di fattori predittivi sarebbe particolarmente utile per selezionare i pazienti da trattare: al momento non disponiamo di criteri di selezione utili per una reale “personalizzazione” del trattamento nella pratica clinica.