Un’analisi retrospettiva condotta da tre centri della Leyomiosarcoma Foundation, coordinata in Italia, ha descritto l’outcome di 27 pazienti con leiomiosarcoma uterino a basso grado, evidenziando risposte frequenti e durature con la terapia ormonale.
Sanfilippo R, Sbaraglia M, Fabbroni C, Croce S, Ray-Coquard I, Guermazi FV, Paolini B, Blanc-Durand F, Lecesne A, Chiappa V, Dei Tos AP, Casali PG. Low-grade uterine Leiomyosarcoma is highly sensitive to hormonal treatment. Clin Cancer Res. 2023 Sep 12. doi: 10.1158/1078-0432.CCR-23-0692. Epub ahead of print. PMID: 37699075.
Sulla base della classificazione istologica della World Health Organization, i leiomiosarcomi uterini sono considerati di alto grado. Sono previste, peraltro, delle diagnosi di tumori del muscolo liscio di incerto potenziale maligno (smooth-muscle tumors of uncertain malignant potential, STUMP).
In particolare, esistono dei criteri (criteri di Stanford) per fare diagnosi di un leiomiosarcoma uterino maligno, basati sulla presenza di atipie moderate o severe, sul numero di mitosi e sulla presenza di necrosi. Quando tali criteri non sono rispettati, viene posta diagnosi di STUMP. Il comportamento biologico e clinico di questi ultimi tumori, in particolare la capacità di recidivare e dare metastasi, è scarsamente definibile dal punto di vista istologico.
Peraltro, alcuni di questi tumori possono recidivare, e a quel punto, avendo dato prova di malignità, sono tradizionalmente trattati come i leiomiosarcomi uterini. D’altra parte, recentemente, alcuni centri hanno iniziato a tenere in considerazione che i tumori STUMP, pur avendo dato prova di “pericolosità” biologica con la recidiva, possono essere meno aggressivi dal punto di vista clinico. Sulla base dell’espressione dei recettori per gli estrogeni e per il progesterone, una possibilità di trattamento “meno aggressivo” è rappresentata dalla terapia ormonale.
La recente pubblicazione di Clinical Cancer Research riporta i risultati di un’analisi retrospettiva, condotta grazie alla collaborazione di tre centri specializzati nella cura dei sarcomi e appartenenti alla Leiomyosarcoma Foundation. In particolare, gli autori hanno selezionato retrospettivamente tutti i casi di tumori del muscolo liscio dell’utero, che non rispettando i criteri di diagnosi di leiomiosarcoma uterino fossero consistenti con la diagnosi di STUMP, e che fossero stati trattati con terapia ormonale (analoghi del GnRH, o inibitori dell’aromatasi, o combinazioni a seconda dello stato menopausale).
L’analisi descrive l’outcome di 27 pazienti. L’età mediana alla diagnosi era pari a 43 anni, e la maggioranza delle pazienti aveva uno stadio I alla diagnosi (IA-IB in più del 70% della casistica). Il tempo mediano trascorso dalla diagnosi iniziale era pari a oltre 5 anni (62 mesi), e la grande parte dei casi era recidivata a livello della pelvi e del peritoneo.
Dopo un follow-up mediano di 49 mesi, sono state descritte risposte parziali in oltre la metà dei casi (14 pazienti, pari al 52%) e altre 10 (37%) avevano ottenuto una risposta minore o comunque una stabilità di malattia.
Di fatto, circa il 90% delle pazienti aveva quindi ottenuto un controllo di malattia (risposta o stabilità) con la terapia ormonale.
Al momento dell’analisi, il tempo alla progressione mediano non è stato ancora raggiunto.
Sulla base dei dati sopra riassunti, gli autori della pubblicazione sottolineano che la terapia ormonale ha determinato un ottimo controllo di malattia in un’elevata percentuale dei casi trattati. A oltre 4 anni di follow-up mediano, il tempo alla progressione mediano non è stato ancora raggiunto, e questo documenta la durata del controllo di malattia.
Di fatto, molte di queste donne riescono a ottenere un controllo di lunga durata con una terapia “meno aggressiva” rispetto alla chemioterapia. Pur non essendo disponibili confronti diretti e studi randomizzati, questi dati suggeriscono la possibilità di adottare strategie terapeutiche proporzionali alla limitata aggressività clinica dei tumori uterini a basso grado.
Pur essendo tradizionalmente difficile la classificazione istologica di questi tumori al momento della diagnosi, la possibilità di trattare la recidiva con la sola terapia ormonale ha delle interessanti implicazioni per la pratica clinica. E' stato individuato un sottogruppo di pazienti con diagnosi originaria di STUMP, recidivati dopo un tempo mediamente più lungo rispetto ai classici leiomiosarcomi uterini, di età mediamente più giovane e con un pattern di recidiva spesso loco-regionale. Per di più, queste pazienti hanno risposto a una terapia diversa rispetto a quella standard per i leiomiosarcomi ad alto grado. Ciò porta alla conclusione che, contrariamente a quanto riportato nell'attuale classificazione WHO, i leiomiosarcomi uterini a basso grado esistono. Questo lavoro può essere quindi considerato propedeutico ad un lavoro di riclassificazione di questi tumori, con importanti implicazioni per la gestione clinica.
Limiti dello studio sono, naturalmente, la natura retrospettiva e il numero limitato di pazienti.
Fare ricerca sui tumori rari è mediamente ancora più difficile che sui tumori più frequenti. Questa pubblicazione dimostra che, pur con i limiti di uno studio retrospettivo, alcune analisi possono avere importanti implicazioni per la gestione clinica e per le scelte terapeutiche ottimali. Congratulazioni agli autori.