Dopo la sorpresa nella patologia ovarica platino-resistente, il nuovo inibitore di WEE1 (adavosertib, AZD1775) performa bene anche nel carcinoma sieroso uterino. E' stato un clamoroso successo dei Queen, lo sarà anche per l'oncologia ginecologica?
Liu JF, Xiong N, Campos SM, Wright AA, Krasner C, Schumer S, Horowitz N, Veneris J, Tayob N, Morrissey S, West G, Quinn R, Matulonis UA, Konstantinopoulos PA. Phase II Study of the WEE1 Inhibitor Adavosertib in Recurrent Uterine Serous Carcinoma. J Clin Oncol. 2021 Epub ahead of print March 11
Sebbene abbia incluso un numero limitato di pazienti e sia stato condotto in un singolo centro di grande esperienza, lo studio ha il pregio di sottolineare una nuova strada (il blocco di WEE1) come potenzialmente promettente per questa rara patologia ed altre più frequenti neoplasie. Certamente la novità dovrà essere confermata da ulteriori studi che testano la molecola sia come agente singolo che in combinazione alla chemioterapia che come farmaco radiosensibilizzante.
Interessante anche notare che l'inibizione di WEE1 può essere sfruttata come meccanismo per revertire la resistenza ai trattamenti nelle neoplasie gastriche e mammarie HER2 positive (Jin MH, et al., Gastric Cancer 2021; Sand A, et al. Cancer Letter 2020), nel trattamento con platino o PARP inibitori per il carcinoma mammario triplo negativo e nell'epatocarcinoma. Non a caso sta crescendo l'interesse per le sperimentazioni sui nuovi inibitori dell'asse ATR-CHK1-WEE1 (Gorecki, et al. Cancers 2021).