Patologia mammaria
Martedì, 18 Ottobre 2022

Carcinoma mammario in stadio precoce: è tempo di personalizzare il follow-up

A cura di Fabio Puglisi

Le linee guida riguardo al follow-up dopo trattamento del carcinoma mammario in stadio precoce raccomandano l’imaging per definire la presenza o assenza di metastasi a distanza solo in presenza di segni o sintomi. Tuttavia, le indicazioni si basano su un’evidenza che fa riferimento a studi datati non aggiornati rispetto agli avanzamenti della diagnostica, della terapia sistemica (neo)-adiuvante, e della caratterizzazione biologica dei tumori.  Uno studio ha valutato l’associazione tra modalità di sorveglianza e outcome, differenziando per sottogruppo di patologia.
 
Schumacher JR, et al. Surveillance Imaging vs Symptomatic Recurrence Detection and Survival in Stage II-III Breast Cancer (AFT-01). J Natl Cancer Inst 2022;114(10):1371-1379.

Disegno dello studio: osservazionale, condotto su un campione di 10.076 donne con diagnosi  di carcinoma mammario in stadio II-III (9560 con informazioni riguardo alla ricaduta).

Tempo di osservazione: diagnosi avvenuta tra il 2006 e il 2007, follow-up fino al 2016.

Confronto: modalità di diagnosi di recidiva (imaging in soggetto asintomatico vs imaging in presenza di segni e/o sintomi). 

Outcome: tempo dalla diagnosi iniziale fino alla morte. 

Altre variabili: tipo di valutazione, intento (correlato al tumore vs no, sorveglianza in assenza di sintomi vs no), tipo di ricaduta. 

La sorveglianza con imaging ha evidenziato il 23.3% (284 su 1220) delle recidive a distanza (di cui il 76.7%, 936 delle 1220, sono state evidenziate dopo evidenza di segni e/o sintomi). Sulla base di una analisi multivariata secondo modelli proporzionali di Cox propensity-weighted, le recidive evidenziate sulla base di imaging condotto in assenza di sintomi rispetto a quelle rilevate dopo imaging in presenza di sintomi sono associate ad un minore rischio di morte in pazienti con tumori triple negative (hazard ratio [HR] 0.73, 95% confidence interval [CI] 0.54-0.99) o HER2 positivi (HR 0.51, 95% CI 0.33-0.80). Nessuna associazione significativa è stata osservata in pazienti con tumori ER- e/o PgR-positivi ed HER2-negativi (HR 1.14, 95% CI 0.91-1.44). 

La diagnosi di recidiva di carcinoma mammario in pazienti asintomatiche attraverso imaging di sorveglianza rispetto all’imaging effettuato in presenza di segni e/o sintomi è associata con una riduzione del rischio di morte per i carcinomi triple negative e per quelli HER2-positivi, ma non per i sottogruppi luminal-like (HER2-negativi con espressione dei recettori ormonali).

È tempo di disegnare uno studio randomizzato per valutare le diverse strategie di sorveglianza, specialmente nei sottogruppi triple negative ed HER2-positivi. 

Potremmo dire “l’avevamo già proposto…” (Puglisi F, et al. Follow-up of patients with early breast cancer: is it time to rewrite the story? Crit Rev Oncol Hematol 2014;91:130-41). In ogni caso, è davvero tempo di aggiornare l’evidenza.