È noto come le pazienti con carcinoma mammario triple-negative (TNBC) che recidivano dopo chemioterapia (neo)adiuvante presentino un decorso di malattia più aggressiva.
Nello studio ASCENT, Il farmaco sacituzumab govitecan (SG) della classe degli antibody-drug conjugates (ADCs), composto da un anticorpo anti-Trop–2 legato al payload SN-38 attraverso un linker clivabile, ha dimostrato una maggiore efficacia rispetto alla monochemioterapia a scelta del clinico (TPC) in pazienti con TNBC metastatico (mTNBC). Una quota di pazienti ha ricevuto la terapia in seconda linea e la valutazione di efficacia e sicurezza in questo sottogruppo è stata oggetto di una sottoanalisi.
Carey LA, et al. Sacituzumab govitecan as second-line treatment for metastatic triple-negative breast cancer-phase 3 ASCENT study subanalysis. NPJ Breast Cancer 2022;8(1):72.
Le premesse sono i risultati dello studio ASCENT (SG vs TPC):
Indicazione con approvazione FDA: pazienti con diagnosi di carcinoma mammario triple negative localmente avanzato inoperabile o metastatico, già sottoposti a due o più linee di terapia sistemica di cui almeno una per malattia metastatica.
Sottoanalisi esploratoria dello studio ASCENT Valutazione di efficacia e sicurezza di SG nel sottogruppo di pazienti senza metastasi encefaliche ma con recidiva di malattia occorsa entro 12 mesi dal completamento della chemioterapia (neo)adiuvante, e che hanno ricevuto solo una linea di terapia per la fase metastatica prima dell’arruolamento in studio.
Fra i 468 pazienti senza metastasi encefaliche al basale, 33/235 vs 32/233 (il 14%) rispettivamente nel braccio con SG vs il braccio con TPC, avevano ricevuto una linea di terapia per la malattia metastatica e avevano sperimentato una recidiva ≤12 mesi dal termine della chemioterapia (neo)adiuvante. Questo sottogruppo, fatto interamente da pazienti donne, è stato oggetto di una sottoanalisi dello studio i cui risultati sono di seguito riportati.
La maggior parte delle pazienti in entrambi i bracci avevano una diagnosi di TNBC all’esordio (79% vs 84%), mentre il 21% e il 16% sono partite con malattia non triple negative che poi è virata verso una forma di TNBC. Il tempo mediano alla malattia metastatica è stato di 13.3 mesi e di 13.2 mesi rispettivamente nel braccio SG e in quello TPC.
Nel trattamento di seconda linea del carcinoma mammario metastatico triple negative, sacituzumab govitecan ha determinato un aumento della progression-free survival (mediana 5.7 vs 1.5 mesi [HR, 0.41; 95% IC, 0.22–0.76]) e della overall survival (mediana 10.9 vs 4.9 mesi [HR, 0.51; 95% IC, 0.28–0.91]) rispetto alla monochemioterapia a scelta del clinico.
Il profilo di tossicità di sacituzumab govitecan si conferma maneggevole, in linea con la popolazione generale.
Un’analisi esploratoria post-hoc dello studio ASCENT ha valutato l’efficacia e il profilo di sicurezza di sacituzumab govitecan (SG) in un sottogruppo a prognosi particolarmente sfavorevole, quale quello di pazienti con carcinoma mammario triple negative con recidiva entro i 12 mesi dal completamento della terapia (neo)adiuvante.
Nello specifico, si tratta del 14% della popolazione dello studio ASCENT ma i risultati sono consistenti con quelli osservati nell’intera casistica.
Il trattamento con SG rispetto alla monochemioterapia ha dimostrato un beneficio in PFS (5.7 vs 1.5 mesi; HR, 0.41) e in OS (10.9 vs 4.9 mesi; HR, 0.51) con un profilo di tossicità maneggevole.
Sebbene SG sia un ADC con un payload citotossico, questi dati suggeriscono che SG possa essere in grado di superare la resistenza ad alcuni chemioterapici inclusi quelli utilizzati nel setting precoce. Inoltre, questa analisi supporta l’impiego di SG nel trattamento di II linea del TNBC similmente a quanto si osserva nelle linee successive.
Nel frattempo, gli studi in corso (NeoSTAR, SASCIA) ne stanno valutando il ruolo potenziale in setting ancora più precoci.