Patologia mammaria
Martedì, 22 Marzo 2016

Chi ha tempo non aspetti tempo

A cura di Fabio Puglisi

Quanto tempo ci si può concedere dall'intervento chirurgico all'inizio della chemioterapia adiuvante per carcinoma mammario?
Quesito frequente con diverse implicazioni cliniche. Un'analisi su circa 25.000 donne fa il punto sull'argomento e prova a fornire una risposta.

Chavez-MacGregor M, Clarke CA, Lichtensztajn DY, Giordano SH. Delayed Initiation of Adjuvant Chemotherapy Among Patients With Breast Cancer. JAMA Oncol 2016;2(3):322-9.

 

La chemioterapia adiuvante migliora l'outcome di pazienti con carcinoma mammario. Tuttavia, non è noto quale sia l'intervallo ottimale dalla chirurgia all'avvio del trattamento sistemico. S'ipotizza che iniziare tardivamente possa ridurre i benefici associati alla chemioterapia.

Disegno: studio osservazionale, condotto su una popolazione di 24.843 donne con diagnosi di carcinoma mammario in stadio I-III, trattate con chemioterapia adiuvante nel periodo tra gennaio 2005 e dicembre 2010. I dati sono stati ricavati dal registro tumori della California e sono stati analizzati tra agosto 2014 e agosto 2015.

Analisi e misure di outcome: il tempo alla chemioterapia (time to chemotherapy, TTC) è stato definito come il numero di giorni tra la chirurgia e la prima somministrazione di chemioterapia. Inoltre, il TTC è stato definito “prolungato” se trascorsi ≥ 91 giorni dall'intervento all'inizio del trattamento adiuvante.
L’outcome è stato valutato in termini di overall survival e di breast cancer-specific survival. Per valutare la relazione tra TTC e outcome sono stati utilizzati la regressione logistica e i modelli di Cox (proportional hazard models).

 

In totale, l’analisi è stata condotta su 24.843 pazienti con un’età mediana di 53 anni. Il TTC è stato pari a 46 giorni.

Fattori sono associati a un prolungamento del TTC:
• livello socio-economico basso
• ricorso a una chirurgia ricostruttiva
• assicurazione non privata
• etnia ispanica
• razza nera non ispanica

Utilizzando come riferimento la categoria di pazienti che ricevevano una chemioterapia entro 31 giorni dalla chirurgia, non è emerso alcun effetto negativo sull’outcome per le pazienti con un TTC compreso tra 31 e 60 giorni o tra 60 e 90 giorni.

Le pazienti trattate dopo 91 o più giorni dalla chirurgia hanno avuto una prognosi peggiore in termini di overall survival (hazard ratio [HR], 1.34; 95% CI, 1.15-1.57) e di breast cancer-specific survival (HR, 1.27; 95% CI, 1.05-1.53). 

L’analisi di sottogruppo che ha preso in considerazione i diversi profili biologici tumorali, ha evidenziato una associazione significativa tra TTC più lungo e prognosi peggiore in presenza di carcinoma mammario “triple-negative” (HR, 1.53, 95% CI 1.17-2.00 per overall survival; HR 1.53, 95% CI 1.17-2.07, per breast cancer-specific survival). La stessa associazione non è risultata statisticamente significativa per i sottotipi luminali o HER2 positivi. 

Dopo un intervento chirurgico con intento radicale, un ritardo nell'inizio della chemioterapia adiuvante si traduce in un danno in termini di prognosi a lungo termine.

E' opportuno rimanere entro il limite temporale dei 90 giorni (3 mesi) dalla chirurgia all'avvio del trattamento chemioterapico.

L'effetto negativo in termini di outcome è più evidente per il sottogruppo di patologia "triple-negative".