Il francese è d’obbligo, considerato che la prossima edizione dell’ESMO si terrà a Parigi. Tante attese riguardo ai risultati e agli aggiornamenti degli studi che analizzano temi caldi e, sempre giocando con le parole, siamo in trepidante attesa di conoscere come ci scalderà il calore del TROPiCS-02, studio randomizzato, di fase III che ha confrontato Sacituzumab Govitecan verso la monochemioterapia in pazienti con carcinoma mammario avanzato HR+/HER2-.
Rugo HS et al. Sacituzumab Govitecan in Hormone Receptor-Positive/Human Epidermal Growth Factor Receptor 2-Negative Metastatic Breast Cancer. J Clin Oncol 2022; Epub ahead of print.
Sacituzumab govitecan è un immunoconiugato che utilizza il payload SN-38 e ha come target Trop-2 (trophoblast cell-surface antigen 2), un antigene epiteliale espresso nelle cellule di carcinoma mammario.
Il TROPiCS-02 è uno studio randomizzato, in aperto, multicentrico, di fase III, che ha confrontato Sacituzumab Govitecan (SG) 10 mg/kg, nei giorni 1 e 8 q21, verso la chemioterapia single-agent (eribulina, vinorelbina, capecitabina, o gemcitabina) in pazienti con carcinoma mammario avanzato, HR+/HER2-.
Endpoint primario: progression-free survival (PFS) dopo valutazione centralizzata in cieco.
In totale, 5272 pazienti assegnate random al braccio SG e 5271 al braccio chemioterapia.
Principali caratteristiche della popolazione in studio: età mediana 56 anni, metastasi viscerali (95%), precedente terapia con inibitori di CDK 4/6 (99%), mediana di 3 linee di chemioterapia per la malattia avanzata.
Efficacia:
Profilo di safety: gli effetti collaterali principali di grado ≥ 3 (SG verso chemioterapia) sono stati la neutropenia (51% verso 38%) e la diarrea (9% verso 1%).
Sacituzumab Govitecan ha dimostrato una superiorità statisticamente significativa in termini di PFS rispetto alla chemioterapia in pazienti altamente pretrattate con diagnosi di carcinoma mammario avanzato HR+/HER2-.
Il beneficio di SG in PFS (mediana, 5.5 mesi verso 4 mesi con la chemioterapia; hazard ratio, 0.66; P = .0003) è stato osservato in pazienti pretrattate con terapia endocrina e con inibitori di CDK4/6 e trattate con ≥ 2 precedenti regimi di chemioterapia per la malattia metastatica.
Il profilo di tossicità di SG è apparso maneggevole, con la neutropenia e la diarrea quali effetti collaterali principali.
Potenziali limiti dello studio: una quota di pazienti pari all’8% assegnate alla chemioterapia non sono state trattate probabilmente perché hanno rifiutato di ricevere un trattamento standard. La maggior parte delle pazienti (95%) aveva malattia viscerale ed era stata trattata con linee multiple di chemioterapia (mediana di 3). Ciò rende conto della breve PFS e di un maggior rischio di neutropenia. Inoltre, l’eterogeneità dei trattamenti precedente può aver influenzato i risultati in termini di efficacia. Lo stato dei recettori ormonali è stato valutato localmente. Lo studio non prevedeva una valutazione centralizzata real-time, pertanto è possibile che ciò abbia causato un incremento nel censoring.
Sebbene venga spontaneo un paragone tra lo studio TROPiCS-02 e lo studio DESTINY-Breast04, si tratta di contesti clinici molto differenti. Nel DESTINY-Breast04 il trastuzumab deruxtecan è stato confrontato con la chemioterapia a scelta del medico in una popolazione di pazienti con carcinoma mammario avanzato HER2-low meno pretrattate (mediana di precedenti chemioterapie pari a 1), dimostrando un beneficio in PFS e in OS.
E allora? Non ci resta che attendere l’ESMO per conoscere i risultati del TROPiCS-02 in termini di OS.