Sebbene il valore dell’1% sia stato utilizzato come cut-off per definire la positività dei recettori estrogenici (ER), diversi studi hanno riportato che i tumori con ER<1% hanno caratteristiche simili a quelle dei tumori con ER tra l’1% e il 10%. Il tema è rivisitato attraverso l'analisi di un'ampia casistica dell'MD Anderson Cancer Center.
Fujii T, et al. Revisiting the definition of estrogen receptor positivity in HER2-negative primary breast cancer. Ann Oncol 2017;28:2420-2428.
Uno studio retrospettivo, condotto presso l’MD Anderson Cancer Center, ha analizzato l’accuratezza di un cut-off di ER-positività del 10% rispetto al cut-off dell’1% nel predire:
A tal fine, pazienti con carcinoma mammario HER2-negativo in stadio II e III trattate con chemioterapia neoadiuvante tra giugno 1982 e giugno 2013 sono state incluse nello studio. Modelli di regressione logistica sono stati utilizzati per valutare l’associazione tra espressione di ER e pCR. I modelli di Cox sono stati utilizzati per analizzare il time to recurrence (TTR) e l’overall survival (OS).
Lo studio ha analizzato un totale di 3055 pazienti. Complessivamente, il 5.4% dei carcinomi HER2-negativi ha riportato un’espressione di ER dell’1-9%.
Un’associazione statisticamente significativa è stata osservata tra bassa percentuale di ER ed elevata percentuale di pCR (OR=0.99, 95% CI=0.986-0.994, P<0.001). Il cut-off di espressione di ER al di sotto del quale la pCR è risultata più probabile è stato definito pari a 9.5%.
Fra le pazienti con tumori ER≥10%, ma non fra quelle con tumori ER tra 1% e <10%, la terapia endocrina adiuvante è risultata associata con la prognosi:
Nei carcinomi mammari HER2-negativi in stadio II o III, l’espressione dei recettori estrogenici <10% conferisce un comportamento clinico simile a quello della malattia con recettori ormonali negativi (triple negative).
In sintesi, nelle forme con ER<10%:
Limiti dello studio: