Qual è il tasso di utilizzo della chemioterapia neoadiuvante per il trattamento del carcinoma mammario in Italia? E quali sono i determinanti della scelta terapeutica. Lo rivela uno studio condotto all'interno di Senonetwork, la rete che include 24 centri di senologia ad alto volume. Sono stati raccolti e analizzati i dati di 37.215 pazienti con diagnosi tra il 2017 e il 2022.
De Luca A, et al. Neoadjuvant chemotherapy for breast cancer in Italy: A Senonetwork analysis of 37,215 patients treated from 2017 to 2022. Breast 2024; 30:103790. doi: 10.1016/j.breast.2024.103790. Epub ahead of print. PMID: 39242318.
La chemioterapia neoadiuvante è sempre più utilizzata per ridurre il volume tumorale prima della chirurgia, migliorando le opzioni chirurgiche e riducendo il rischio di recidive. Inoltre, l’approccio neoadiuvante consente di ottenere una valutazione in vivo della sensibilità ai trattamenti e, sulla base dei risultati verificati sul campione operatorio (risposta patologica completa vs residuo di malattia tumorale), di modulare il trattamento adiuvante.
In questo contesto, lo studio ha utilizzato il database Senonet per raccogliere i dati clinici e patologici delle pazienti con carcinoma mammario in stadio precoce.
Il registro Senonet è una banca dati nazionale creata nel 2017 per monitorare e migliorare la qualità dei trattamenti nei centri di senologia italiani. Ogni centro raccoglie annualmente dati dettagliati sui pazienti attraverso la piattaforma Databreast®, includendo 279 variabili per ogni paziente, come età, stadio tumorale, sottotipo biologico, trattamento neoadiuvante o adiuvante, risposta patologica alla terapia e tipo di chirurgia eseguita.
L'analisi statistica è stata condotta utilizzando modelli di regressione logistica multivariata, aggiustata per le seguenti covariate: età, stadio tumorale e nodale, anno di trattamento e sottotipo biologico. L'eterogeneità tra i centri è stata valutata con il test di Fisher. Per valutare le tendenze temporali, l'anno di trattamento è stato considerato come variabile continua nei modelli di regressione. Le analisi secondarie hanno esaminato i fattori che influenzano l'adozione di chirurgia conservativa, mastectomie e dissezioni ascellari dopo terapia neoadiuvante. L'analisi statistica è stata eseguita con il software R (versione 4.3.2), con un livello di significatività fissato a p < 0.05.
Tra le 58.661 pazienti con carcinoma mammario, la cui diagnosi è avvenuta tra il 2017 e il 2022, un totale di 37.215 pazienti è stato incluso nell'analisi finale, dopo aver escluso le pazienti con malattia metastatica o documentazione incomplete. Di queste, 32.933 sono state sottoposte a chirurgia primaria, mentre 4.282 (11.5%) hanno ricevuto chemioterapia neoadivante (NACT). L'incidenza della NACT è aumentata significativamente durante il periodo dello studio (OR=1.07; p<0.001), soprattutto in pazienti con tumori HR-/HER2+ (OR=10.6; p<0.001) e triplo negativi (OR=7.89; p<0.001).
Lo studio dimostra un aumento significativo nell'uso della NACT in Italia tra il 2017 e il 2022, soprattutto nei tumori biologicamente più aggressivi. Questo ha portato a una maggiore adozione di chirurgia conservativa e alla riduzione delle mastectomie e delle dissezioni ascellari complete. Tuttavia, l'adozione della NACT rimane inferiore rispetto ad altre esperienze internazionali, e vi è una notevole variabilità tra i centri in termini di strategie terapeutiche.
Tra i punti di forza dello studio, l’ampio campione analizzato (37.215 pazienti provenienti da centri ad alto volume) e l’analisi multivariata utilizzata per identificare i fattori determinanti nell'uso della terapia neoadiuvante.
Questo studio rappresenta un'importante fotografia dell'evoluzione dell'uso della NACT in Italia, evidenziando come stia diventando un'opzione sempre più utilizzata nei sottotipi di tumore più aggressivi, portando a una riduzione delle mastectomie e delle dissezioni ascellari. Tuttavia, l'eterogeneità tra i centri suggerisce che vi è spazio per migliorare la standardizzazione delle cure a livello nazionale. L'impatto positivo della NACT sulle opzioni chirurgiche meno invasive è evidente, ma vi è la necessità di migliorare ulteriormente l'implementazione della NACT e di ridurre le differenze tra i centri per garantire un accesso equo ai benefici di questo approccio terapeutico.