Lo studio analizza le caratteristiche clinico-patologiche e la percentuale di pazienti con carcinoma mammario precoce HER2-negativo e con mutazioni germinali di BRCA1/2, eleggibili a ricevere olaparib adiuvante secondo i criteri del trial OlympiA. Interessante il confronto delle caratteristiche clinico-patologiche e dell’outcome tra pazienti eleggibili e non. L'analisi suggerisce che i criteri di inclusione potrebbero essere ulteriormente ottimizzati per catturare una gamma più ampia di pazienti ad alto rischio che potrebbero beneficiare di olaparib adiuvante.
Morganti S, et al. Clinicopathological characteristics and eligibility for adjuvant olaparib of germline BRCA1/2 mutation carriers with HER2-negative early breast cancer. NPJ Breast Cancer 2024;10(1):28.
Circa il 5% dei carcinomi mammari coinvolge portatori di varianti patogeniche (PV) germinali di BRCA1/2. Il trial OlympiA ha mostrato benefici dall'olaparib adiuvante, il primo trattamento sistemico adiuvante approvato specificatamente per questi pazienti. I criteri di eleggibilità sono differenziati per tumori TNBC e HR+. Lo studio ha utilizzato una banca dati istituzionale prospettica per valutare la proporzione di portatori gBRCA1/2 PV che soddisfano i criteri di inclusione di OlympiA, confrontando le caratteristiche clinicopatologiche e gli esiti tra i pazienti eleggibili e non.
Il disegno dello studio prevedeva l'estrazione di dati clinicopatologici e genetici da tutti i pazienti consecutivi con mutazioni germinali BRCA1/2 che avevano effettuato un intervento chirurgico per carcinoma mammario infiltrante HER2-negativo al Dana-Farber Brigham Cancer Center tra il 2016 e il 2022. I criteri per lo stato dei recettori ormonali sono stati definiti secondo le linee guida ASCO/CAP, con recettore estrogenico e/o progestinico ≥1%.
Le analisi statistiche includevano test esatti di Fisher, test del chi-quadrato e test di Wilcoxon, con sopravvivenza libera da malattia invasiva (iDFS) e sopravvivenza libera da recidiva (RFS) calcolate tramite il metodo di Kaplan-Meier.
Dei 205 pazienti portatori di PV gBRCA1/2 con carcinoma mammario precoce HER2-negativo, il 29.3% (N= 60, di cui 40 TNBC e 20 HR+) era idoneo a ricevere olaparib secondo i criteri di OlympiA. I pazienti eleggibili avevano tumori di grado e stadio più elevati (meno frequentemente screen-detected), ed effettuavano più frequentemente test genetici post-diagnosi. Inoltre, i regimi chemioterapici per i pazienti eleggibili includevano più frequentemente antracicline e/o sali di platino. Dopo un follow-up mediano di 31 mesi, sono stati registrati 20 eventi di iDFS e 13 eventi di RFS con un tasso di iDFS a tre anni del 84.2% per i pazienti eleggibili e del 90.0% per i non eleggibili (hazard ratio 1.54, 95% CI 0.63–3.78, p = 0.34). I risultati per RFS a tre anni mostravano una sopravvivenza del 86.1% per i pazienti idonei e del 94.2% per i non idonei (hazard ratio 2.38, 95% CI 0.83–6.80, p = 0.11). Analisi separate per i portatori BRCA1 e BRCA2 e per i tumori HR+ o TNBC hanno confermato un trend simile. Quasi la metà dei pazienti ad alto rischio secondo i criteri di monarchE non soddisfaceva i criteri di OlympiA, suggerendo che i criteri di inclusione potrebbero essere ulteriormente ottimizzati per catturare una gamma più ampia di pazienti ad alto rischio che potrebbero beneficiare di olaparib adiuvante.
Questo studio fornisce una visione importante sul trattamento adiuvante con olaparib fra i portatori di varianti patogeniche germinali di BRCA1/2, sottolineando che solo un terzo dei pazienti con carcinoma mammario ad alto rischio è attualmente considerata eleggibile secondo i criteri di OlympiA.
Nonostante ciò, anche i pazienti non eleggibili presentano un elevato rischio di recidiva, particolarmente quelli con tumori HR+.
Questo suggerisce la necessità di definire criteri più ampi o alternativi per identificare i pazienti che potrebbero beneficiare di terapie adiuvanti mirate, come dimostrato dalla sovrapposizione con i criteri del trial monarchE.
Nota di cautela nell’interpretazione dei risultati dello studio, soprattutto in ragione della dimensione del campione relativamente piccola che limita il potere delle analisi di sottogruppo.