La domanda non è banale. Come si modificano i livelli estrogenici in pazienti maschi a seguito del trattamento antiormonale per carcinoma mammario luminale? Uno studio di fase II ha confrontato le diverse strategie terapeutiche: LHRH-analogo + inibitore dell’aromatasi vs LHRH-analogo + tamoxifene vs tamoxifene.
Reinisch M, et al. Efficacy of Endocrine Therapy for the Treatment of Breast Cancer in Men: Results from the MALE Phase 2 Randomized Clinical Trial. JAMA Oncol 2021 (Epub ahead of print)
Disegno dello studio: Multicentrico (24 breast unit tedesche), randomizzato, di fase 2.
Popolazione: 56 pazienti maschi con carcinoma mammario luminare (positivo per i recettori ormonali) arruolati tra ottobre 2012 e maggio 2017.
Randomizzazione: monoterapia con tamoxifen vs tamoxifen + LHRH-analogo vs inibitore dell’aromatasi + LHRH-analogo. Durata minima della terapia: 6 mesi.
Endpoint primario: variazioni nei livelli di estradiolo dal basale a 3 mesi.
Endpoint secondari: variazioni nei livelli di estradiolo dopo 6 mesi, variazioni in altri parametri ormonali, effetti collaterali, funzione sessuale, qualità di vita dopo 3 e 6 mesi.
Un totale di 52 su 56 pazienti maschi di età mediana pari a 61.5 anni (range, 37-83) ha iniziato il trattamento. Di questi, 3 hanno interrotto il trattamento prematuramente, 1 per braccio. Pertanto, un totale di 50 pazienti erano valutabili per l’endpoint primario.
Livelli di estradiolo dopo 3 mesi:
Livelli di estradiolo dopo 6 mesi:
La funzione sessuale e la qualità di vita sono peggiorate quando l’analogo LHRH è stato aggiunto alla terapia endocrina mentre non si sono modificate con il solo tamoxifen.
In pazienti maschi con carcinoma mammario luminale è stata osservata una diminuzione dei livelli estrogenici dopo 3 mesi di trattamento con tamoxifen + LHRH-analogo (-85%) e dopo inibitore dell’aromatasi + LHRH-analogo (-72%). Viceversa, dopo 3 mesi di solo tamoxifen, è stato rilevato un incremento dei livelli di estradiolo (+67%).
Pertanto, l’aggiunta di LHRH-analogo al tamoxifen o all’inibitore dell’aromatasi determina una profonda deprivazione estrogenica che, estrapolando i dati dagli studi in donne in premenopausa, è stimata produrre maggiori benefici in termini di outcome.
L’aggiunta di LHRH-analogo dovrebbe pertanto essere presa in considerazione come opzione terapeutica in pazienti maschi ad alto rischio, pesando benefici e rischi potenziali (effetti collaterali, funzione sessuale, qualità di vita).
Tuttavia, l’impatto della maggiore deprivazione estrogenica sulla sopravvivenza necessita di essere verificata in studi di fase 3, adeguatamente dimensionati. Considerata la bassa incidenza del carcinoma mammario maschile (1% di tutti i tumori mammari), tali studi possono essere condotti soltanto mediante una importante collaborazione internazionale.