Nello studio di fase III OlympiAD, il PARP-inibitore olaparib ha prolungato significativamente la progression-free survival rispetto alla chemioterapia a scelta del medico in pazienti con mutazione germinale di BRCA e carcinoma mammario HER2-negativo metastatico. Nell’analisi pre-specificata (con maturità al 64%), l’overall survival (OS) mediana era di 19.3 mesi nel braccio con olaparib e di 17.1 nel braccio chemioterapia (P = 0.513). Una analisi post-hoc, 25.7 mesi più lunga della precedente, viene adesso riportata.
Mark E, et al. OlympiAD extended follow-up for overall survival and safety: olaparib versus chemotherapy treatment of physician’s choice in patients with a germline BRCA mutation and HER2-negative metastatic breast cancer. Eur J Cancer 2023; https://doi.org/10.1016/j.ejca.2023.01.031.
Nella popolazione globale (302 pazienti; 76.8% di maturità), l’OS mediana è risultata pari a 19.3 mesi per olaparib e a 17.1 mesi per la chemioterapia (hazard ratio [HR] 0.89, 95% confidence interval [CI] 0.67–1.18); con un follow-up mediano rispettivamente di 18.9 e 15.5 mesi. La sopravvivenza a 3 anni è risultata del 27.9% con olaparib versus il 21.2% con la chemioterapia.
Nel gruppo che ha ricevuto olaparib, l’8.8% delle pazienti è rimasto in trattamento per ≥3 anni versus nessuno nelle stesse condizioni fra le pazienti trattate con chemioterapia. In prima linea, l’OS mediana è risultata più lunga con olaparib rispetto alla chemioterapia (22.6 vs 14.7 mesi; HR 0.55, 95% CI 0.33–0.95) e la sopravvivenza a 3 anni pari al 40.8% con olaparib versus il 12.8% con la chemioterapia. Non sono stati osservati eventi avversi gravi (SAEs) con Olaparib.