Trattamento del carcinoma mammario e salute ossea. Qual è la posizione dell'EMAS (European Menopause and Andropause Society)?
Trémollieres FA, et al. Osteoporosis management in patients with breast cancer: EMAS position statement. Maturitas 2017;95:65-71.
Ogni donna con una diagnosi recente di carcinoma mammario dovrebbe ricevere una valutazione basale del rischio di frattura:
Alle donne che assumono inibitori dell'aromatasi, in particolare, dovrebbero essere raccomandati:
L'uso dei bifosfonati quali agenti antitumorali dovrebbe essere considerato nelle donne a rischio di recidiva intermedio/alto, specialmente in stato post-menopausale. I risultati riportati dall'Early Breast Cancer Trialists’ Collaborative Group suggeriscono una riduzione del rischio di recidiva e della mortalità nelle donne in post-menopausa. A tal fine, gli agenti da impiegare sono il clodronato orale giornaliero o l'acido zoledronico e.v. ogni 6 mesi. La durata del trattamento rimane incerta, sebbene sia stato suggerito un periodo di 3–5 anni. Il beneficio atteso da tale intervento dovrebbe essere bilanciato rispetto al rischio di osteonecrosi mandibolare (1.7% nel trial AZURE) e di insufficienza renale acuta.
Una valutazione attenta del rischio di frattura è raccomandata in tutte le donne in premenopausa e nelle donne in post-menopausa che si accingono ad iniziare un trattamento con inibitori dell'aromatasi.
Un intervento farmacologico insieme alla supplementazione di vitamina D e a un adeguato apporto di calcio è raccomandato in presenza di un T-score ≤−2 o di ≥ 2 fattori di rischio per frattura.
Vi è consenso sull'impiego di bifosfonati per la prevenzione della perdita ossea indotta dai trattamenti antitumorali, specialmente nelle donne a rischio di frattura intermedio/alto. L'uso del denosumab potrebbe essere considerato, sebbene non vi siano specifiche linee guida riguardo a tale agente.
I bifosfonati e in particolare l'acido zoledronico e.v., possono avere un effetto antitumorale in terminidi di riduzione del rischio di recidive ossee ed extrascheletriche, e di riduzione della mortalità nelle pazienti postmenopausali.
Il trattamento per l'osteoporosi dovrebbe essere continuato almeno fino al termine del programma di terapia adiuvante o anche oltre per le pazienti con rischio di frattura elevato al basale.