Patologia mammaria
Martedì, 24 Febbraio 2015

Doppio blocco anti-HER2: quale partner chemioterapico?

A cura di Fabio Puglisi

Uno studio di fase II a braccio singolo su 69 pazienti riporta risultati simili a quelli ottenuti da uno studio di fase III su più di 800 pazienti. Lo scenario è quello del carcinoma mammario HER2 positivo in stadio avanzato, la strategia quella del doppio blocco "verticale" con pertuzumab e trastuzumab. La differenza sta nella chemioterapia: paclitaxel nello studio di fase II, docetaxel nello studio di fase III.

Il trattamento di I linea di pazienti con carcinoma mammario HER2 positivo in stadio avanzato oggi prevede il doppio blocco "verticale" (pertuzumab/trastuzumab) associato con il docetaxel. Infatti, lo studio di fase III, noto come Cleopatra, ha evidenziato un vantaggio clinicamente e statisticamente significativo in progression-free survival (PFS, 18.7 mesi vs 12.4 mesi) e in overall survival (OS, 56.5 mesi vs 40.8 mesi) a favore di tale combinazione rispetto al trattamento con trastuzumab/docetaxel/placebo.


Uno studio di fase II a braccio singolo si è posto l'obiettivo di verificare se utilizzare il paclitaxel in luogo del docetaxel rappresenti una valida alternativa, garantendo risultati simili in termini di efficacia e offrendo una migliore tollerabilità.
Va da sè che il disegno dello studio non consente di rispondere formalmente a tali quesiti, sebbene possa costituire una base convincente e rassicurante nell'attesa di conferme future.

DISEGNO DELLO STUDIO

  • Setting: carcinoma mammario metastatico HER2 positivo
  • Linea di trattamento: prima o seconda
  • Trattamento:  paclitaxel 80 mg/m2/settimana + trastuzumab (8 mg/kg loading dose → 6 mg/kg q21) + pertuzumab (840 mg loading dose → 420 mg q21)
  • Endpoint primario: PFS a 6 mesi

Lo studio è stato condotto su 69 pazienti. La casistica comprendeva 51 (74%) casi trattati come prima linea e 18 (26%) come seconda.

Ad un follow-up mediano di 21 mesi, la PFS a 6 mesi è stata dell'86% (95% IC, 75%-92%) e la PFS ad un anno del 70% (95% IC, 56%–79%). Inoltre, è stata osservata una PFS mediana di 19.5 mesi (95% IC 14–26), sensibilmente superiore fra le pazienti trattate in prima linea (24.2 mesi, 95% IC 14-NR) rispetto alle pazienti trattate in seconda linea (16.4 mesi, 95% IC 8.5-NR).

Non ci sono stati casi di neutropenia febbrile (13.8% nello studio Cleopatra) e la diarrea di G3/4 è occorsa in percentuale minore rispetto all'impiego del docetaxel (3% vs 9%). Non sono stati osservati casi di insufficienza cardiaca.

Il paclitaxel può essere una valida alternativa al docetaxel in associazione al doppio blocco verticale anti-HER2 (pertuzumab/trastuzumab) nel trattamento di prima linea del carcinoma mammario HER2 positivo in stadio avanzato. 

Conferme ulteriori a supporto di tale approccio nel setting avanzato (prima linea) sono attese dallo studio di fase IIIb, denominato PERUSE, in cui pertuzumab e trastuzumab vengono associati ad un taxano (docetaxel, paclitaxel, nab-paclitaxel) a scelta dello sperimentatore.

Inoltre, due studi nel setting adiuvante (APHINITY, KAITLIN) e uno studio post-marketing nel setting neoadiuvante (BERENICE) hanno impiegato tale regime di trattamento.