Uno studio randomizzato di fase II aveva evidenziato un beneficio dall'aggiunta dell'iniparib alla chemioterapia (gemcitabina/carboplatino) in pazienti con carcinoma mammario avanzato "triple negative".
Lo studio di fase III, disegnato per confermare tali risultati, ha fallito l'obiettivo. Proviamo a capirne di più attraverso la lettura del lavoro in extenso.
O'Shaughnessy J, et al. Phase III Study of Iniparib Plus Gemcitabine and Carboplatin Versus Gemcitabine and Carboplatin in Patients With Metastatic Triple-Negative Breast Cancer. J Clin Oncol 2014 [Epub ahead of print]
L'iniparib è un agente antitumorale per il quale era stata inizialmente ipotizzata un'attività come inibitore dell'enzima poly(ADP-ribose)polymerase (PARP). Successivamente, sulla base di studi preclinici, tale meccanismo d'azione è stato rivisto, suggerendo che l'iniparib sia un profarmaco la cui conversione in metabolita attivo è in grado di generare la produzione di specie di ossigeno con potenziale citotossico.
Uno studio randomizzato di fase II aveva dimostrato un vantaggio in termini di clinical benefit rate, progression-free survival e overall survival dall'aggiunta dell'iniparib alla chemioterapia con gemcitabina e carboplatino in pazienti con carcinoma mammario metastatico "triple negative".
Allo scopo di confermare formalmente la superiorità in efficacia del trattamento con gemcitabina/carboplatino/iniparib verso la sola chemioterapia (gemcitabina/carboplatino), è stato condotto uno studio di fase III randomizzato.
Criteri di eleggibilità:
Carcinoma mammario "triple negative"
Numero di linee per la malattia metastatica ≤ 2
Bracci di trattamento:
Dopo la progressione, alle pazienti in trattamento con gemcitabina/carboplatino era consentito il crossover.
Coprimary endpoints: OS and PFS.
519 pazienti hanno partecipato allo studio:
Relativamente all'analisi primaria, non è stato osservato alcun beneficio dall'aggiunta dell'iniparib alla chemioterapia:
Un'analisi esploratoria ha mostrato un vantaggio nel sottogruppo di pazienti trattate in seconda/terza linea:
L'iniparib è stato ben tollerato, non causando tossicità aggiuntiva.
L'aggiunta dell'iniparib alla chemioterapia con gemcitabina/carboplatino non migliora l'outcome di pazienti con carcinoma mammario "triple negative".
Altro esempio di studio di fase III che non conferma le promesse di uno studio di fase II.
E' noto che nelle fasi di sviluppo dei farmaci, più del 50% dei fallimenti sono legati alla mancata dimostrazione di efficacia. Circa il 60% degli studi di fase II non arriva alla fase III per mancata dimostrazione di efficacia. Per lo stesso motivo, poco più del 50% degli studi di fase III non porta all'immissione in clinica degli agenti sperimentali (Arrowsmith J, Miller P. Trial watch: phase II and phase III attrition rates 2011-2012. Nat Rev Drug Discov 2013).
Quali ipotesi per il mancato beneficio in OS e PFS?
Nessuna delle due appare una spiegazione plausibile. Inoltre, rimane da identificare la chiave di lettura di quando osservato in seconda e terza linea.
Lo studio, va ricordato, non andava oltre la definizione di triple negative, non essendo disponibile alcuna informazione sullo stato di BRCA.