La scelta del tweet in tema di carcinoma mammario si fa ardua quando sei in viaggio verso San Antonio per l’appuntamento annuale del SABCS. Rumors preannunciano importanti novità nella patologia HER2-positiva e, allora, l’ispirazione conduce verso un approfondimento degli scenari di real-life nel sottogruppo triplo-positivo (HR+/HER2+).
Statler AB, et al. Real-world Treatment Patterns and Outcomes in HR+/HER2+ Metastatic Breast Cancer Patients: A National Cancer Database Analysis. Sci Rep 2019;9(1):18126.
Lo scenario terapeutico e la prognosi di pazienti con carcinoma mammario metastatico triplo positivo sono per lo più estrapolati dai risultati dei landmark trial condotti per lo più con regimi anti-HER2 a base di chemioterapia. Ad oggi, non si dispone di evidenza scientifica che possa indirizzare verso una scelta di terapia anti-ormonale rispetto alla chemioterapia quale backbone da associare alla terapia anti-HER2 di prima linea.
Lo studio, attraverso l’analisi di una casistica tra il 2010 e il 2015 del National Cancer Database (registro ospedaliero sponsorizzato dall’American Cancer Society e dall’American College of Surgeons), si è prefisso i seguenti obiettivi:
In particolare, sono state effettuate l’analisi multivariata e la regressione di Cox al fine di identificare i determinanti della scelta terapeutica e i fattori prognostici indipendenti.
Per le stime e per la valutazione della sopravvivenza sono stati impiegati il metodo di Kaplan-Meier method e il log-rank test. Al fine di attutire i bias di selezione, tutte le analisi multivariate sono state analizzate con i propensity scores.
In totale, sono state analizzate 6.234 pazienti, di cui 3770 (60.5%) hanno ricevuto un trattamento anti-ormonale e 2464 (39.5%) un regime a base di chemioterapia.
Caratteristiche della popolazione studiata: età ≥50 anni (n = 4602 [73.8%]), sesso femminile (n = 6141 [98.5%]), razza bianca (n = 4491 [72.0%]), grado tumorale elevato (n = 2912 [46.7%]), coinvolgimento viscerale (n = 3276 [52.6%]), 1 sito metastatico (n = 4003 [64.2%]), assenza di comorbidità (n = 5161 [82.8%]).
Scelte terapeutiche in prima linea: terapia anti-ormonale (n = 3770 [60.5%]), chemioterapia (n = 2464 [39.5%]), terapia anti-HER2 (n = 2646 [42.4%]). La percentuale dei sottogruppi di trattamento non si è modificata in modo significativo negli anni analizzati. Il follow-up mediano dei pazienti vivi è simile fra coloro che hanno ricevuto la terapia anti-ormonale (33.8 mesi, IQR: 22.1–48.2) e coloro che hanno ricevuto la chemioterapia (34.3 mesi, IQR: 23.6–46.7).
Determinanti della scelta del trattamento anti-ormonale: età più avanzata, malattia di grado 1/2, assenza di coinvolgimento viscerale, presenza di comorbidità, razza bianca.
Complessivamente, l’OS mediana è stata 44.4 mesi (95% CI, 42.5–46.5) e la sopravvivenza a 5 anni pari al 40.0% (95% CI: 37.8–41.9). In analisi multivariata, l’aver ricevuto un trattamento anti-ormonale si è rivelato un fattore prognostico per OS (HR: 0.84; 95% CI, 0.76–0.92, p < 0.001), indipendente rispetto a età e malattia di grado 1-2.
Per contro, fattori prognostici sfavorevoli sono risultati l’etnia afroamericana, la presenza di comorbidità e il coinvolgimento viscerale.
Dopo aver controllato per i fattori prognostici, i pazienti trattati con terapia anti-ormonale associata a terapia anti-HER2 hanno riportato una sopravvivenza superiore rispetto ai pazienti trattati con chemioterapia (HR 0.74, p = 0.004).
La sopravvivenza a 5 anni è stata significativamente diversa nei diversi sottogruppi di trattamento (p < 0.001):
Con i limiti propri degli studi retrospettivi, questa analisi di real-world effettuata su un’ampia casistica di pazienti con patologia mammaria metastatica triplo positiva (HR+/HER2+) suggerisce che, nei regimi terapeutici anti-HER2, un agente anti-ormonale sia da preferire alla chemioterapia.
Vuoi vedere che, al pari di quanto osservato nella patologia luminale HER2-negativa, anche nella patologia luminale HER2-positiva si riveda il dogma che, da sempre, ha favorito la chemioterapia?
Non saremmo così stupiti, anzi. E allora, che studi randomizzati siano…