Fra i regimi utilizzati per il trattamento del carcinoma mammario, il TC (docetaxel/ciclofosfamide) e il TCH (docetaxel/carboplatino/trastuzumab) sono considerati a rischio intermedio di indurre neutropenia febbrile. Il regime AC (adriamicina/ciclofosfamide) è considerato a rischio basso. Uno studio di real-world ha analizzato l'associazione tra impiego profilattico di G-CSF e ospedalizzazione correlata alla neutropenia.
Agiro A, et al. Risk of Neutropenia-Related Hospitalization in Patients Who Received Colony-Stimulating Factors With Chemotherapy for Breast Cancer. J Clin Oncol 2016 [Epub ahead of print]
La neutropenia indotta dalla chemioterapia può causare infezione, richiedere ospedalizzazione ed esitare in una somministrazione subottimale del trattamento antitumorale con potenziale impatto sull'outcome. Il regime chemioterapico è il principale fattore di rischio per la neutropenia febbrile.
Diversi schemi di terapia utilizzati per il trattamento del carcinoma mammario, quali il TC (docetaxel, ciclofosfamide) e il TCH (docetaxel, carboplatino, trastuzumab) sono considerati a rischio intermedio di neutropenia febbrile, contrariamente allo schema AC (adriamicina, ciclofosfamide) che è considerato a rischio basso.
Le linee guida raccomandano l'impiego di fattori di crescita (granulocyte colony-stimulating growth factor, G-CSF) quando il rischio di neutropenia febbrile è ≥20%. Il beneficio clinico della profilassi con G-CSF è tuttavia meno chiaro per i regimi a rischio basso o intermedio per i quali l'evidenza è limitata, specialmente in termini di dati di "real-world".
Uno studio retrospettivo ha valutato l'associazione tra profilassi con G-CSF e ospedalizzazione correlata alla neutropenia, analizzando l'effetto dei tre regimi TC, TCH e AC in pazienti con carcinoma mammario trattate con intento adiuvante o palliativo.
Sono state identificate 8.745 pazienti di età ≥ 18 anni estrapolando le informazioni da un database medico e di farmacia e limitando al periodo di trattamento compreso tra il 2008 e il 2013.
La profilassi primaria è stata definita come la somministrazione di G-CSF (filgrastim, pegfilgrastim, o sargramostim) nei 5 giorni dall'inizio della chemioterapia.
Misure di outcome: ospedalizzazione correlata a neutropenia, febbre o infezione entro i 21 giorni dall'inizio della chemioterapia.
E' stata effettuata un'analisi di regressione multivariata ed è stato calcolato il number-needed-to-treat (NNT).
Trattamenti ricevuti:
Rischio di ospedalizzazione correlata alla neutropenia:
Number needed to treat:
In pazienti con carcinoma mammario che ricevono chemioterapia con i regimi TC e TCH, la profilassi primaria con G-CSF determina un beneficio modesto nel ridurre il rischio di ospedalizzazione correlato alla neutropenia.
Dall'analisi effettuata, fra le pazienti trattate con il regime AC, la profilassi con G-CSF non ha un effetto significativo sul tasso di ospedalizzazione correlato alla neutropenia.
Sono necessari ulteriori studi che identifichino quali pazienti possono ricavare maggiore beneficio dalla profilassi con G-CSF.