Il linfedema del braccio è una potenziale complicanza della chirurgia mammaria. Quali sono i fattori di rischio?
Asdourian MS, et al. Association Between Precautionary Behaviors and Breast Cancer-Related
Lymphedema in Patients Undergoing Bilateral Surgery. J Clin Oncol 2017 [Epub ahead of print]
Uno studio ha esaminato lo stile di vita e i fattori di rischio clinico per linfedema in una coorte di pazienti sottoposte a chirurgia mammaria bilaterale.
Tra il 2013 e il 2016, 327 pazienti sottoposte a chirurgia mammaria bilaterale sono state screenate prospetticamente per il linfedema del braccio, valutato mediante una formula che analizza la variazione di volume aggiustata per il peso (weight-adjusted volume change: WAC).
I dati relativi alle misurazioni del volume del braccio insieme alle osservazioni delle pazienti sono stati raccolti in fase preoperatoria e a intervalli regolari nel postoperatorio. A ogni misurazione, le pazienti rispondevano a un questionario con informazioni riguardo a numero di prelievi di sangue ricevuti, iniezioni, misurazioni della pressione, traumi dell’arto, numero di voli tra una valutazione e la successiva. La relazione tra variazione del volume dell’arto, fattori clinici ed esposizione al rischio è stata valutata mediante test di associazione.
La coorte comprendeva 327 pazienti e 654 braccia a rischio, con una mediana di follow-up post-operatorio compresa tra 6.1 e 68.2 mesi. In totale, 83/654 braccia sono andate incontro a linfedema, definito come un WAC ≥ 10% rispetto al basale.
In analisi multivariata, nessuno dei fattori associati allo stile di vita ha mostrato un’associazione con il linfedema. L’analisi multivariata ha dimostrato un’associazione significativa tra linfedema del braccio e i seguenti fattori:
Le misurazioni della pressione arteriosa, i prelievi di sangue, le iniezioni, il numero e la durata dei voli non si associano a un rischio aumentato di linfedema del braccio.
Diverso può essere il caso di donne con BMI elevato o quello di pazienti sottoposte a dissezione ascellare e a terapia adiuvante. Ma negli altri casi non c'è evidenza di rischio aumentato.
Risultati interessanti che vanno nella direzione di una corretta informazione da fornire alle pazienti sottoposte a chirurgia mammaria.
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